Le nostre ferite quotidiane assumono spesso la forma dell’esaurimento. Esaurimento su tutto, corsa senza fine su una specie di tapis roulant. Come possiamo rimanere connessi alla realtà, alle sue immagini, alle sue reti, senza crollare? Lo so, lo sappiamo, la prima domanda che ci dovremmo porre è: ma chi ci obbliga a correre? Poi, chi trae beneficio dal farci correre dietro a noi stessi in questo modo, anche se ci sfinisce? Eh, già rispondere a questo significa rimettersi sul tapis roulant. E invece scelgo di fermarmi, di tirare il fiato mettendomi in una attesa tranquilla e senza ansia, a -6° nella stazioncina di Niendorfer.

E caffè e sgnappa?
RispondiEliminasei parecchio a Nord; sembra che a Niendorfer ci sia un famoso cimitero, io mai stato così a Nord, mi fermo a Francoforte al massimo, dove appunto si corre sempre
RispondiElimina:-) conosco, o meglio: so parlare solo italiano, ma tanti anni fa imparai una parola in tedesco che mi è rimasta rievocabile, così, a mo' di pappagallo, e ricordo che significa uno stato mentale che dovrebbe essere più o meno quello delle tue parole, se le ho capite: Gelassenheit
RispondiElimina