Era dai tempi di Bonifacio VIII che non ci si divertiva così, e perciò tanto vale prendere le cose come vengono, anzi, come scappano.
I legumi svolgono un ruolo importante nell’alimentazione
umana per il loro alto contenuto proteico. Ve ne sono di diversi tipi, dalle lenticchie
(di varie colorazioni), alle innumerevoli varietà di fagioli, quindi piselli, fave,
ceci, soia, eccetera. Contengono oligosaccaridi, zuccheri caratterizzati da
molecole piuttosto grandi che l’organismo umano fatica a “spezzettare” durante
la digestione (non m’addentro sul ruolo antagonista, chelante, dell’acido
inositol-esafosforico, alias acido fitico).
*
Pertanto, detto alla buona, è nel transito
intestinale che i batteri aggrediscono i legumi, con l’inconveniente che tale
azione produce molto gas e conseguentemente meteorismo. Lo conferma uno studio
scientifico pubblicato il 2 dicembre 2006 su The Lancet (vol. 368): ognuno di noi emette flatulenze dalle dieci
alle venti volte il giorno; gli uomini, in media, il doppio rispetto alle
donne. Non ci sono quote rosa. Accendere le scoregge a lume di candela era ai
bei (??) tempi il curioso
passatempo di gagliardi soldati di leva.
Per esorcizzare l’eccessivo meteorismo
dovuto all’ingestione di fagioli, cuochi esperti si sono inventati varie cose, per
esempio una variante mediterranea consiste nella cottura di legumi con spezie o
erbe, come cumino, cardamomo, finocchio, anice stellato o rosmarino. I loro presunti
effetti carminativi dovrebbero ridurre la “ventosità”. Sarà, ma tali empirismi officinali
nulla possono a fronte delle cieche leggi della chimica. Posso
dire in base all’esperienza maturata che l’uso di fagioli con una buccia
sottile può mitigare gli effetti ventosi, ma resta inteso che dei
cannolicchi non valgono al gusto dei ben più corposi borlotti, e poi si salvi chi può.
Quale altro palliativo? Le buone massaie
cuociono i fagioli aggiungendo un cucchiaino di bicarbonato di sodio, in tal modo la
cottura è accelerata, la digestione forse facilitata ma il transito, date
retta, non è senza sbavature. E del resto nulla dice nei suoi scritti Marcel
Proust, che quanto a meteorismo fu un’autentica camera a gas. Gargantua
baritonava di culo (cap. 7), ma nel dettaglio non andò oltre neppure Rabelais.
Pertanto non ci resta che far fronte al fenomeno nel miglior modo che ognuno
crede possibile.
All’uopo invito alla lettura di Pierre
Thomas Nicolas Hurtaut, professore di latino presso una scuola militare
francese, il quale fu autore non solo dell’Essai
de médecine sur le flux menstruel, quindi di un voluminoso Dictionnaire historique de la ville de Paris,
ma è ricordato soprattutto, e ciò fa proprio il caso nostro, per aver scritto L’art de péter (*), l’arte del peto,
giusta la traduzione nell’edizione Baldini e Castoldi (2016).
«È davvero un gran peccato, Lettore, che pur
petando da tempo immemorabile tu ancora non sappia come lo fai e come dovresti
farlo. Si pensa comunemente che i peti non differiscano tra loro che nelle
dimensioni - ovvero nell'essere piccoli o grandi - e che in definitiva siano
tutti della stessa specie. Grossolano errore. Petare è un'arte, dunque una cosa
utile alla vita, come dicono Luciano, Ermogene [di Tarso], Quintiliano e tanti altri
autori. Saper petare correttamente, infatti, è più importante di quanto non si
pensi. Non esiterò dunque a rendere pubbliche le mie ricerche e le mie scoperte
su tale arte a tutti i curiosi desiderosi di metterci il naso».
(*) L’art de péter, essai théori-physique et
méthodique, à l’usage des personnes constipées ... . Suivi de l’Histoire de
Pet-en-l’Air e de la reine des Amazones ... . Nouvelle édition. Augmentée de la
Société des francs-péteurs.
Ogni capitolo è più esilarante del
precedente. L’opera in originale si può scaricare QUI.
Ottima l’idea di parlare di peti. Secondo me, la scorreggia è emblematica delle relazioni fra le persone, e in particolare delle idee, o delle opinioni. Infatti, c’è grande intolleranza per quelle altrui, e soddisfatta considerazione per le proprie.
RispondiEliminaosservazione pertinente e acuta, andrebbe approfondita, ma come vedi dal numero di commenti l'argomento è piuttosto tabù per i maschietti e ancor più per le femminucce
Eliminaavevo intenzione di dilungarmi sul "mal verde", cosiddetto, e su Hitler, ma bisogna essere concisi, la gente si stanca già con twitter, la curva dell'attenzione è passata progressivamente da 10 minuti a 10 secondi, come sanno bene in tv
ciao