«Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra.»
I rituali includevano non solo strette di mano e sorrisi forzati, ma anche elogi per il genio imprenditoriale di Trump e lo splendore del suo campo da golf, il tutto pronunciato con l’entusiasmo di ostaggi che leggono una richiesta di riscatto.
Il tutto in quaranta minuti. Dunque il diktat trumpiano non può che rappresentare una tappa intermedia nell’escalation di una guerra commerciale.
Non è casuale che, un giorno dopo il diktat commerciale fatto ingoiare all’Europa da Trump, lo stesso presidente abbia ridotto a pochi giorni il tempo concesso a Putin per una soluzione negoziata. L’appoggio statunitense alla guerra europea contro la Russia stava nel piatto della cosiddetta trattativa scozzese.
La continuazione della guerra per procura della NATO in Ucraina e il timore che Trump potesse raggiungere un accordo con Putin per concentrarsi maggiormente sul conflitto con la Cina perseguita le potenze europee da mesi. Sempre non a caso, Trump ha già costretto gli europei a pagare l’ultima tranche di armi statunitensi fornite all’Ucraina.
Ecco spiegato perché, a differenza di Pechino, un’Europa che continua ad aver bisogno della NATO non può permettersi un duro conflitto commerciale con Washington. La chiave di tutto non è la debolezza militare dell’Europa, come si tende a far credere, ma la sua divisione interna anche in materia militare (in oltre tre anni di guerra avrebbe potuto provvedere in merito con larghezza). La doccia scozzese è la dimostrazione palese che l’Europa non esiste politicamente e militarmente, ed è divisa su tutto il resto.
Tutto ciò avviene mentre l’imperialismo statunitense è impegnato in una competizione globale per spartirsi il mondo e le sue risorse. Il programma di questa contesa è scritto, per il momento, nel sangue degli ucraini e dei palestinesi.
I costi della guerra e della guerra commerciale ricadranno inevitabilmente sulle solite spalle. Francia, Italia e non meno la Germania sono sull’orlo di un collasso economico, ma si fa finta di nulla. Gli esiti di tutto questo si vedranno tra mesi e anni, e saranno drammatici.
"... un’Europa che continua ad aver bisogno della NATO..." - ma bisogno della NATO per cosa? E' l' Europa che comandava la NATO nelle guerre precedenti a quella attuale in Ucraina, è l'Europa che ha deciso e attuato la tenaglia militare contro la Russia? E' l'Europa che ha deciso il riarmo europeo? Un'Europa che continua ad aver bisogno della NATO non è piuttosto una Europa inventata e imposta come idea dominante.
RispondiEliminaPS - L'ultima frase da leggere col punto interrogativo - oppure c'è un "non" da togliere.
RispondiEliminaLa mia è una constatazione, non una adesione al fatto che l'Europa senta bisogno della NATO
RispondiEliminaMa in caso di gran botto, noi pitechi italioti del nordest saremo in primi a sparire senza nemmeno accorgercene? Chiedo per un caro amico.
RispondiEliminaMauro
Rassicuri l'amico, per quanto mi riguarda non intendo un botto bellico
EliminaSe aveste letto con più attenzione Lenin invece di andare
RispondiEliminaappresso a quei paraculi intellettualoidi di Negri, Ingrao e
Bertinotti avreste compreso che l'Unione Europea
nonostante aspirasse a divenire un polo imperialista è
costituita fondamentalmente di "potenze" sub imperiali
comprese nella zona di influenza amerikana e la Nato
sta lì a dimostrarlo. Fatta questa doverosa premessa, la
cosa che dovrebbe più colpire di questa intesa a perdere
della Von der Leyen con Trump sono i dazi sull'acciaio al
50%. Ciò significa il ridimensionamento definitivo dei
paesi europei sul piano industriale e la trasformazione in
territori da turismo plebeo funzionale al sollazzo di
amerikani, sauditi ed ebrei. Vi siete chiesti il perchè di
questi dazi al 50%? Ma perchè, come con la Russia la
partita si gioca sulle materie prime, con la Cina è proprio
sulla produzione di acciaio che si dipanerà la
competizione e gli USA tendono illusoriamente a
riconquistarne il monopolio. L'industria militare si fonda
sull'acciaio producendo quegli armamenti che gli
amerikani rivenderebbero agli europei nella classica
logica coloniale. Mi dispiace per il mio amico Forte, ma le
Fonderie Pisano avranno vita breve non perchè
inquinano (oggi una nave da crociera nel porto di Salerno
in un giorno inquina di più che trent'anni di
funzionamento di una fonderia), ma per carenza di commesse.
Fabrizio