Era il giugno dell’anno scorso, le antenne del radiotelescopio ASKAP, nel deserto occidentale australiano, captarono un segnale radio di potenza anomala per un brevissimo istante. Sarebbe stata l’onda più potente catturata dall’Institute for Radio Astronomy della Curtin University nel 2024.
Finalmente li abbiamo intercettati questi alieni. Non resta che invitarli a mettere ordine nei nostri casini, quelli politici e quelli domestici. Eccoli, gli arcangeli di cui parlava quel tale nei Vangeli. Gli astronomi parlano di parsec, gigapianeti, centinaia di gradi sopra o sotto lo zero, o di fondo cosmico a microonde. Eppure, bastano loro solo tre nanosecondi ed è tutto da riscrivere, dai Sumeri ad oggi.
Si pensò che quel misterioso segnale fosse l’annuncio di una nuova, importante scoperta astrofisica. In realtà, proveniva da un vecchio satellite americano dimenticato dal 1967. Spazzatura, insomma. Del resto, ci direbbe oggi Pier Domenico Colosimo, chi avrebbe potuto produrre un simile lampo nelle profondità dello spazio se non un’entità aliena?
Tuttavia i radioastronomi della Curtin University hanno preferito approfondire l’ultima ipotesi di moda riguardo a questo tipo di segnale: quella dei “burst radio veloci”. Si tratta di impulsi radio molto brevi, dell’ordine di pochi millisecondi, scoperti per caso in dati d’archivio nei primi anni di questo millennio.
Non sanno ancora come spiegare queste esplosioni, ma ipotizzano che potrebbero essere associate a stelle di neutroni con un forte campo magnetico. Ipotetiche stelle chiamate “magnetar”, proprio come le famose “pulsar”, stelle simili con un campo magnetico da 100 a 1.000 volte meno intenso, scoperte cinquant’anni prima dai radioastronomi irlandesi.
E gli alieni? Dobbiamo portare pazienza, prima o poi si faranno vivi. Relay 2, questo il nome dell’oggetto dell’equivoco, era considerato inattivo dal 1967. Lanciato dalla NASA nel 1964, il satellite era stato utilizzato per le comunicazioni, ma per oltre cinquant’anni non si è avuto alcun segno di vita, nessun segnale. Allora che cos’è successo? Morite dalla voglia di saperlo, sospetto.
Probabilmente il risultato di una scarica elettrostatica dovuta all’accumulo di cariche elettriche sulla superficie metallica del velivolo, la sua sottile e intensa banda radio catturata dagli astronomi tredici mesi fa non era inferiore a quella di una magnetar. I radioastronomi sono stati quindi ingannati. Né alieni, né collassi galattici di stelle. Solo monnezza spaziale.
In realtà, i segnali parassiti non divertono più i radioastronomi, perché questo tipo di false piste si moltiplica di anno in anno e sono persino destinate a intensificarsi. L’ultima generazione di radiotelescopi è ottimizzata per cercare segnali sempre più deboli provenienti da sempre più lontano. Un giorno forse potremmo imbatterci in una bestemmia pronunciata quasi 14 miliardi di anni or sono. Questo significa che i nuovi radiotelescopi sono anche molto più sensibili ai segnali parassiti inviati da vicino alla Terra.
42.000 satelliti Starlink e altrettanti rottami parassiti. Ed è proprio questo che minaccia la radioastronomia: una luce parassita permanente proveniente non dai confini dell’universo, ma dalla nostra orbita terrestre, di cui i satelliti zombie sono solo un esempio. Dal 2019, la società SpaceX di Elon Musk ha lanciato oltre 6.000 satelliti Starlink attorno alla Terra e punta a 42.000 a lungo termine, mentre Cina, Amazon e OneWeb stanno preparando la loro conquista.
Entro il 2030 si prevede che circa 100.000 satelliti popoleranno l’orbita terrestre, e altrettanti potenziali futuri zombie, segnali vaganti “intenzionali”, comandati per comunicare con la Terra, o “non intenzionali”, emessi dal funzionamento automatico del satellite, ci faranno lo sciampo elettromagnetico.
Le aree dedicate all’osservazione spaziale rimangono molto limitate. Ad esempio, intorno ai 1.420 MHz la banda è protetta per l’osservazione dell’idrogeno, la molecola più presente nell’universo. La osservo da anni tutte le notti, e di cose strane ne potrei raccontare a riguardo. La storia di un caos di bande di distribuzione delle lunghezze d’onda, tra operatori satellitari, militari, radio o scientifici. Prima o poi lo stalking telefonico arriverà dallo spazio, e dunque non sapremo se l’offerta promozionale proviene dall’orbita terrestre oppure da una lontana galassia.
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