giovedì 16 settembre 2010

È finito il fair play borghese


Due anni fa il crollo di Lehman Brothers ha scatenato la più grave crisi finanziaria ed economica dalla Grande Depressione del 1930, ma finora nessuna delle contraddizioni di fondo che determinarono quel tracollo è stata risolta e anzi nemmeno affrontata. Al contrario, tali contraddizioni stanno assumendo forme sempre più maligne, come del resto dimostra il fatto che le classi dirigenti di tutto il mondo hanno lanciato un'offensiva congiunta e deliberata contro le classi salariate per far loro pagare la crisi.
Il tracollo dell’intero sistema finanziario è stato momentaneamente interrotto solo attraverso il più grande piano di salvataggio delle banche e istituzioni finanziarie della storia. Dopo anni nei quali ogni richiesta di miglioramento delle condizioni sociali complessive e in particolare di quelle delle fasce sociali più deboli (anziani, giovani disoccupati, famiglie numerose) veniva respinta con la risposta che non c’era denaro e con l’allarme per il  deficit statale, i governi e le banche centrali di tutto il mondo hanno improvvisamente trovati centinaia, a volte migliaia, di miliardi di dollari e di euro per salvare le attività criminali degli speculatori ad oltranza.
Due anni dopo le banche sono tornate alla carica. Dopo una serie di accorpamenti e di fusioni, dopo aver trasferito i “titoli tossici” allo Stato, esse esercitano un controllo ancora maggiore sull’economia e sui governi. Il cosiddetto Basilea 3 entrerà in vigore fra molti anni, ma soprattutto si tratta di un modestissimo pannicello caldo.
Restaurati i bonus per i grandi schiavisti [*] i profitti sono stati restituiti ai livelli pre-crisi. In tutto il mondo le rendite per i super-ricchi, che attingono molto dalla speculazione  finanziaria e dal traffico delle materie prime, sono in aumento di nuovo, dopo aver subito una modesta flessione nel 2009.
Anche in Italia l’offensiva strategica del capitale e dello Stato si palesa sempre più netta: con un attacco di violenza inusitata ai residui diritti degli operai e degli altri salariati, come per esempio nel comparto dell’istruzione, laddove, per la prima volta nella storia repubblicana sono stati decisi migliaia di licenziamenti diretti.
Coloro che s’illudono di essere in qualche modo immuni e garantiti dalle aggressioni del capitale e dello Stato, appoggiate attivamente dello squadrismo sindacale e legalizzate della fogna parlamentare, avranno modo nei prossimi mesi e anni di ricredersi loro malgrado.

[*] Aumentano i diritti (stock grant) destinati all'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, a seguito delle modifiche al piano di incentivazione 2009-2010 approvato dall'assemblea degli azionisti del 27 marzo 2009. Come precisa una nota del gruppo, il numero dei diritti complessivi cresce a 12 milioni.
Di questi, 4 milioni sono destinati a finalità di pura fidelizzazione, la cui maturazione è unicamente subordinata al perdurare dei rapporti professionali con il gruppo sino all'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2011: 2 milioni per Marchionne e 2 milioni ai manager del gruppo. Gli altri 8 milioni comprendono 500mila diritti per Marchionne, in relazione ai quali sono già stati raggiunti i risultati di performance per l'esercizio 2009, 1,5 milioni per Marchionne e 6 milioni ai manager (Il Sole 24ore, 16-2-2010).




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