Oltre agli avverbi di dubbio, gli ex Pci sono maestri nell’uso della litote. Una scuola, la loro. Ad ogni modo bisogna leggerla questa lettera per
comprendere quanta confusione c’è attorno al nome di Marx, arruolato paladino del femminismo, dell’ambientalismo e addirittura del lavoro (senza
sfruttamento, per carità).
“Il
limite delle associazioni ambientaliste, femministe, del lavoro, eccetera, è la
cultura parcellizzata, ovvero rimanere culturalmente relegati nel proprio
settore. E risultano inevitabilmente perdenti. Riscoprire le teorie e le culture
che studiano e programmano una nuova società, una nuova economia, è quindi
necessario. Partendo dalla cultura marxista. Basandosi su essa il primo passo è
un progetto culturale, e politico, di respiro mondiale. Un progetto per
Ambiente e Socialismo nel Mondo”.
Questo è parlare chiaro!
Che cosa s’intende per “nuova economia”? Non
c’è nulla di più nuovo di un capitalismo in continua trasformazione.
“Riscoprire le teorie e
le culture che studiano e programmano una nuova società”. Quali teorie, quali
culture? Marx non ha studiato e tantomeno programmato “una nuova società”.
Che facciamo, un misto di capitalismo e di
“sana programmazione”? Torniamo ad Amendola-Napoleoni-Napolitano, al Pci?
Oppure Latouche, Piketty, ecc.?
“Un
progetto per Ambiente e Socialismo nel Mondo” (tutto con capolettera in maiuscolo,
ovviamente). Eh già, Marx proprio di questo si occupava, dei capolettera. E di culture “bio”, a
tempo perso.
Chi decide il progetto, siamo sicuri che ci
metteremo d’accordo su quale ambiente (termine ambiguo) e su quale socialismo?
Le risorse energetiche e minerarie come le spartiamo? Per lo scambio
tecnologico, instituiamo una commissione Onu? E, tanto per dire, degli Stati
nazionali che ne facciamo, basterà un tratto di penna in sede di programmazione?
Sono molto d’accordo su ripartire da Marx,
caro signor Angelo, ma teorie, pur indispensabili, e culture, e qui il discorso
si complica assai, non bastano. Quale Marx, quello della vulgata? Non dimentichiamo che anche tale Fusaro è pro Marx, e se
facessimo un’indagine in certi ambienti si scoverebbero frotte di
anticapitalisti.
Marx invece, e do una notizia, non era anticapitalista. E nemmeno
antifeudale, tanto per rendere comprensibile il concetto (e qui il forse ci sta tutto). E non era nemmeno
anti-borghese, perché lui stesso un borghese, ed Engels un industriale. Oh,
Angelo mio, come si complicano le cose strada facendo verso la programmazione
del socialismo ambientalista alla luce di Marx.
Il superamento di un’economia basata sulla
legge del valore, sulla dicotomia valore d’uso – valore, non è un fatto
culturale e ancor meno etico. Altra questione non marginale: chi detiene il
potere, nelle sue variegate forme, non lo molla con le buone maniere. Tuttavia
immagino che il signor Angelo Bini aborra la violenza, salvo poi dolersene
perché la subiamo.
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