Solo
poche settimane fa, Renzi si trovava insieme a Merkel e Hollande su una
portaerei nei pressi dell'isola di Ventotene, un vertice che aveva, secondo le
intenzioni, lo scopo di rilanciare l'unità europea dopo Brexit e piani di lunga data per
trasformare l'UE in un’alleanza militare, progetto bloccato fino ad ora dalla
Gran Bretagna con l'appoggio degli Stati Uniti. Per Merkel e Hollande si è
trattato di una vacanza a spese del contribuente italiano. Rientrati nelle loro
capitali, i loro ministri della difesa, Ursula von der Leyen e Jean-Yves Le
Dirian, hanno cominciato a fare sul serio senza l’Italia.
Ieri
l’altro, a Bratislava, Renzi ha rifiutato di partecipare alla conferenza stampa
finale con il cancelliere tedesco e il presidente francese e ha attaccato il documento
partorito dal summit dichiarando apertamente il suo disaccordo sui temi
dell’economia e dell’immigrazione. Una fonte del governo tedesco, alla
richiesta di un commento sulle parole di Renzi, ha dichiarato all'Ansa che “l'agenda
dei prossimi mesi è stata approvata all'unanimità”. Poi la fonte del governo
tedesco ribadisce: “la roadmap ieri è stata condivisa e concordata da tutti e
27”.
Renzi
ha anche attaccato frontalmente la Germania: “Così come i Paesi devono
rispettare le regole del deficit, allo stesso modo si devono rispettare altre
regole, come quella sul surplus commerciale. E ci sono alcuni Paesi che non la
rispettano, il principale è la Germania”. Ha sostenuto che se i tedeschi
portassero il loro surplus commerciale, oggi al 7,6%, entro i limiti europei
del 6%, ci sarebbero circa 38-40 miliardi di euro di investimenti da fare in
Italia (*).
Renzi,
al quale è stato proibito di mettere altra marmellata sul piatto del referendum
e delle “riforme”, si duole della politica di potenza della Germania e più in
generale di come funziona il capitalismo.
(*)
La Germania nel 2013 ha avuto un surplus commerciale pari 197,6 miliardi di
euro, nel 2014 di 213,6mld e l’anno scorso il record di 247,8mld. Negli Stati
membri dell'Unione europea (UE), nel 2015, la Germania ha esportato merci per
un valore di 693.9 miliardi di euro, ed importato per 621.6 miliardi di euro. Rispetto al
2014, le esportazioni nel 2015 sono aumentate nell’insieme dei paesi UE del
7,0% e le importazioni da quei paesi del 4,5%. Nei paesi della zona euro nel 2015 le esportazioni sono
state per un valore 435 miliardi (+ 5,9%) e le importazioni per un valore 426,5
miliardi (+ 3,8%). Nella UE non euro,
nel 2015 le esportazioni sono state per un valore 258,9 miliardi di euro (+
8,9%), e le merci importate per un valore di 195,1 miliardi di euro (+ 5,9%).
Ognuno,
sulla base di questi dati annuali, tragga le proprie
considerazioni, che saranno senz’altro tra loro molto diverse e variopinte. Per la fonte cliccare qui.
la fonte dela ricchezza..
RispondiEliminala forza del Capitale è nel basso costo delle proprie merci o, nei rami d'avanguardia, nel piazzarle sul mercato mondiale con poca o nulla concorrenza diretta
a Pinocchietto Renzi il compito di meditare -in maniera molto più strutturale rispetto al jobs act, dove gli è piaciuto vincere facile- di come aumentare la qualità capitalistica di quelle italiane
non ce la farà mai, lo sa, i padroni nicchiano e si preferiscono i soliti rapporti consolidati benchè socialmente insostenibili, in EU non se lo filano di pezza e il nostro si deve arrampicare sugli specchi tirando in ballo la bellezza e il sogno
che idea ridicola -nella crisi internazionale dei profitti per di più- quella di una EU fatta di relazioni concordati e convergenze e non a trazione tedesca
ah che cinismo i rapporti imperialistici