martedì 21 gennaio 2014

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Se doveste scegliere un aggettivo, insomma una parolina, una sola, per definire il presente in cui viviamo, quale scegliereste? Non rispondete subito, non siate troppo immediati e scontati con le similitudini, impegnate un po’ la fantasia, non limitatevi ad aggiungere alle altre anche la vostra badilata di ovvio. Per beccare il premio dovete impegnarvi, grattarvi la testina con il ditino, tenendo presente la vecchia regola del Mike: è la prima risposta che conta. Con una differenza, che in questo caso non avete limiti di tempo per pensarci e rispondere. L’intuizione, la folgorazione, può arrivarvi in qualsiasi momento, senza fretta, per la strada, in viaggio, oppure sul posto di lavoro, se ne avete uno; o anche a casa, purché evitate, se possibile, di rispondere quando siete seduti nella stanza più piccola, per non farvi suggerire dalle circostanze. Mi permetto un paio di consigli: non rispondete mai a televisore acceso, anche se fosse a volume spento, in ogni caso sareste precipitosi, poco catartici; prendete qualche appunto, fate una lista, rileggetela con calma, poi, il giorno dopo, ricominciate. Insomma, fate voi, a piacere, con calma, con il gusto di scegliere la pallottola giusta, quella che stende, ma mi raccomando: ispirati come non mai.

11 commenti:


  1. Se può ancora esserci un'epoca per l'umanità non può essere altro che l'epoca del Risveglio.
    gianni

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  2. Infantile. Per la fiducia immotivata che continuiamo a riporre in mamma e papà, cioè le istituzioni nazionali e sovranazionali della grande borghesia, e per il senso di impotenza che non ci permette altro che un querulo piagnucolio. Bisogna iniziare a fare i monelli e a rompere le suppellettili.

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  3. Di fatto è una istigazione alla delinquenza verbale.
    Però come antidepressivi,neurolettici,tranquillanti e ipnotici immediati :
    - metadone catodico: solo documentari o qualche film decente.
    - metadone ebdomadario : via subito corriere e repubblica poi pian piano...
    - pensare spesso agli esodati o ai giovani (se fortunatamente non si è della
    lista), solo a titolo comparativo personale temporaneo.
    - possibilità di cazzeggiare davanti al computer in passeggiate
    ermeneutiche
    - conservazione di livore di riserva per quando la sig.ra Lagarde metterà
    mano sui nostri c/c
    - formula mediterranea omnicomprensiva 'penzammo a' salute' (sempre per
    chi fortunatamente la conserva)

    Risveglio: buddista o presupposto per un nuovo assalto all'Istituto Smol'nyi di S.Pietroburgo (1917) ?. Per entrambi comunque tutto parte dal singolo.
    Si parva licet..
    L

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    1. Questo del singolo e della moltitudine, dell'individuo e della collettività è un discorso molto interessante.
      Marx nella sua analisi della nascita del capitalismo nella culla del commercio parla del commercio come il fattore che "sottometterà sempre più la produzione al valore di scambio, facendo dipendere sempre maggiormente godimenti e sussistenza dalla vendita, anzichè dall'uso immediato dei prodotti".
      Un punto della storia decisivo ( non certo l'unico, ma attuale rispetto agli sviluppi tumultuosi che ci hanno catapultato ai giorni nostri ) perchè i desideri materiali dell'individuo si svincolino dai limiti dell'interesse collettivo, incatenando i valori d'uso al valore di scambio.
      Se pur non è il solo peccato originale, da lì si può riprendere una discussione su singolo e moltitudine.

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    2. Pardon, mi è partito prima della rilettura e dalla firma. gianni
      la compulsività nel premere i tasti inizia a preoccuparmi...

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    3. Postillando da un altro punto di vista: si tratta del crinale su cui si incontrano possibilità e necessità. g

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  4. È inutile, è inutile che v’arrabattate (con tanta tiepida furia, poi). Gli unici qui chiamati a rispondere, per dignità poetica, son l’Humachina e Arthur Rêve. Sicché, meglio sedersi a attenderli.

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  5. Attesa. Stiamo attendendo che accada qualcosa (noi sappiamo in che direzione) che si ostina a non accadere ancora.

    Attesa. E stupore. Stupore per la spaventosa capacità di resistenza dell'ingiustizia all'entropia sociale e naturale che essa produce.

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  6. "farsaccia"

    (pensata "alla bertoldo": né in piedi né seduto, né in moto në in quiete, né nudo né vestito)

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    1. Dopo la gran prætexta del Novecento, allora assai meglio «esodio» che farsa, ché dalle risa ci si sbellíca in chiusura di scena.

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