giovedì 11 gennaio 2018

Libere per un giorno: il 4 marzo



L’on. Laura Boldrini, ieri, all’ora di cena, ci ha fatto sapere che il partito di Bersani e D’Alema non si chiama Liberi e uguali, come credevamo, bensì Libere e uguali. Laura Boldrini è una persona (pardon, anzitutto una donna) molto (assai) spiritosa. Oppure c’è dell’altro.

Laura Boldrini sa sicuramente che per ogni persona, soprattutto per una donna, libertà significa anzitutto indipendenza economica, libertà dal bisogno. Condizione della quale l’algida Boldrini gode ampiamente con pieno merito, sia come parlamentare, sia come ex presidente della camera. Inoltre, come ogni ex presidente della Camera, una volta cessato dal mandato, acquista il diritto di godere dei benefit che spettano a chi ha avuto l’onore di presiedere l’assemblea di Montecitorio: un ufficio, più alcune persone di segreteria, per cinque anni, auto blu con scorta, rimborsi forfettari per le spese telefoniche e a un carnet di viaggi e chissà che altro ancora.

Invece la mia amica Monica lavora presso un piccolo supermercato e si sente molto meno indipendete economicamente rispetto alla signora Boldrini, e dunque molto meno libera. Non solo perché guadagna molto di meno e fatica incomparabilmente di più di qualsiasi parlamentare, ma anche perché quando le scade il contratto di lavoro passa qualche giorno prima che le sia rinnovato. Rimane senza salario. Vivere nell’incertezza del rinnovo non fa bene alla salute e alla vita di coppia, non favorisce alcun progetto né per il presente né tantomeno per il domani.

Monica ha avuto questo mese rinnovato il proprio contratto di lavoro. Non dal primo del mese, bensì dal giorno 6. Festa dell’Epifania? Per gli altri, non per il personale del supermercato, il quale è rimasto aperto dalle 8.30 e fino alle 20 (semplicemente demenziale). Il giorno dopo, come ogni domenica, per quello stesso personale è giorno lavorativo.

Una collega di Monica, Silvia, è addetta al reparto frutta e verdura (il supermercato era in origine un grande ortofrutta). Lei è fortunata, ha un contratto a tempo indeterminato, conquistato duramente. Carica e scarica dal magazzino le casse della merce tutto il giorno. L’estate scorsa è stata operata al tunnel carpale sx. Dice che ora le cose vanno meglio da quel braccio. È in attesa che la chiamino per operarle quello destro. Avverte dolore soprattutto di notte.

Prima del supermercato, Silvia ha lavorato come stiratrice per più di vent’anni in uno dei tanti laboratori di abbigliamento della zona. Alla fine degli anni Novanta, alcune lavorazioni sono state dismesse e altre trasferite in Romania e poi anche in Ungheria. Silvia farà 40anni di contributi a ottobre di quest’anno, ma non rientra tra i “gravosi” e gli “usuranti” e perciò nel 2019 non maturerà diritto a pensione. Dovrà lavorare per 42 anni e tre mesi prima di potersi occupare dei suoi genitori anziani a tempo pieno.

Storie come quelle di Monica e Silvia (e molte di peggio) sono comunissime e ne conosco parecchie. Certe vicende me le faccio raccontare più volte e da persone diverse perché mi sembrano assurde, quasi esagerate, roba dell’Ottocento. I leccapiedi del padronato chiamano “valore aggiunto” ciò che in realtà è sangue umano.

Non ho mai sentito la presidente della camera Boldrini, che si è per cinque anni occupata di problemi di più ampia portata (quali la declinazione al femminile dei sostantivi riferiti alle donne), citare queste realtà profane. Né poteva farlo, dirà adducendo motivazioni retoriche. Lei doveva essere e mostrarsi super partes. Il prossimo 4 marzo super partes lo saranno anche Monica e Silvia. Almeno per un giorno saranno libere di mandarvi a quel paese, senza distinzioni di genere e di consorteria elettorale.

4 commenti:

  1. Una curiosità.
    forse lo ha già scritto da qualche parte ma non ho voglia di fare una ricerca.
    Voterà il 4/03?

    Io penso di starmene a casa, ma confesso che la campagna elettorale di Pd, alleati e finti rivali che sosterranno "Berlusconi Presidente" mi mette un grande prurito alle mani.

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    1. http://diciottobrumaio.blogspot.it/2017/12/votare-per-chi-votare-perche.html

      provi con: Trimeton 10mg/1ml, oppure anche con Kestine 20 mg

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  2. La signora Boldrini gode di quella libertà del bisogno sin da quando è nata: non viene da una famiglia di povera gente, per essere chiari.
    E, proprio come la sinistra attuale, a quanto pare in tutto il mondo occidentale, non ha nessuna voglia di occuparsi di Monica e Silvia, perché, in un misto di pietismo cattolico e borghese, fa più scena occuparsi dei "neri" o delle donne velate che non della vicina di casa che se la passa male. Tanto poi i "neri" e le donne velate non vengono certo ad abitare vicino a casa mia, ma intanto mi sono fatto bello/a.
    Buona giornata
    Massimo

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  3. la critica al politicamente corretto è una critica di maniera, il grado zero della critica, di solito viaggia accoppiata alla critica del neoliberismo (e non del capitalismo sans phrase) e al disprezzo delle elite (tranne poi cercare di sostituirle con altre)

    a me pare che la questione dei diritti individuali (genere, razza, religione, opinione) sia il prodotto di un capitalismo che deve dimostrare di "fare società" (perchè lì risiede il suo capitale umano, il suo nutrimento e la sua riproduzione) ma non può liberarne davvero le forze a livello mondiale come individuale

    e quindi continuamente la suscita, "la società", (risolvendola e strutturandola nel diritto formale) e allo stesso modo la nega, pur ponendone le basi

    ed è qui che la critica classica della sinistra al capitalismo (che non sarebbe capace di costruire società coese) si mostra a mio avviso inconsistente: il capitale la costruisce la Sua società, eccome, ma in modalità via via sempre più inefficienti relativamente ai bisogni sociali-individuali che suscita

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