Che
cosa pensasse della statistica Carlo Alberto Salustri è noto universalmente per
un suo aforisma.
L’Istat
considera lettore di libri anche quelli che leggono un solo libro l’anno. La
statistica si basa sui numeri, sulle quantità, non ci piove. Tuttavia,
considerare lettori quelli che leggono un solo libro l’anno significa falsare
il dato statistico in partenza. Sarebbe come considerare vegetariano chi per un
breve periodo dell’anno non mangia carne, ossia anche quelli che osservano i
precetti della quaresima.
I
lettori abituali di libri tra gli over 24 (ovvio che in età scolare si legga di
più) non possano essere stimati al più di un 10-15 per cento, ad essere di
manica larga, e sono anche in calo. Le donne leggono molto di più degli uomini.
Autori ed editori debbono ringraziarle poiché esse costituiscono lo zoccolo
duro del pubblico che divora
romanzi e acquista libri di cucina & affini. Della qualità dei
romanzi attuali (acquetta rosata) basti dire che chiunque può scrivere e
vedersi pubblicato un proprio immortale capolavoro: non serve talento, basta
avere coraggio (*).
Insomma,
come vado ripetendo, ahimè, da troppi anni, serve a poco leggere libri, se non
quelli “giusti”.
Di
libri che meriterebbero l’oblio in ogni libreria e biblioteca ve ne sono
scaffali interi, ad ogni modo per certi aspetti è un bene che si pubblichi e
traduca molto, ma per altro aspetto ciò va a detrimento, per quanto riguarda le
risorse editoriali, dei buoni libri che spesso o non trovano spazio o non sono
ripubblicati quando si sono esaurite le prime edizioni.
Ricordo,
a titolo d’esempio, un libro che a suo tempo era diventato come la mitica
figurina Panini dell’introvabile Pizzaballa (pare invece che non fosse poi così
rara tale figurina). Si tratta de L’Eminenza
grigia di Aldous Huxley. Pubblicato una prima volta nel 1946 da Mondadori,
con l’aggiunta del sottotitolo Biografia
di padre Giuseppe, segretario del Cardinale Richelieu, poi riedito nel
1966, in seguito e per decenni scomparve. Negli ultimi lustri, anche per la
pressione dei lettori, finalmente L’Eminenza
grigia è stato riedito più volte e si consideri fortunato chi avesse ancora
da leggere questo libro di rara profondità psicologica per la prima volta.
Un
altro titolo che speravo venisse riedito in occasione del centenario della
prima guerra mondiale è I cannoni d’agosto, di Barbara Tuchman (con questo libro vinse il Pulitzer), dal quale ho
tratto anche un post qualche anno fa. Pur non essendo rigorosamente un saggio
storico, si tratta di un libro di una grande giornalista, nel quale sono
ricostruite mirabilmente e in forma divulgativa ma rigorosissima le prime fasi
del conflitto sulla fronte franco-belga e su quella russa. Un libro dal costo
di copertina di pochi euro che si può acquistare solo e non senza fortuna ad
almeno 50 euro sul mercato dell’usato.
Un
terzo titolo che segnalo e che non si trova ormai nemmeno sul mercato dell’usato
e dell’antiquariato è Diplomazia della
restaurazione (1973). L’autore è Henry Kissinger, un personaggio politico
che in genere non ispira giudizi positivi, ma saggista di grande acume. Tutti i
suoi libri meritano di essere letti e però ritengo che Diplomazia della restaurazione sia senz’altro il suo saggio
migliore. Imprescindibile per lo studio dell’epoca del Congresso di Vienna e
del periodo della Restaurazione è notevole anche dal punto di vista letterario.
Tempo
addietro avevo iniziato a scrivere un post (forse una serie di post) su un’altra
opera, in due volumi, indisponibile nelle librerie e invece acquistabile
on-line ma a un prezzo maggiorato (circa 190 euro). Un monumento della
letteratura francese, anche se il suo autore ha avuto contro un libello di quello scarafaggio di Proust e altri l’hanno
definito “un imbecille”. Poi decisi che non valesse la pena e ho lascito
perdere.
