martedì 23 gennaio 2018

Cambiar nome alle cose



L'1% più ricco della popolazione mondiale continua a possedere quando il restante 99%. Ma si arricchisce sempre di più: l'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone.

Che cos’è la “ricchezza” qui intesa? Plusvalore. E che cos’è il plusvalore? Quello che i padroni della società e i loro servi chiamano “valore aggiunto”: la nostra vita venduta, il nostro sudore, il nostro sangue, la nostra salute. Il plusvalore è lavoro gratuito, estorto, non pagato. Nessuna legge di natura impone un simile tributo, ci pensa il diritto borghese ad appianare ogni cosa, a rendere legale la rapina.

Era forse una legge di natura che faceva del negro lo schiavo del padrone bianco? Abolite le leggi sulla schiavitù – ma non la segregazione – i neri afroamericani diventarono salariati nelle stesse piantagioni in cui erano sfruttati come schiavi fino al giorno avanti. Spesso non cambiarono nemmeno padrone e sorvegliante. La minaccia di restare senza salario equivaleva alla minaccia delle punizioni corporali di un tempo. Se volevi mangiare dovevi lavorare, senza fiacca. Poi le cose migliorarono, gli afroamericani ebbero delle abitazioni nei ghetti a loro riservati, entrarono nel circuito del consumo a basso prezzo, della televisione davanti alla quale rimpinzarsi di schifezze, e perfino un’istruzione sufficiente per apporre una firma su un contratto.

*

In origine e per secoli la fortuna di Venezia è stata il commercio del sale e degli schiavi (*). Dapprima commerciarono schiavi slavi, ma anche buoni cattolici preda di guerra e di razzie, in seguito s’importarono anche africani trattati negli scambi con gli arabi. A Venezia, nelle abitazioni dei nobili, nel XVI-XVIII, era segno di prestigio avere un “moretto” ad aprire la porta all’ospite, a far luce all’ingresso. Le case che non potevano permettersi uno schiavo nero in carne e ossa ne adottavano uno in effige, cioè una statua di legno dipinto.

Guardiamo all’oggi. L’automazione è una buona cosa, ma vuoi mettere l’alta distinzione di un negozio o di un locale con un nero che riceve il cliente alla porta? Al polo del lusso al Fondaco dei tedeschi a Venezia sono tutti neri quelli che aprono la porta a clienti e curiosi. E ciò vale anche per altri negozi del lusso sparsi ovunque: alla porta c’è sempre il nero aitante e vestito di scuro.

Le cose cambiano nome ma nella sostanza restano le stesse. Le società sono cambiate solo in ragione dei cambiamenti che esigeva un’economia tributaria dei progressi della merce e del lavoro che ne pagava il conto.



-->
(*) Giacomo Filiasi nella prima edizione patavina del 1798 delle sue Memorie storiche de’ Veneti. Nella seconda edizione del 1811, ogni riferimento alla faccenda scompare. Uno dei tanti esempi di come funziona la censura.

5 commenti:

  1. Perché la cattiveria di quel 99% non reagisce?
    un saluto
    Roberto B

    RispondiElimina
    Risposte
    1. stiamo pagando gli errori di un secolo di ferro

      Elimina
    2. Mi può dire di chi sono questi errori?
      Della classe operaia, della politica o degli intellettuali?
      un saluto
      Roberto B

      Elimina
    3. l'errore fondamentale nel corso del novecento è l'aver creduto al termine il ciclo di sviluppo storico del capitalismo. il resto è stato conseguenza.

      Elimina