sabato 25 gennaio 2020

Da Wuhan a Davos



I coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare fenomeni che vanno dal comune raffreddore a patologie vere e proprie come la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) e la sindrome respiratoria mediorientale (MERS). Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che siano identificati più coronavirus.

È utile un confronto con le recenti epidemie. Nel 2002-2003, il virus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV), noto anche come influenza aviaria asiatica, si è diffuso in 32 paesi, con oltre 8.000 casi e 800 morti segnalati. La SARS è stata la prima evidenza di un coronavirus in cui è stata documentata la trasmissione da uomo a uomo (è stato trasmesso dagli zibetti agli uomini). Il tasso di mortalità SARS era del 10 per cento.

Nel settembre 2012, l’epidemia della sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS-CoV), trasmessa dai dromedari agli uomini, ha avuto origine in Arabia Saudita e si è diffusa in 27 paesi. La trasmissione da uomo a uomo di MERS è stata segnalata per la prima volta nel maggio 2013 in Francia. Tuttavia, i ricercatori hanno notato che il virus si diffuse lentamente tra gli esseri umani, suggerendo una regressione nella sua virulenza. L’indice di mortalità MERS era del 35 per cento, però bisogna tener conto in tale rapporto che gli infettati non furono numerosi come nel caso della SARS.

Per quanto riguarda il confronto con un altro caso di epidemia, ossia l’influenza spagnola del 1918-1919, si trattò di una vera e propria pandemia con un tasso di mortalità del 2 per cento, però su un bacino di decine di milioni d’influenzati. L’attuale epidemia di Wuhan Coronavirus registra, finora e sulla base dei dati ufficiali, un tasso fatale vicino al 4 per cento. Le autorità sanitarie non sono ancora in grado di stabilire se il virus potrebbe diventare più virulento e infettivo. Non ci sono farmaci antivirali o vaccini pronti a prevenire la malattia. Il National Institutes of Health ha affermato che un tale vaccino potrebbe essere predisposto nel corso di tre mesi.

Il massiccio e rapido fenomeno dell’urbanizzazione, le condizioni di sovraffollamento, i sistemi di allevamento e di macellazione degli animali, la carenza di controlli sanitari, il consumo di certi alimenti non sicuri e la totale assenza d’igiene, in molti paesi sono causa di gravi e diffuse patologie nonché di focolai d’infezione. La velocità e l’alto numero di persone che oggi possono spostarsi rapidamente da un paese o da un continente ad un altro, fanno in modo che una nuova estesa pandemia possa colpire anche chi soggiorna, per esempio, a Davos.

5 commenti:

  1. Risposte
    1. già. cmq al momento non c'è da preoccuparsi, né a Davos né a Voghera o altrove da queste parti. speriamo non arrivi in africa, da lì la situazione potrebbe precipitare.

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  2. la difficoltà stavolta consiste nella trasmissibilità ancor prima che si manifestino i sintomi

    anche i virus sembrano adottare strategie sempre più sofisticate e inafferrabili

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  3. The danger is probably highest from eraser crumb residues left on the objects than from contact throughout dry cleansing.

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