L'1% più
ricco della popolazione mondiale continua a possedere quando il restante 99%.
Ma si arricchisce sempre di più: l'82% dell'incremento di ricchezza netta
registrato nel mondo tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato in tasca a questi
Paperoni. Nemmeno un centesimo, invece, è finito alla metà più povera del
pianeta, che conta 3,7 miliardi di persone.
Che cos’è la “ricchezza” qui intesa? Plusvalore. E
che cos’è il plusvalore? Quello che i padroni della società e i loro servi
chiamano “valore aggiunto”: la nostra vita venduta, il nostro sudore, il nostro
sangue, la nostra salute. Il plusvalore è lavoro gratuito, estorto, non pagato.
Nessuna legge di natura impone un simile tributo, ci pensa il diritto borghese
ad appianare ogni cosa, a rendere legale la rapina.
Era forse una legge di natura che faceva del negro lo
schiavo del padrone bianco? Abolite le leggi sulla schiavitù – ma non la segregazione – i neri afroamericani diventarono salariati nelle stesse
piantagioni in cui erano sfruttati come schiavi fino al giorno avanti. Spesso
non cambiarono nemmeno padrone e sorvegliante. La minaccia di restare senza
salario equivaleva alla minaccia delle punizioni corporali di un tempo. Se
volevi mangiare dovevi lavorare, senza fiacca. Poi le cose migliorarono, gli
afroamericani ebbero delle abitazioni nei ghetti a loro riservati, entrarono
nel circuito del consumo a basso prezzo, della televisione davanti alla quale
rimpinzarsi di schifezze, e perfino un’istruzione sufficiente per apporre una
firma su un contratto.
*
In origine e per secoli la fortuna di Venezia è stata
il commercio del sale e degli schiavi (*). Dapprima commerciarono schiavi
slavi, ma anche buoni cattolici preda di guerra e di razzie, in seguito
s’importarono anche africani trattati negli scambi con gli arabi. A Venezia,
nelle abitazioni dei nobili, nel XVI-XVIII, era segno di prestigio avere un “moretto”
ad aprire la porta all’ospite, a far luce all’ingresso. Le case che non
potevano permettersi uno schiavo nero in carne e ossa ne adottavano uno in
effige, cioè una statua di legno dipinto.
Guardiamo all’oggi. L’automazione è una buona cosa,
ma vuoi mettere l’alta distinzione di un negozio o di un locale con un nero che
riceve il cliente alla porta? Al polo del lusso al Fondaco dei tedeschi a
Venezia sono tutti neri quelli che aprono
la porta a clienti e curiosi. E ciò vale anche per altri negozi del lusso
sparsi ovunque: alla porta c’è sempre il nero aitante e vestito di scuro.
Le cose cambiano nome ma nella sostanza restano le
stesse. Le società sono cambiate solo in ragione dei cambiamenti che esigeva
un’economia tributaria dei progressi della merce e del lavoro che ne pagava il
conto.
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(*) Giacomo Filiasi nella prima edizione patavina del
1798 delle sue Memorie storiche de’
Veneti. Nella seconda edizione del 1811, ogni riferimento alla faccenda
scompare. Uno dei tanti esempi di come funziona la censura.
Perché la cattiveria di quel 99% non reagisce?
RispondiEliminaun saluto
Roberto B
stiamo pagando gli errori di un secolo di ferro
EliminaMi può dire di chi sono questi errori?
EliminaDella classe operaia, della politica o degli intellettuali?
un saluto
Roberto B
domani, se starò meglio
Eliminaciao
l'errore fondamentale nel corso del novecento è l'aver creduto al termine il ciclo di sviluppo storico del capitalismo. il resto è stato conseguenza.
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