sabato 2 maggio 2020

Vietato criticare



Nel novembre del 2012, Rossana Rossanda lasciava il giornale che aveva contribuito a fondare e che già aveva diretto. Dopo oltre quarant’anni, con poche righe chiudeva il suo rapporto prendendo “atto della indisponibilità al dialogo della direzione e della redazione del manifesto, non solo con me ma con molti redattori che se ne sono doluti pubblicamente e con i circoli del manifesto che ne hanno sempre sostenuto il finanziamento”.

Infatti nello stesso mese, “visto l’andazzo”, se ne era già andato Marco D’Eramo, storica firma de il manifesto, consigliando a compagne e compagni di rompere con il quotidiano, “perché non si tratta più di un collettivo ma di un manipolo che per varie ragioni si è appropriato del giornale”. Negli stessi giorni e per motivi analoghi lasciava anche Joseph Halevi, prestigioso collaboratore. E altri.

Il manifesto, in questi nostri giorni ha pubblicato un appello di sostegno al governo, addirittura col titolo Basta con gli agguati, partendo da siffatto presupposto: «Il governo Conte non è il migliore dei possibili governi, sempre che da qualche parte possa esistere un governo perfetto».

Che è la tesi concettualmente pleonastica di ogni governo con la coda di paglia.

Nessuno pretende che il governo Conte sia il migliore dei possibili governi, tantomeno in Italia dove ce ne sono sempre anche di peggiori. Tuttavia proprio perché ci troviamo in condizioni di enormi e inedite difficoltà vorremmo un governo meno mediocre e approssimativo dell’attuale per quanto riguarda le misure d’intervento, più rapido e snello nella programmazione, meno confuso e oscuro nella comunicazione.

Che poi in parlamento vi sia la possibilità di formare un nuovo governo, meglio attrezzato per affrontare la situazione, è faccenda tutta da vedere; ma questo non può esimere dal criticare l’attuale, non solo per le evidenti deficienze ma anche perché, contrariamente a quanto sostiene il manifesto, ha abusato nella forma e nella sostanza degli strumenti emergenziali previsti dalla Costituzione. 

Per quanto riguarda le misure di lockdown, la normativa governativa ha lasciato ampio margine d’interpretazione a qualunque bischero si sentisse investito d’autorità, tanto da abusarne in sprezzo a tutto e anche al ridicolo.

Sta di fatto che anche dalle fila di chi fa parte di questo governo (e figuriamoci se non mi duole trovarmi in sintonia con gente simile), così come da parte di giornalisti favorevolissimi a questa compagine governativa, s’è sentito dire chiaramente (e dunque non è stato solo larvatamente adombrato) che è stata “di fatto sospesa la Costituzione”.

Su un punto si può essere d’accordo con il manifesto, laddove dice che la situazione è il risultato di pregresse deficienze ed è stata ora «aggravata in qualche caso da gestioni regionali arroganti e approssimative». E vorrei anche vedere che si negasse l’ecatombe provocata da quelle gestioni.

Tuttavia la maggiore responsabilità di quanto accaduto sta sempre e comunque in capo al governo nazionale, il quale era sicuramente a conoscenza dei fatti gravi che hanno condotto il 30 gennaio a dichiarare lo “stato d’emergenza nazionale” (che non è, sia chiaro, robetta da poco), sostenendo per voce del presidente del consiglio che tutto era stato predisposto per tale emergenza, quando in realtà sappiamo che non era stato predisposto nulla.

4 commenti:

  1. Non se ne uscirà con mezzi pacifici, poco ma sicuro

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  2. Mi è stato fatto notare che in materia sanitaria e di chiusura preventiva di certe zone erano le regioni a doversene occupare. E naturalmente mi è stato fatto notare da persone che difendono il governo. Non sono uno che maneggia il diritto per mestiere, ma a prescindere lasciare in mano alle regioni una situazione così delicata senza un forte coordinamento direttivo nazionale non è stato già un errore? Il governo ha attribuito alla Protezione Civile potere di ordinanza. Borrelli ha emanato l'ordinanza 630 di Febbraio, che sono andato a vedermi, creando già subito grande confusione nell'individuare i cosiddetti soggetti "attuatori" a livello locale. A me pare che nel ginepraio della burocrazia e dell'inabilità che contraddistinguono questo Paese, il virus ha trovato davvero l'ambiente migliore dove proliferare a tutti i livelli. Prima ancora fra le scartoffie che nelle corsie di ospedali ed Rsa. Inoltre (il virus) a un certo punto deve aver guardato in faccia Conte. E deve aver capito che qui poteva davvero avere vita lunga.

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  3. L'ascesso che non si incide diventa granuloma.

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  4. Sopratutto il manifesto, ma non solo, credo riceva in questo periodo incassi stratosferici rispetto ai suoi abituali. Nessuno tra questi, nell'editoria giornaliera, propone analisi su chi veramente sta facendo affari da questi DPCM. Certo, ci sono sempre loro, i google, gli amazon ecc. i fornitori di telefonia ecc. Essenzialmente ridicoli, se non fosse drammatica la situazione, i commenti da parte de' il manifesto, nella pagina "basta con gli agguati".
    Un abuso di potere anche il loro, ...cosa fanno le risorse o anche solo le promesse pecuniarie!
    Fanno dire all'odierno giornalista; "paraponziponzipo".
    Non riescono a comprendere che si, una possibile multa potrebbe fare la differenza, una differenza enorme. Che dire, non sono certo più nel pianeta di chi ha bisogno del lavoro, sono forse nel pianeta dei furbi.
    Preferisco di gran lunga un fools di Shakespeare, caduto al grado estremo dell'umiliazione, ben al di sotto della mendicità, privo di considerazione sociale e ritenuto da tutti sprovvisto della primaria dignità umana, la ragione, perché soltanto lui ha di fatto la possibilità di dire la verità mentre tutti gli altri mentono. Ma questi giornalisti hanno di-mentecatto proprio tutto.

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