Se
le vostre famiglie arrancano con 1.500 il mese, ma fossero pure 2.000, sappiate
che ora il parlamento ha messo fine allo scandalo degli stipendi d’oro: non più
di 240.000 euro annui di retribuzione per amministratori, dipendenti e consulenti
della Rai. Il Pd e la maggioranza – ha intonato il sottosegretario alle
comunicazioni, Antonello Giacomelli – “hanno inteso dare un ulteriore forte
segnale in questa direzione”. Nondimeno un certo Calderoli della Lega ha
affermato: "Questa è la fine del bengodi della mamma Rai”.
L’emendamento
approvato si riferisce al ddl che ha per titolo: "Istituzione del fondo per il pluralismo e l'innovazione
dell'informazione e deleghe al governo per la ridefinizione della disciplina
del sostegno pubblico per il settore dell'editoria, della disciplina di profili
pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del
consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti”. Dentro a questo
provvedimento c’è un po’ di tutto, compresa la normativa per “l'accesso ai prepensionamenti per i
giornalisti”. Ecco il testo dell'emendamento approvato (clicca per ingrandire):
E
siamo già alle eccezioni di cui alla legge n. 214/2011 articolo 23bis.
*
«Addio stipendi d'oro». Quanto
a questo modo di fare informazione, che dire ancora? L’articolo 21 della
Costituzione stabilisce il diritto del giornalista ad informare, ma non quello
del cittadino ad essere informato senza abusare della sua credulità. Non si
tratta di una sottigliezza. La linea editoriale dei giornali è dettata dalla proprietà
della testata, e dunque essa riflette i rapporti e le relazioni di potere
espresse nei consigli di amministrazione, ossia quei circoli ristretti che uniscono
saldamente le “famiglie” economiche italiane e tutte le lobby a garanzia dei loro interessi.
Da cittadini a sudditi. La cittadinanza politica vanificata (Edizioni Punto Rosso). Danilo Zolo
RispondiElimina"...la democrazia parlamentare ha ceduto il passo alla 'videocrazia' e alla 'sondocrazia': la logica della rappresentanza è surrogata dalla logica della pubblicità commerciale, assunta a modello della propaganda politica. Il codice politico è contaminato dal codice multimediale della spettacolarità e della personalizzazione. Il potere persuasivo dei grandi mezzi di comunicazione di massa ha vanificato anche gli ultimi residui 'partecipativi' e 'rappresentativi' della democrazia pluralista à la Schumpeter. I partiti di massa sono scoparsi. Le direzioni centrali dei partiti non ricorrono più alla mediazione comunicativa delle strutture di base e del proselitismo degli iscritti e dei militanti. Non ne hanno più alcun bisogno perché ci sono strumenti molto più efficaci ed economici per farlo: i canali delle televisioni pubbliche e private. In questo senso i nuovi soggetti politici non sono più, propriamente, dei 'partiti': sono delle ristrettissime élites di imprenditori elettorali che, in concorrenza pubblicitaria fra di loro, si rivolgono direttamente alle masse dei cittadini-consumatori offrendo, attraverso lo strumento televisivo e secondo precise strategie di marketing, i propri prodotti simbolici. Usando altre tecniche di marketing —in particolare il sondaggio di opinione— gli imprenditori elettorali analizzano la situazione del mercato politico, registrano le reazioni del pubblico alle proprie campagne pubblicitarie e influenzano circolarmente queste reazioni attraverso la pubblicazione selettiva, spesso manipolata, dei risultati dei sondaggi.
....L'eccessiva pressione simbolica cui sono sottoposti impedisce ai destinatari della comunicazione multimediale di selezionare razionalmente i contenuti. Per nessuno, neppure per lo specialista più esperto, è agevole controllare i significati e l'attendibilità dei messaggi che riceve, né stabilire una relazione interattiva con la fonte emittente. E ciò vale in particolare per la comunicazione pubblicitaria, che è la più impegnata nell'escogitare moduli comunicativi sofisticati, psicologicamente complessi e seduttivi.
