Mentre il benemerito esercito israeliano, nella sostanziale ingratitudine della maggioranza degli europei, continua a ridurre, giorno dopo giorno, il numero dei palestinesi che soffrono la fame, vi racconto un’altra storia dei nostri tempi.
Nei nostri treni nazionali e locali, gli annunci sono prima in italiano e poi in inglese. Siamo un Paese a forte vocazione turistica e inoltre con molti immigrati. Quindi è opportuno il bilinguismo negli annunci. Stessa cosa per quanto riguarda i controllori, non di rado, specie sui treni locali, costretti ad arrampicarsi sulle liane dell’idioma britannico per far comprendere al viaggiatore extracomunitario, sprovvisto di “valido titolo di viaggio”, che deve pagare il dovuto oppure scendere dal treno. In Alto Adige, gli annunci avvengono prima in tedesco e poi in italiano. Ci sta.
In Belgio, invece, siamo alla barzelletta, ovvero a una febbre identitaria spinta all’assurdo. Un controllore delle ferrovie belghe è stato oggetto di una denuncia da parte di un passeggero. Dopo aver inizialmente salutato i passeggeri di un treno in lingua olandese, è stato accusato di aver aggiunto un “bonjour” in francese. E questo mentre il treno attraversava il comune di Vilvoorde. Un sacrilegio. Perché Vilvoorde si trova in territorio fiammingo (le Fiandre sono una regione settentrionale del Belgio, dove si parla una variante dell’olandese, chiamato fiammingo). In conformità con le norme in vigore in quel territorio, un controllore deve parlare esclusivamente olandese.
Si tratta di una linea ferroviaria che collega Liegi a Bruxelles e, paradossalmente, trasporta principalmente passeggeri francofoni, ma attraversa gran parte delle Fiandre. In linea di principio, i controllori dovrebbero sapere, in ogni momento, se la carrozza in cui si trovano sta attraversando le Fiandre o la Vallonia e dunque adattare di conseguenza le comunicazioni verbali coi passeggeri nella lingua prevista dalla normativa. Neanche fossimo in un romanzo di Cormac McCarthy.
Sebbene il controllore della SNCB non sia stato sanzionato a seguito dell’esposto, l’azienda ha comunque dichiarato pubblicamente che aveva violato le sacrosante regole linguistiche del Paese. Più assurdo ancora: quando un treno passa per Bruxelles, gli annunci devono ovviamente essere fatti in entrambe le lingue, ma l’ordine degli annunci, prima in olandese o in francese, cambia se il treno arriva da nord o da sud, spiegava la stessa azienda. Tutto vero.
Questa folle legislazione si estende a molti settori. Capita molto spesso che resoconti o procedimenti giudiziari vengano invalidati perché non redatti nella lingua ritenuta corretta. Si tratta di regole straordinariamente complesse che invece di placare l’ardore dei nazionalisti fiamminghi, lo esasperano.
Storicamente l’olandese non è sempre stato popolare in Belgio. Per molto tempo, la lingua ufficiale di tutte le amministrazioni belghe è stata il francese, comprese le Fiandre. Peggio ancora: durante la I Guerra Mondiale, i soldati fiamminghi venivano fucilati perché non capivano gli ordini impartiti in francese dagli ufficiali valloni (che abitano la parte meridionale del Belgio e parlano francese (una specie di francese, a dire il vero).
Approfittando di uno spostamento di ricchezza tra valloni e fiamminghi dopo la II Guerra Mondiale, questi ultimi ottennero infine il ritorno di un sistema federale con diverse lingue ufficiali.
In ogni periodo di vacanza, ci sono incidenti, per fortuna verbali: i valloni che vanno nelle Fiandre, sulla costa, si vedono rifiutare il servizio dai negozianti perché ordinano in francese. Non deve sembrare troppo strano che dopo 236 giorni di negoziati, colloqui e contrattazioni di ogni tipo tra fiamminghi e valloni, quest’anno sia stato raggiunto un accordo per la nomina di un primo ministro belga. Un certo Bart de Wever, ex sindaco di Anversa, il quale nel 2014 aveva dichiarato di “avere un sogno” Quale? “Separare le Fiandre laboriose e opulente dal peso di una Vallonia” che, ai suoi occhi, “è spendacciona e pigra”. Per diventare primo ministro ha dovuto poi ammorbidire le sue posizioni.
Restano però gli statuti del suo partito, Nieuw-Vlaamse Alliantie, che continua a sostenere l’istituzione delle “Fiandre libere”. Lo spettro politico del vecchio continente europeo si è spostato a destra, ed è persino ironico che gli eurodeputati siedano a Bruxelles, ossia in un Paese spaccato in due e sotto bandiera euroscettica.
Tutto il mondo è paese cara!
RispondiEliminaLa prima volta che sono andato in Belgio ero in auto. Non essendo ancora epoca di navigatori, dipendevo dai cartelli, che erano bilingui. Purtroppo, era epoca di ripicche linguistiche: prima erano passati i fiamminghi a cancellare le scritte francesi, poi erano passati i valloni a cancellare quelle fiamminghe. Risultato: non si leggeva un casso.
RispondiEliminaCasso mi pare sia voce internassionale, come ciao, vero? 🤔
Elimina"... Lo spettro politico del vecchio continente europeo si è spostato a destra..." solo a me è venuto da pensare all'inizio del Manifesto del 1848?
RispondiElimina"Ciao" è stato adottato dai madrelingua spagnoli, specie sudamericani, come saluto di congedo (non di accoglienza). Non ha, contrariamente all'italiano, caratteri di confidenzialità, per cui puoi dire ciao anche al re di Spagna, quando te ne vai.
RispondiEliminaFrequento altra gente 😝
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