sabato 11 gennaio 2020

L'orto di casa



Mercoledì scorso il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan e il suo omologo russo Vladimir Putin hanno partecipato allinaugurazione ufficiale del progetto del gasdotto TurkStream. Il cerimoniale è arrivato tra le crescenti tensioni di guerra in tutta la regione dopo lassassinio da parte degli Stati Uniti del generale Qassem Suleimani, capo della Forza Quds dellIRGC (Islamic Revolutionary Guard Corps) e la mite e calibratissima rappresaglia missilistica sulle basi statunitensi in Iraq da parte di Teheran.

Secondo una dichiarazione ufficiale, il progetto TurkStream di 930 chilometri consta di due linee con una capacità totale di 31,5 miliardi di metri cubi (bcm) allanno. Il primo trasporterà 15,75 miliardi di metri cubi di gas russo attraverso il Mar Nero in Turchia ogni anno, mentre il secondo trasporterà la stessa quantità dalla Russia all’Europa attraverso la Turchia. La seconda linea, che riforniva Bulgaria, Serbia e Ungheria, sarà inaugurata nel prossimo futuro. TurkStream eviterà le attuali rotte dell’oleodotto attraverso l’Ucraina, così come Nord Stream 2, un oleodotto sottomarino che collega direttamente la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico.

L’apertura di questo gasdotto strategico riflette il miglioramento delle relazioni tra Turchia e Russia, nonostante le minacce di Washington. L’accordo TurkStream è stato siglato nellottobre 2016 a Istanbul, appena tre mesi dopo il fallito colpo di stato di Washington e Berlino contro Erdoğan avvenuto il 15 luglio. Il colpo di stato è fallito perché Erdoğan, allertato da Mosca, è stato in grado di fare un appello tempestivo ai suoi elettori perché scendessero in piazza per difenderlo.

Scrive a tale riguardo Alberto Negri su il manifesto:
«Perché come Paese contiamo poco o niente? Una delle risposte è venuta questa settimana nella stretta di mano tra Putin ed Erdogan all’inaugurazione del Turkish Stream, il simbolo del fallimento della nostra politica estera nel Mediterraneo e in Libia. Quel gasdotto con il nome di South Stream doveva costruirlo l’italiana Saipem non Erdogan ma fu bloccato da Europa e Stati Uniti per sanzionare la Russia sull’Ucraina.

Peccato che alla Germania in questi anni sia stato consentito di raddoppiare il North Stream con Mosca e alla Turchia, riottoso membro della Nato, di raggiungere accordi con Putin nel gas e persino negli armamenti. Dov’erano l’Unione europea e gli Stati Uniti? Hanno contribuito a bloccare i nostri interessi nazionali ma dato via libera a quelli altrui».

Ad ogni modo vi sono luci ed ombre nei rapporti tra Russia e Turchia delle quali neanche l'eccellente Negri dà conto nel suo articolo:

Infatti, la Russia ha avviato sanzioni economiche dopo che la Turchia ha abbattuto un aereo da combattimento russo sulla Siria nel novembre 2015. Sebbene le relazioni tra i due paesi siano state sempre più ricostruite e sviluppate dopo il colpo di stato, Mosca non ha finora ammorbidito la sua posizione.

Non è un caso che mentre i funzionari turchi hanno salutato il gasdotto per aver reso la Turchia un “nuovo hub energetico regionale” (questo ritengono), i consumatori turchi pagheranno ancora di più degli europei per lo stesso gas. Nei mercati dell’UE, il prezzo medio del gas russo è di circa 220 dollari per 1.000 metri cubi, mentre il mercato turco pagherà circa 305 dollari per la stessa quantità tramite il gasdotto TurkStream.

Questo dimostra chi sa fare politica estera e gli interessi del proprio paese e chi invece, in missione al Cairo come ministro degli Esteri italiano, non ha nemmeno il coraggio di firmare il documento finale perché troppo “anti-turco”. A uno così non avrei dato da dirigere nemmeno i lavori nel mio orto di casa.

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