venerdì 25 luglio 2025

Genocidio palestinese: “irrilevante per la maggioranza degli israeliani”

 

In una lettera consegnata ieri dal console francese a Gerusalemme, Nicolas Kassianides, a Mahmoud Abbas, presidente della Palestina e dell’Autorità Nazionale Palestinese, il presidente della repubblica francese, Emmanuel Macron, ha promesso che a settembre, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, “la Francia procederà al pieno riconoscimento della Palestina come Stato”.

Benjamin Netanyahu, il criminale di Stato, dice che quella della Francia è una decisione che “premia il terrore”, espressione che subito il quotidiano filosionista Repubblica traduce con “terrorismo”.

La signora in sovrappeso con la bandiera palestinese:foto migliore non si poteva scegliere.

“Questa decisione sconsiderata serve solo alla propaganda di Hamas e fa arretrare il processo di pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”, ha dichiarato quella faccia da canaglia del Segretario di Stato americano Marco Rubio.

L’ineffabile Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia sostiene che l’annuncio di questo riconoscimento “galvanizzerà [...] tutti gli agitatori antisemiti che distorcono la causa palestinese per giustificare l’attacco agli ebrei francesi.

Quanto all’ottantanovenne Mahmoud Abbas, questi aveva inviato il 10 giugno a Emmanuel Macron e al principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed Ben Salman, una lettera nella quale il leader palestinese denunciava gli attacchi del 7 ottobre 2023 e sosteneva la smilitarizzazione di Hamas, promettendo anche di rinnovare la governance dell’Autorità Nazionale Palestinese.

È questa una decisione tardiva, di decenni, sul diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e all’istituzione di uno Stato indipendente sui confini del 1967. È comunque un gesto simbolico e politico che verrà fatto pagare caro a Macron da parte del sionismo, che, com’è noto, è ben presente nella finanza, nei media e ovunque vi sia da esercitare un potere.

Resta appunto il fatto che il progetto sionista, ormai a buon punto di realizzazione, è quello della grande Israele, progetto che non include solo la Palestina, procedendo alla cacciata e allo sterminio della popolazione palestinese.

Per la redazione del quotidiano israeliano Haaretz, non solo la fame a Gaza è reale, ma sarebbe una scelta deliberata del governo di Israele. Il giornale accusa esecutivo ed esercito di aver causato intenzionalmente una carestia: «Ogni camion che entra deve sfamare 30.000 persone. Non servono competenze logistiche per capire che questo è affamare un popolo».

Haaretz parla apertamente di «crimine di guerra» e di «violazione delle direttive della Corte Internazionale di Giustizia». Secondo il quotidiano, «Ogni giorno di ritardo significa più bambini che muoiono di fame».

Secondo il network israeliano Arutz Sheva, tutto il caso è «una campagna demagogica» orchestrata dai media e dal mondo progressista per delegittimare Israele. La narrativa della fame è non solo esagerata, ma anche irrilevante per la maggioranza degli israeliani: «La gente qui ha altre priorità: la sicurezza, l’economia, ricostruire le città distrutte. Il pianto sulla fame a Gaza non tocca nessuno».

6 commenti:

  1. La signora nella foto come avrebbe dovuto essere, magra e con i tacchi a spillo?

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  2. Mi chiedo perché Macron abbia fatto quel gesto politico e simbolico, se deve aspettarsi la vendetta dei sionisti nella finanza e nei vari poteri.
    F. G.

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    1. Anche motivi di politica interna e poi chissà che altro, ma gliela faranno pagare in qualche modo (senza apparire ovviamente)

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  3. Intanto Corbyn esce dai laburisti e fonda un partito di sinistra vera, anche buone notizie ogni tanto anche se probabilmente di poco spessore.
    Pietro

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  4. Ora tutti o quasi che parlano ipocritamente di riconoscere lo Stato palestinese, quando è lo Stato di Israele ad essere una invenzione basata sulla violenza il vero problema.

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