domenica 18 settembre 2016

Il capitalismo che non piace a Renzi


Solo poche settimane fa, Renzi si trovava insieme a Merkel e Hollande su una portaerei nei pressi dell'isola di Ventotene, un vertice che aveva, secondo le intenzioni, lo scopo di rilanciare l'unità europea dopo Brexit e piani di lunga data per trasformare l'UE in un’alleanza militare, progetto bloccato fino ad ora dalla Gran Bretagna con l'appoggio degli Stati Uniti. Per Merkel e Hollande si è trattato di una vacanza a spese del contribuente italiano. Rientrati nelle loro capitali, i loro ministri della difesa, Ursula von der Leyen e Jean-Yves Le Dirian, hanno cominciato a fare sul serio senza l’Italia.

Ieri l’altro, a Bratislava, Renzi ha rifiutato di partecipare alla conferenza stampa finale con il cancelliere tedesco e il presidente francese e ha attaccato il documento partorito dal summit dichiarando apertamente il suo disaccordo sui temi dell’economia e dell’immigrazione. Una fonte del governo tedesco, alla richiesta di un commento sulle parole di Renzi, ha dichiarato all'Ansa che “l'agenda dei prossimi mesi è stata approvata all'unanimità”. Poi la fonte del governo tedesco ribadisce: “la roadmap ieri è stata condivisa e concordata da tutti e 27”.

Renzi ha anche attaccato frontalmente la Germania: “Così come i Paesi devono rispettare le regole del deficit, allo stesso modo si devono rispettare altre regole, come quella sul surplus commerciale. E ci sono alcuni Paesi che non la rispettano, il principale è la Germania”. Ha sostenuto che se i tedeschi portassero il loro surplus commerciale, oggi al 7,6%, entro i limiti europei del 6%, ci sarebbero circa 38-40 miliardi di euro di investimenti da fare in Italia (*).

Renzi, al quale è stato proibito di mettere altra marmellata sul piatto del referendum e delle “riforme”, si duole della politica di potenza della Germania e più in generale di come funziona il capitalismo.

(*) La Germania nel 2013 ha avuto un surplus commerciale pari 197,6 miliardi di euro, nel 2014 di 213,6mld e l’anno scorso il record di 247,8mld. Negli Stati membri dell'Unione europea (UE), nel 2015, la Germania ha esportato merci per un valore di 693.9 miliardi di euro, ed importato per  621.6 miliardi di euro. Rispetto al 2014, le esportazioni nel 2015 sono aumentate nell’insieme dei paesi UE del 7,0% e le importazioni da quei paesi del 4,5%. Nei paesi della zona euro nel 2015 le esportazioni sono state per un valore 435 miliardi (+ 5,9%) e le importazioni per un valore 426,5 miliardi (+ 3,8%). Nella UE non euro, nel 2015 le esportazioni sono state per un valore 258,9 miliardi di euro (+ 8,9%), e le merci importate per un valore di 195,1 miliardi di euro (+ 5,9%).




Ognuno, sulla base di questi dati annuali, tragga le proprie considerazioni, che saranno senz’altro tra loro molto diverse e variopinte. Per la fonte cliccare qui.

1 commento:

  1. la fonte dela ricchezza..

    la forza del Capitale è nel basso costo delle proprie merci o, nei rami d'avanguardia, nel piazzarle sul mercato mondiale con poca o nulla concorrenza diretta

    a Pinocchietto Renzi il compito di meditare -in maniera molto più strutturale rispetto al jobs act, dove gli è piaciuto vincere facile- di come aumentare la qualità capitalistica di quelle italiane

    non ce la farà mai, lo sa, i padroni nicchiano e si preferiscono i soliti rapporti consolidati benchè socialmente insostenibili, in EU non se lo filano di pezza e il nostro si deve arrampicare sugli specchi tirando in ballo la bellezza e il sogno

    che idea ridicola -nella crisi internazionale dei profitti per di più- quella di una EU fatta di relazioni concordati e convergenze e non a trazione tedesca

    ah che cinismo i rapporti imperialistici

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