domenica 27 luglio 2025

Come cimiteri ebraici

 

L’inserto culturale domenicale del quotidiano di Confindustria è divenuto negli anni di una piattezza e stanchezza sconfortante. Esangue. Ciò in gran parte è dovuto al fatto che soprattutto i grandi editori italiani pubblicano roba di breve gloria e tanta disperazione. In generale, una brillante reputazione va dritta a coloro che soddisfano il maggior numero di persone, prescindendo dalla qualità.

L’inserto dovrebbe aprirsi di più alle recensioni dei libri pubblicati all’estero, ma lo fa con la parsimonia di un ebreo (*). E ciò avviene, da un lato, per non pestare i calli agli editori e ai “grandi” autori nostrani, dall’altro per l’inconsistenza del proprio auditorio. Lo zoccolo duro dei lettori di un tempo è quasi senza posterità. Come tutto il resto.

Dovrebbero pescare anche tra i grandi e piccoli libri non più in commercio, in ciò aiutando le librerie dell’usato, che stanno diventando come cimiteri ebraici nei paesi antisemiti, come qualsiasi traccia di civiltà a Gaza: prima o poi scompariranno. Molti tra i libri dimenticati sono davvero rari. Un’opera venduta si trasforma sempre in merce, e quando diventa rara il prezzo sale. Ripubblicare potrebbe diventare un affare.

Perciò, per leggere qualcosa d’interessante, non resta che scriverselo. Che cosa scriverò quando la macchina potrà farlo per me? E scriverà meglio di quanto potrei fare io. E, mi dicono, siamo solo nella preistoria di queste macchine. La domanda non è uno scherzo: niente è più convenzionale delle battute sull’intelligenza artificiale, tranne forse l’ansia o l’entusiasmo che provocano. Sono due facce della stessa medaglia. Domani scriverò un post su questo. Forse.

(*) Frase che denota il mio antisemitismo, of course.

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