Puoi parlare lo stesso idioma, condividere con loro alcune cose importanti, ma sei sempre una persona estranea al loro ceppo etnico e al loro ambiente. E ciò prescinde dalla cortesia, anche la più squisita, con la quale possono trattarti. Da loro ti sentirai sempre più ospite che in un qualsiasi altro luogo in cui ti capiterà di andare.
Non mi riferisco a Israele, ma a quello che noi chiamiamo Alto Adige. Quella terra che loro, con migliori ragioni, chiamano Südtirol. Ecco il punto: noi e loro. Un tema molto delicato da trattare.
La grande targa qui sotto recita nel titolo: “In memoria della dolorosa divisione del Tirolo”. È stata posta da una Schützenkompanie all’ingresso della scuola elementare. Memento per i piccoli alunni.
Italiani non sono, né si sentiranno mai. Spesso nutrono nei nostri riguardi un forte risentimento, anche con tinte razzistiche, com’è inevitabile quando c’è di mezzo l’etnia. Perché non concedere loro, non solo la più ampia autonomia amministrativa che già godono, ma anche la piena indipendenza? Politici, amministratori, noti personaggi e comuni cittadini potrebbero in tal modo rinfacciarci oltre un secolo di tirannica occupazione e celebrare in tal guisa una loro “giornata della memoria”, chiedendoci poi un cospicuo indennizzo!
C’è qualcosa di strano in questa negletta lapide (sopravvissuta!). Le date di morte dei soldati. Ipotizzo: morti a causa della “spagnola”? E però è attestato anche un soldato “ignoto”. Appena potrò, indagherò.
Anche la morte è uno spettacolo.
Io sono un plebiscitario. In Italia ci sono stati i plebisciti nel secolo XIX: ottima cosa, se non ci fossero state frodi. Ma per l'Alto Adige non mi risulta alcun plebiscito. Poiché, in aggiunta, si è dimostrato incontrovertibilmente che non è con le acquisizioni territoriali che si diventa più ricchi, ma che anzi piccolo è bello, io mi domando: se vogliono andare con l'Austria, perché non lasciarli andare?
RispondiEliminaSempre che l'Austria li voglia.
Andassero con chi vogliono, basta che poi alla bisogna non vengano a battere cassa allo stato italiano e cioè alle tasse di noi tutti lavoratori che le paghiamo!
EliminaQuesto in gran parte è un comodo truismo. Le risorse pubbliche le impiegano meglio e sono gestite con un altro spirito.
EliminaSono sempre soldi che escono dalle tasse che io pago come lavoratore che vive al sud. A prescindere di come li usano questi soldi, non si sputa nel piatto in cui si mangia. Alias: avere atteggiamenti razzisti nei confronti del resto d'Italia (a me è successo perché li ci son stato e avvertivo nettamente la loro puzza sotto al naso),questo è truismo.
EliminaErgo: andassero con l'Austria, la Germania o con chicchessia, ma battete cassa altrove, Cari... Sudtirolesi!
Caro lettore italiano, come lei avrà notato, nel mio post non cito nemmeno incidentalmente la questione fiscale ed erariale, segnatamente per i trasferimenti dallo Stato alle Regioni e Provincie autonome. Questo perché la materia è molto complessa e si rischia di farne un pour parler.
EliminaHo invece accennato, in un commento di risposta, al fatto che le Provincie autonome gestiscono e spendono molto meglio la spesa pubblica rispetto a certe Regioni. Dirò anzi, senza tema di smentita, che in genere la qualità e probità della spesa nelle Provincie autonome può essere additata ad esempio, specie verso Regioni (autonome e no) dove essa è mera dissipazione e spesso è connessa al delitto organizzato.
P.S. Se intende inviare nuovi commenti, le consiglio di identificarli con un nome qualsiasi, in tal modo anche per da dare ordine alle sue opinioni.
Eppure, oggi, i miei amici, che sempre io distinguo come “tedeschi”, tra cui un sociologo e la sua numerosissima famiglia, e molti altri a me coetanei, quindi intorno alla settantina, ci tengono a distinguersi dagli austriaci e dai tedeschi, ci tengono ad essere italiani, seppure e proprio perché di madre lingua tedesca, già più di trenta anni fa, quando decisi di restare a Bolzano, trovavo buffo che i giovani di lingua tedesca soprattutto delle valli, ambissero ad essere reclutati nell’ esercito italiano e se ne avevano a male se riformati. La settimana scorsa in un posto pubblico di un borgo vicino a Brunico, dove tutti sono di lingua tedesca, mi sono trovato a parlare male di come i tedeschi guidano la macchina nelle nostre autostrade e tutti mi hanno dato ragione, parlavo in italiano con mio cognato e lui mi guardava come per dirmi di tacere.
RispondiEliminaQuello che non ho mai sopportato è sempre stata la divisione linguistica negli asili e nelle scuole elementari, ma questo è un altro discorso. Anche se non lo condivido, c’è una grande maggioranza di persone di lingua tedesca che sono orgogliosi di essere italiani, nonostante quello che hanno passato le generazioni precedenti nell’ epoca fascista. Del resto la situazione economica nelle valli sud tirolesi è migliore che nel Tirolo austriaco, ma anche questo sarebbe un lungo discorso.
bonste
Non vi sono differenze importanti sulla concezione del mondo e visione della vita. La questione della lingua è superabilissima; sul ruolo della donna, per esempio, non vi sono problemi, eccetera. Per dirla semplice, vi è una differenza di "atteggiamento" piuttosto diffusa. Questo nell'insieme, poi il caso per caso fa storia a sé.
EliminaPer Erasmo. L'Austria li vorrebbe eccome, magari aggiungendovi il Comelico e, perché no, Trieste, che con il 1918 perse gran parte della sua importanza economica.
EliminaSe si prendono anche Magris, affare fatto.
EliminaPer i mercatini di natale 😂
EliminaA dire il vero, dato che l'Austria non li vuole nemmeno dipinti, loro sognano di riunire il grande Tirolo, quello che sotto la guida del loro eroe nazionale Andreas Hofer, combatté o meglio cercò di contrastare Napoleone il suo ritratto campeggia dappertutto ciò detto a volte ti trattano bene a volte con supponenza, meglio gli Austriaci comunque, sempre.
RispondiEliminaMauro.