mercoledì 18 dicembre 2013

Pd: il partito-Stato reggicoda delle multinazionali


Scrive Repubblica a proposito della legge finanziaria che ora chiamano di stabilità:

L'esame del provvedimento si è concluso a notte fonda. Tra le novità principali la riformulazione della web tax, contestata da Matteo Renzi: uno dei fiori all'occhiello del Pd, sponsorizzato in prima persona dal presidente della Commissione, Francesco Boccia, è stato riformulato per non penalizzare troppo [??!!] i giganti e tutte le imprese che operano su internet. Dopo il nuovo attacco del neosegretario Pd, dalla nuova versione della cosiddetta google tax è scomparso l'obbligo di aprire partita Iva per tutti i soggetti che effettuano il servizio di commercio elettronico diretto o indiretto.

… un emendamento che evita di pagare gli oneri di urbanizzazione per la costruzione di una centrale elettrica (una norma che potrebbe riguardare Enel, Sorgenia, A2a). …. E' stato ritirato l'emendamento del Pd sulla Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie. La proposta di modifica, presentata da Luigi Bobba, puntava ad allargare la platea della tassa a tutti i titoli (esclusi quelli non speculativi come i titoli di Stato).


Cade la maschera dello Stato formalmente indipendente dal capitale, il ruolo del Pd quale partiti-Stato è negli atti concreti di governo, nel rapporto di dipendenza sostanziale dal movimento del capitale, quello stesso movimento che nel disegno imperialista ha stabilito che l’Italia deve restare colonia, terra di conquista delle multinazionali più forti e cimitero di piccole e medie imprese spazzate via dalla concorrenza più agguerrita del mondo.

4 commenti:

  1. In relazione al mio commento di ieri, è sempre più desolante osservare come la disinformazione induca l'elettorato del PD (di cui una buona parte è sicuramente in buonafede) a valutare positivamente l'operato del partito, senza rendersi conto della reale natura delle cose. Mi sto dilettando a leggere il blog di Civati, non sono riuscito ancora a farmi un'opinione (cioè cel'ho, ma è in fieri...) sulla sua posizione, ma mi fa veramente tristezza che una persona che SEMBRA in gamba e intelligente si muova all'interno di un partito come il PD. Mi sembra più che probabile che le sue posizioni di sinistra (non certo comuniste, ovviamente, ormai non va più di moda) siano esclusivamente uno specchietto per le allodole, non mi stupirei addirittura se la sua corrente interna non serva lucidamente lo scopo di attirare più elettori di sinistra possibile.

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    1. TUTTI funzionali al medesimo disegno, consapevoli o no fa poca differenza

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  2. Senza minimamente emendare la realtà di quanto titoli, nello specifico della questione "web-tax", mi sembra che Luca De Biase e Paolo Barberis centrino il punto:
    «Per ottenere davvero un obiettivo come quello dichiarato, senza effetti collaterali peggiori del risultato perseguito, la strada è una decisione internazionale, almeno europea.
    In effetti, il problema non può essere sottovalutato, ma va posto con esattezza. Esistono imprese sovranazionali che riescono a usare i diversi sistemi fiscali in modo tale che la concorrenza risulta distorta. Non si tratta di “punire” quelle imprese per l’uso legale che fanno delle opportunità offerte dai diversi sistemi fiscali. Si tratta di correggere le conseguenze distorsive della forma assunta dalla concorrenza tra i sistemi fiscali. Una mossa unilaterale non corregge la situazione che si è venuta a creare, ma anzi rischia di generare problemi peggiori di quello che spera di risolvere. Occorre affrontare il problema per quello che è: un problema di livello europeo. L’Italia si può e si deve muovere per sollecitare l’Europa in questa direzione.»

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