Sosteneva questa sera il professor Cacciari che
non può durare a lungo una democrazia dove da vent’anni i redditi dei ceti medi
e medio bassi sono in costante flessione. Non si può non essere d’accordo, e
anzi soggiungo che si tratta precisamente della parabola del riformismo.
Vi è stato un periodo storico nel quale il
numero di persone abbienti era in aumento e non in diminuzione, il capitale non
si concentrava in pochissime mani, piccole e medie imprenditorialità si stavano
diffondendo e affermando, un nuovo ciclo economico espansivo favoriva anche le
classi lavoratrici che raggiungevano in quegli anni condizioni di diffuso
benessere e un accesso ai consumi dapprima sconosciuto.
Si radicava l’idea che il riformismo fosse
la strada più adatta per progredire verso una società più giusta, che il
capitalismo, se ben diretto e regolato, rappresentasse l’opzione migliore. Per
il comunismo si sarebbe visto più in là, forse.
Pochi decenni, poi gli effetti della
globalizzazione e l’impatto delle nuove tecnologie hanno revocato non solo in
dubbio, ma polverizzato le aspettative sul piano delle opportunità e del
welfare. Le nuove generazioni si trovano ad affrontare una situazione economica
e sociale ben diversa da quella che ha accompagnato, in espansione, le generazioni
del secondo dopoguerra.
Bisogna pur prendere atto della realtà,
ossia del fatto che esaurita la fase virtuosa, la collaborazione della sinistra
riformista con la borghesia nel tempo è servita a rendere la classe dominante
più forte e il suo potere assoluto. Non solo in Italia, il cui destino è vuoto,
ma nell’intero occidente. Pertanto, ritenere che il riformismo ne esca
screditato perché non ha saputo ben dirigere e regolare i processi in atto è
solo una parte della verità e nemmeno quella più cospicua e decisiva per
spiegare i suoi limiti intrinseci.
Tramontata l’epoca del riformismo vincente,
potranno fare tutti i congressi e le rifondazioni di questo mondo, riprogettare
il proprio ruolo in mille modi, ma quell’epoca di successi e di consenso non
tornerà. Sotto l’incalzare delle trasformazioni economiche e sociali la destra sarà
vincente per molto tempo.
Ciò di cui si avverte di più la mancanza è
precisamente un’idea di modello alternativo di società al quale riferirsi
(perciò tanti balbettii, il ripiegamento sui diritti civili, pur sacrosanti, il ritorno alla buona creanza, ecc.). E però questa idea di modello alternativo può nascere
e costruirsi solo nella realtà storica concreta, e non potrà avere nulla a che
fare né con gli schematismi utopici del Novecento, né con il sistema economico
attuale, poiché la sua permanenza pone oggi il problema della sostenibilità materiale e continuità di esistenza dell’umanità.
Meglio di così non si poteva dire.
RispondiElimina"La svolta epocale degli anni Dieci: metà del mondo è diventata classe media.
RispondiEliminaSi allargano però i problemi di distribuzione delle ricchezze: c'erano 793 miliardari (in dollari) nel 2009, ora ce ne sono 2.153
Non è tuttavia il caso di esagerare con lo spumante, davanti all'avanzata sociale dell'umanità. Anche Esther Duflo e Abhijit Banerjee, freschi di premio Nobel, fanno notare il balzo del reddito della metà meno ricca della popolazione mondiale, che è raddoppiato, rispetto al 1980. Raddoppiato, tuttavia, significa ancora che il 50 per cento meno ricco dell'umanità oggi mette insieme il 12 per cento del Pil globale. L'1 per cento più ricco ha in tasca, da solo, metà della ricchezza mondiale. Ma le statistiche possono essere anche più rivelatrici. Il 50 per cento dell'umanità si spartisce il 12 per cento del Pil globale. Il 9 per cento di quello stesso Pil finisce allo 0,00002 per cento della popolazione."
https://www.academia.edu/7265171/Legge_della_miseria_crescente?auto=download
RispondiEliminaPerò non capisco e continuerò a non capire perchè le destre ne escano avvantaggiate da questa situazione, non credo abbiamo mai difeso il più debole...
RispondiEliminaUn caro saluto
Roberto
ho più volte consigliato di leggere un libro:
EliminaCome si diventa nazisti, di William Sheridan Allen
i buoni libri non invecchiano
non c'è da temere il voto alla lega, nemmeno a fratelli del cazzo e perfino a quelli di casaloro. ciò che bisogna temere è questo amalgama di rabbia e rancore sociale che prima o poi sfocerà in qualcos'altro se le cose non cambiano in fretta. e non cambieranno.
Si inventa un nemico da odiare e si scatena la guerra tra poveri.
RispondiEliminaSull'odio e la violenza il Potere Campa.
complimenti
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