Il 18 luglio Donald Trump ha firmato la prima legge che regolamenta le criptovalute negli Stati Uniti, il cosiddetto Genius act (Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins), che nei giorni precedenti era stato approvato in via definitiva dal Congresso.
La misura prevede che gli emittenti di stablecoin – un tipo di criptovaluta il cui valore è ancorato a dollari, titoli di Stato statunitensi o a una materia prima – forniscano come garanzia asset a basso rischio con un rapporto uno a uno. Ciò dovrebbe rassicurare le grandi aziende, le banche, gli istituti finanziari e i piccoli investitori sulla loro sicurezza, garantendo così un maggiore afflusso di denaro.
La nuova legislazione apre la strada all’emissione di stablecoin da parte di banche e grandi aziende. Non avendo alcun valore intrinseco, il prezzo di stablecoin può solo aumentare, e i profitti realizzati, a condizione che nuovi investitori e il loro denaro vengano attratti sul mercato: lo stesso meccanismo di qualsiasi altro schema Ponzi.
Ci vuol poco a comprendere che qui si annidano i semi di una grave crisi finanziaria. Un sistema del genere può avere anche la durata di anni, tutto è legato alla “fiducia”. Ma viene inevitabilmente il giorno del giudizio, poiché tale sistema bancario e societario libero, per cui quasi chiunque può emettere moneta, distrugge l’unicità del denaro, il che significa che un dollaro è un dollaro indipendentemente da come viene ottenuto.
Infatti, per garantire che ogni stablecoin sia interamente garantita dollaro per dollaro, le autorità di regolamentazione dovrebbero garantire che il bilancio dell’emittente sia coperto al 100%. La qual cosa semplicemente non esiste. Già le autorità di regolamentazione hanno tante difficoltà a tenere d’occhio le banche assicurate, come ci si può aspettare che esercitino una supervisione perfetta su centinaia, se non migliaia, di stablecoin emesse non solo dalle banche, ma anche da aziende tecnologiche e startup di criptovalute?
Tra l’altro, la regolamentazione dovrebbe passare dalle mani della Securities and Exchange Commission alla Commodity Futures Trading Commission, considerata più “crypto friendly”. Quella che si sta innescando è una bomba finanziaria che a confronto i subprime erano petardi di carnevale. Anche in tal caso sarà solo questione di tempo.
Le criptovalute sono comunque un gigantesco Schema Ponzi, che, grazie al fideismo religioso (molto simile a quello delle sette) dei suoi sostenitori, sta erodendo il cervello (e le finanze) di moltissime, troppe persone. Se prima aveva curiosità e quasi intenzione di investirci due soldi (ne ho pochi, quindi vado cauto), con il tempo si rafforza invece la convinzione di starne lontano.
RispondiEliminaMax Germanico (ora in vacanza in Italia)