Chiudo
con una considerazione sul rifiuto di Gallimard
a pubblicare tre pamphlet di Céline. Di questo scrittore ho già accennato altre
volte, non c’è da scoprire che è un grande scrittore, anche se non si dava le
arie di tanti marescialli di Francia della letteratura. E però Gallimard ha fatto bene a non
pubblicare, sbagliando però le motivazioni. Bastava dire, per esempio, che Bagatelle per un massacro è una merda,
una vera merda, non perché a sfondo antiebraico, ma dal punto di vista
squisitamente letterario. È semplicemente illeggibile. E poi tra due anni
scadono i diritti e vedrete quanti lo pubblicheranno e quanti fessi, fascisti e
no, lo acquisteranno e quanto ci ricameranno i giornali fingendo clamore e
scandalo.
(*)
Un aneddoto diametralmente di segno opposto riguarda Giuseppe Tomasi di
Lampedusa, il quale aveva abbozzato qualcosa già da molti anni a riguardo di
quello che sarà poi Il Gattopardo, e
però aveva “paura di essere giudicato male sul Continente” e dunque aveva “mostrato
poco desiderio di competere con il mondo esterno”. Sennonché giunse il premio
letterario vinto da un suo cugino (Lucio Piccolo) che lo indusse a riprendere
la penna. Scrisse a un amico: “Avevo la certezza matematica di non essere più
fesso [di Lucio]. Cosicché mi son seduto a tavolino ed ho scritto un romanzo”.
La prima stesura del romanzo fu rifiutata da Mondadori, e un’altra stesura non
fu presa in considerazione nemmeno da Elena Croce, figlia del filosofo, che
lavorava come agente letterario. Né Vittorini, direttore editoriale di Einaudi,
che si considerava “un forgiatore della letteratura italiana post-bellica”, lo
prese in considerazione. Fu pubblicato, com’è noto, dal grande Giorgio Bassani
per Feltrinelli, nel novembre 1958, ossia a babbo morto.
Scusi Olympe, ma quando accenna ad un altro capolavoro della letteratura francese introvabile a che libro si riferisce?
RispondiEliminaGrazie
D.Righi
solo perché sei tu: Port Royal
Eliminasolo perchè sono ignorante... grazie
Eliminafigurati, l'ignoranza è altra cosa.
Eliminasolo per simpatia
Una curiosità: consideri Proust davvero uno scarafaggio o era detto in senso antifrastico?
RispondiEliminaPersonalmente sto portando avanti la lettura del primo libro della Recherche. Lo leggo poco alla volta. Non mi ancora fatto un'opinione. Da amante di Borges, diffido sempre di coloro che usano migliaia e migliaia di pagine per esprimere un concetto (parafrasando appunto il pensiero di Borges). Ma per ora sospendo il giudizio :)
una blatta
EliminaSarei curioso, se hai voglia e tempo, di sapere perchè. Ripeto sono apertissimo, visto che lo sto leggendo da poco, con giovanile curiosità e reverenza, sebbene certe parti già mi abbiano lasciato un po' di "fastidio".
Eliminahttp://www.paradisodegliorchi.com/Proust-in-love.26+M58195223b20.0.html
Elimina"I cannoni d'agosto" l'ho inserito nella lista dei desideri da quando ne ha parlato, in attesa che qualche coraggioso editore si faccia avanti. Ho pazienza.
RispondiEliminaRecentemente, invece, sono stato infastidito dalla mancata ripubblicazione di "Viva Caporetto! La rivolta dei santi maledetti" di Curzio Malaparte, mentre il mercato editoriale veniva inondato da prodotti sovente di infima qualità in occasione dell'anniversario della carneficina.
Il libello è reperibile "legalmente" solo nella collana dei Meridiani Mondadori, vale a dire in un volume da 50€.
Anche in ciò è riscontrabile il classismo culturale: meglio riservare certe considerazioni su taluni eventi storici all'élite, infarcendo di cazzate la testa di tutti gli altri. Così Caporetto diviene solamente il risultato della follia ed incompetenza di qualche generale, e non un invece anche un primordiale, scomposto rigurgito di insofferenza verso il dominio borghese e i suoi massacri.