Su un fatto Berlusconi aveva ragione: i ristoranti
sono pieni. Provate a presentarvi nel fine settimana in un ristorante dove si
mangi meno peggio senza aver prenotato. E anche nelle pizzerie preparatevi a
lunghe file. Sedici milioni di posizioni pensionistiche, anche se molte sotto i
mille euro, e alcuni milioni di stipendi pubblici, costituiscono lo zoccolo
duro dei consumi italiani. Assieme a qualche milione di salariati del settore
privato, magari lavoratori di aziende dove si pratica ancora lo straordinario e
si realizzano buoni profitti (non siamo la seconda manifattura d’Europa solo
per caso). E poi la pletora di professionisti, tecnici e mestieranti. Zoccolo durissimo.
Tuttavia la povertà esiste e anche la disoccupazione
di massa, nessuno lo può negare, ma è ancora un fenomeno circoscritto e
presente soprattutto al Sud. Fermo restando che non tutto il Sud è uguale e che
pure, per citare, la provincia di Torino, posta un po’ più verso le Alpi Graie,
è una delle zone dove povertà e precarietà sferzano da decenni. Ad ogni modo,
gli stadi di calcio di Benevento e Crotone fanno il pieno nelle partite di
cartello, e al San Paolo di Napoli c’è il pienone anche quando scende
l’Atalanta per la coppa del nonno. Non si tratta solo di pensioni e stipendi
pubblici, ma anche di tessuto agricolo e manifatturiero abbastanza diffuso, e
delle numerose posizioni di rendita che non di rado sfuggono al fisco o a una
tassazione adeguata (in che stato sono gli uffici tecnico erariali, specie al Sud?). Rendita
che si perpetua intonsa di generazione in generazione anche grazie a una
ridicola tassazione sulle successioni e donazioni.
Questo pur sommario quadro socio-economico credo esplichi
più di articolate analisi politologiche gli orientamenti elettorali, ossia il
persistere di fenomeni non sempre riconducibili ad ignoranza e incultura di
massa (pur largamente rappresentate), e rinvii bensì a precisi e concreti interessi
di classe, di gruppo, di casta. L’aver sbloccato i contratti pubblici, per
esempio, avrà sicuramente degli effetti elettorali, e così certe misure concernenti
le pensioni, i tanti “scivoli” per bancari e affini, benefici alle “vittime” di
questo e quello, allargamento della platea dei lavori usuranti, eccetera. Tutte
misure magari doverose e giuste, ma che arrivano, appunto, sul filo delle imminenti
elezioni.
Di qui la rincorsa dei partiti a chi promette di più,
soprattutto in tema di tagli alle imposte. Questa mattina, alle 8.30, forse per
empatia, il giornalista di turno a radiotre propugnava non solo “l’esenzione dalle
tasse per le fasce sociali deboli”, ma anche l’esenzione dalle multe! E ripeteva per ben due volte, nel
caso non si fosse capito. Ecco una proposta che Berlusconi e Grasso, Renzi e
Salvini, non hanno preso in considerazione: l’esenzione dalle multe! Non per
tutti, naturalmente, ma gradualmente a cominciare dalle “fasce deboli”, magari parrucchieri,
idraulici e gioiellieri che, stando alle loro dichiarazioni dei redditi, non se
la passano bene.
Che popolo di pagliacci tristi che siamo diventati, mi ci metto per amor di coerenza pur non avendo mai abbeverato le mie labbra a nessuna fonte statale o parastatale se non le fontanelle di paese per un sorso d'acqua fresca.
RispondiEliminaMa il tessuto sociale italiano è diventato sfilacciato ed egoista quanto mai ed allora non vedo possibile nessun cambiamento a breve neanche io; fortunati quindi i ristoratori che stanno vivendo sotto i riflettori il loro momento di gloria.
Le rovine e la spazzatura, a riflettori spenti, la metteremo come sempre sotto il tappeto.
Oramai siamo arrivati ad approvare moralmente l'evasione fiscale in nome di uno stato vampiro.
Personalmente non andrò a votare, anche se credo non sarà questo mio sforzo sufficiente ed apprezzato.
Grazie delle letture come sempre.
Un caro saluto
Roberto
grazie per l'ottimo commento
EliminaIl voto resta il momento più alto della Democrazia per tale motivo a votare ci andrò sempre pur condividendo il commento di Anonimo ad eccezione del non voto, e per la prima volta nella mia vita, senza sapere che partito (della ex sinistra) voterò: attualmente sono tutti impresentabili e populisti.
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