venerdì 8 maggio 2020

Il caso Collini



Ieri sera raitre ha trasmesso il film Il caso Collini, tratto dal romanzo di Ferdinand von Schirach, nipote di Baldur von Schirach, uno dei fondatori della Hitler-Jugend e, successivamente, Gauleiter e Reichsstatthalter di Vienna.

Verso la fine del film, durante il processo contro Fabrizio Collini, imputato per l’uccisione dell’ex Ss Hans Meyer, c’è il classico colpo di scena, in tal caso ha ad oggetto la cosiddetta legge Dreher, dal nome di Eduard Dreher, ex membro del NSDAP e dal 1938 pubblico ministero presso il tribunale speciale di Innsbruck, dove fu uno di quelli che chiedevano la pena di morte anche per i reati più lievi.

Nella seconda metà degli anni 1960, fu predisposta una grande riforma del diritto penale e contestualmente una legge organica sui reati amministrativi (Gesetz über Ordnungswidrigkeiten, OWiG), per cui i reati minori dovevano essere depenalizzati e le disposizioni sui reati amministrativi, sparse in numerose singole leggi, dovevano essere codificate in un unico corpo.

Fu predisposta anche una legge introduttiva sui reati amministrativi: Einführungsgesetz zum Gesetz über Ordnungswidrigkeiten (EGOWiG), del 24 maggio 1968. Il Ministero Federale della Giustizia, Eduard Dreher, fu il responsabile di detta legge introduttiva di 156 articoli.

Contrariamente allo scopo giuridico dell’EGOWiG, di depenalizzare solo i reati minori, l’articolo 1, § 6, dell’EGOWiG concerneva una disposizione che emendava l’art. 50, § 2, del codice penale, introducendo di fatto la prescrizione per i crimini nazisti qualora non fosse dimostrato che l’imputato aveva agito per “odio razziale”. L’EGOWiG entrò in vigore dal 1° ottobre 1968, contestualmente alla citata OWiG, senza neppure una discussione al Bundestag.

L’EGOWiG è stato abolito dopo circa quarant’anni dalla sua entrata in vigore perché non c’era più alcuna necessità pratica delle norme in esso contenute.

Naturalmente nel film tutto ciò non è spiegato in dettaglio e il racconto procede in modo molto semplificato.

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