Mercoledì scorso il presidente turco Recep
Tayyip Erdoğan e il suo omologo
russo Vladimir Putin hanno partecipato all’inaugurazione ufficiale del progetto
del gasdotto TurkStream. Il cerimoniale è arrivato tra le crescenti tensioni di
guerra in tutta la regione dopo l’assassinio da parte degli Stati Uniti del
generale Qassem Suleimani, capo della Forza Quds dell’IRGC (Islamic
Revolutionary Guard Corps) e la mite e calibratissima rappresaglia missilistica sulle basi
statunitensi in Iraq da parte di Teheran.
Secondo una dichiarazione ufficiale, il
progetto TurkStream di 930 chilometri consta di due linee con una capacità
totale di 31,5 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno. Il primo trasporterà
15,75 miliardi di metri cubi di gas russo attraverso il Mar Nero in Turchia
ogni anno, mentre il secondo trasporterà la stessa quantità dalla Russia all’Europa
attraverso la Turchia. La seconda linea, che riforniva Bulgaria, Serbia e
Ungheria, sarà inaugurata nel prossimo futuro. TurkStream eviterà le
attuali rotte dell’oleodotto attraverso l’Ucraina, così come Nord Stream 2, un
oleodotto sottomarino che collega direttamente la Russia alla
Germania attraverso il Mar Baltico.
L’apertura di questo gasdotto strategico
riflette il miglioramento delle relazioni tra Turchia e Russia, nonostante le
minacce di Washington. L’accordo TurkStream è stato siglato nell’ottobre 2016 a
Istanbul, appena tre mesi dopo il fallito colpo di stato di Washington e
Berlino contro Erdoğan avvenuto il 15 luglio. Il colpo di stato è fallito perché Erdoğan, allertato da Mosca, è stato in grado di
fare un appello tempestivo ai suoi elettori perché scendessero in piazza per difenderlo.
Scrive a tale riguardo Alberto Negri su il manifesto:
«Perché come Paese contiamo
poco o niente? Una delle risposte è venuta questa settimana nella stretta di
mano tra Putin ed Erdogan all’inaugurazione del Turkish Stream, il simbolo del
fallimento della nostra politica estera nel Mediterraneo e in Libia. Quel
gasdotto con il nome di South Stream doveva costruirlo l’italiana Saipem non
Erdogan ma fu bloccato da Europa e Stati Uniti per sanzionare la Russia
sull’Ucraina.
Peccato che alla Germania in
questi anni sia stato consentito di raddoppiare il North Stream con Mosca e
alla Turchia, riottoso membro della Nato, di raggiungere accordi con Putin nel
gas e persino negli armamenti. Dov’erano l’Unione europea e gli Stati Uniti?
Hanno contribuito a bloccare i nostri interessi nazionali ma dato via libera a
quelli altrui».
Ad ogni modo vi sono luci ed ombre nei rapporti tra Russia e Turchia delle quali neanche l'eccellente Negri dà conto nel suo articolo:
Infatti, la Russia ha avviato sanzioni economiche
dopo che la Turchia ha abbattuto un aereo da combattimento russo sulla Siria
nel novembre 2015. Sebbene le relazioni tra i due paesi siano state sempre più
ricostruite e sviluppate dopo il colpo di stato, Mosca non ha finora
ammorbidito la sua posizione.
Non è un caso che mentre i funzionari turchi
hanno salutato il gasdotto per aver reso la Turchia un “nuovo hub energetico
regionale” (questo ritengono), i consumatori turchi pagheranno ancora di più
degli europei per lo stesso gas. Nei mercati dell’UE, il prezzo medio del gas
russo è di circa 220 dollari per 1.000 metri cubi, mentre il mercato turco
pagherà circa 305 dollari per la stessa quantità tramite il gasdotto TurkStream.
Questo dimostra chi sa fare politica estera
e gli interessi del proprio paese e chi invece, in missione al Cairo come
ministro degli Esteri italiano, non ha nemmeno il coraggio di firmare il documento finale perché troppo “anti-turco”.
A uno così non avrei dato da dirigere nemmeno i lavori nel mio orto di casa.
Quale colpo di stato?
RispondiEliminahttps://www.ilpost.it/2016/07/16/colpo-di-stato-turchia-breve-guida/
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