La ricostruzione che fa Alessandro Gilioli è molto
interessante poiché è basata su esempi concreti e non su fumosità. Egli
conclude con:
[…] ci vorrebbe, intanto, la coscienza di quello che è successo
in questi decenni. Alla società, alla produzione, al lavoro. E alla percezione
di se stessi.
Una
coscienza che non c'è - o c'è pochissimo.
Tutto ciò è molto vero, ma ricordiamoci che la “coscienza”
non piove dal cielo. E soprattutto ricordiamoci della paura. I padroni la coscienza di classe l’hanno eccome, e sanno
fare la lotta di classe senza risparmio e senza guardare in faccia a nessuno.
Tanto per dire, l’abolizione di fatto dell’art. 18 dello Statuto è stata la
ciliegina sulla torta. La paura,
dunque. È questa l’arma dei padroni usata con la massima spregiudicatezza.
Non possiamo chiedere atti di coraggio a chi rischia,
se perde il posto di lavoro, di non trovarne mai più un altro, o, quando va
bene, di trovare lavoro precario e senza tutele e mal pagato. La paura, la subdola violenza della classe
padronale che approfitta della disoccupazione di massa per imporre la propria
dittatura pura e semplice, tagliando di netto ogni mediazione.
Come si rimedia a questo stato di cose? Con la “coscienza”?
È ancora presto per parlare del come in termini concreti e operativi, ma non
credo basti agire in tal senso, anche se è una premessa indispensabile quella
di tener viva una coscienza di classe che ci sbarazzi, caro Gilioli, anzitutto delle illusioni del riformismo.
Perché è ancora presto per parlare in termini concreti e operativi (parole sue) su come rimediare a questo stato di cose?
RispondiEliminaCos'altro deve succedere (parole mie).
Saluti
non c'è abbastanza disperazione
Eliminail ministro della paura (ci aveva visto giusto antonio albanese) ci tiene per le palle ma neanche la paura è equamente suddivisa
RispondiEliminache oggi ci siano pure il ceto intermedio terrorizzato è una novità, per decenni loro e i loro figli se l' erano risparmiata, assieme a una bella fetta di proletariato, non più assistiti da un welfare che via via collassa, iniziando dal basso
tutto questo sconvolge e però siamo ancora allo stadio della indignazione e dello scandalo
va detto che genericamente in europa nei paesi che contano questa cosa si sente un pò meno che qui, apparati produttivi indirizzati per tempo
e de andrè:
Elimina"il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni"
siamo ancora allo stadio della indignazione e dello scandalo
vero
E' ciò che avrei voluto scrivere io.
Eliminaun saluto
Roberto B