martedì 20 settembre 2016

Un paese di valore ... aggiunto


Alle mie latitudini non si dovrà attendere domani per l’autunno. Nella primavera scorsa erano cominciati gli incontri tra governo e sindacati per sbrogliare la matassa complicatissima (si fa per dire) delle pensioni, ossia per apportare qualche correttivo alla famigerata legge Napolitano-Monti-Fornero. La riunione finale era stata calendarizzata per la fine dell’estate, ossia per il 12 scorso, poi spostata al primo giorno d’autunno per consentire a governo e sindacati di “lavorarci”. Oggi si viene a sapere che l’incontro di domani è stato spostato al 27 di questo mese. Forse, perché quello è il giorno della trasmissione della nota di aggiornamento del Def, il Documento di economia e finanza, al Parlamento. In quella nota ci saranno tutte le nuove cifre dell'economia italiana. Dunque che cosa contratteranno mai i sindacati col governo in tema di pensioni che già non sia stato deciso dal governo stesso?

Pertanto, si può star sicuri che per quella data non si definirà un bel nulla, e si mangerà la zuppa preparata e offerta da via XX settembre. Prova ne sia, come anticipavo la scorsa settimana e come conferma oggi Repubblica, che “in buona sostanza non ci sarebbe ancora nulla di scritto – un piano, dei numeri, qualche proiezione – da mettere sul tavolo. Mancherebbe cioè la sostanza, dopo tante chiacchiere e indiscrezioni” (*).

Un paese di magliari e di buffoni, non c’è da meravigliarsi più di nulla. Un paese in cui si paga un’imposta del 22 per cento per la carta con cui ci si pulisce il culo. Sul valore aggiunto, appunto!

(*) “Ma perché il vertice salta? Curiose le giustificazioni. Per Palazzo Chigi il contrattempo è dovuto alle difficoltà "di uno dei leader sindacali". No, è il governo ad avere "problemi tecnici", trapela da fonti sindacali”.


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