...la dipendenza cognitiva e immaginativa..."
http://sollevazione.blogspot.it/2016/08/contro-la-retorica-cosmopolitica-della.html
Ciao.g
Non credo sia possibile tutelare la credulità del cittadino credulone per legge mentre la parte di pubblico lettore consapevole(quanta e come?)cerca di tutelarsi dalla menzogna giornalistica e dalle operazioni diversive( si va dai temi sportivi a quelli intellettuali - fiera del libro MI/TO -).Emergono pochi o molti eletti che non ci risparmiano atteggiamenti fastidiosamente snob.
RispondiEliminaOggi chi vuole e può si rivolge ai blogs eretici ma spesse volte sono un campo di concentramento di frustrazioni,complessi e tic esibizionistici.
Il 90% dei fruitori della rete abbandona un contenuto testuale su Internet dopo la decima riga. Il 75% si limita al titolo e alla foto. Solo un lettore su cento arriva alla fine e si forma un’idea critica sul contenuto.Ciò nonostante, l’85% degli internauti è disposto ad esprimere un’opinione sul fatto in esame basata sul titolo, sulle poche righe lette e sul livello di diffusione della notizia. Questo senza approfondire l’affidabilità della fonte e senza la minima cognizione teorica o pratica sull’argomento in discussione.Una società della semplificazione non della conoscenza.
Per quanto concerne la pubblicità, al netto dei messaggi subliminali che 'dovrebbero' essere stati proibiti, la maggior parte risulta nè sofisticata nè tantomeno psicologicamente complessa: seduttiva sì ma rivolta alla parte debole da tutela legislativa.
Un refrain che mi segue da tempo e che ripropongo ad hoc: Il 65% della popolazione italiana non possiede le competenze alfabetiche minime, secondo l’OCSE, per orientarsi nella società dell’informazione (è cioè “funzionalmente analfabeta” o “semianalfabeta”). Mentre meno del 10% possiede le competenze necessarie per orientarvisi in modo critico e creativo.
Del resto come potrebbe una microscopica parte di mondo plagiarne tutto il resto? C'è il gregge e il pastore, i cani inquadrano.
Refuso indicativo dal testo di D.Zolo: [..]i partiti di massa sono scoparsi..[..]
65%? Andiamo, su, il 99% degli studenti e la quasi totalità dei laureati delle triennali fasulle dell'unica facoltà di ignorantologia che passa dagli atenei italioti, salvo rarissime eccezioni, non sa scrivere un testo di 80/100 parole con senso logico e senza errori di ortografia e sfrondoni vari, stendo un velo pietoso sui giornalai che scrivono per le testate ( nel muro dovrebbero darle) nazionalimbroglione, la tv meglio lasciar perdere, in Itaglia, non è refuso, il 20% degli abitanti, ed è quota al ribasso ed in difetto, è completamente analfabeta, il resto si arrangia come può e il risultato è sotto gli occhi di tutti, ma guai a dire che il re è nudo, potrebbero svegliarsi. All'ultimo esame nazionale per l'abilitazione all'avvocatura, le bocciature, o stragi maggiori, sono avvenute per errori macroscopici da III elementare nel testo scritto in italiano e allora......
RispondiEliminaHo un titolo di studio (se cosi si può chiamare) di terza media inferiore (industriali, si chiamava così il ramo che scelsero per me i miei genitori)ante unificazione conseguito nel 1963. Ebbene, leggo molti laureati o comunque possessori di un titolo di studio ben più alto del mio, non sanno scrivere in maniera corretta con errori che appaiono quasi incredibili
EliminaPer legge la proprietà dei mezzi di informazione non dovrebbe esssere dei padroni.
RispondiEliminaTroppo lungo sarebbe il riepilogo e l'analisi delle tecniche pubblicitarie ma sottovalutarle - credendosi esente dagli effetti in base ad una propria pretesa superiorità - mi sembra produca solo pericolosa superficialità.
Tra l'altro un meccanismo è proprio quello di farti pensare che in fondo tu controlli quei messaggi.
"Del resto come potrebbe una microscopica parte di mondo plagiarne tutto il resto?"
Attraveso un processo storico in cui tutte le forze dominanti hanno speso e spendono gran parte delle loro energie a rendere e mantenere "il gregge" (tra virgolette perchè molto forte è la connotazione snob del termine) passivo e analfabeta.
I refusi con scoparsi li trovo sinceramente salutari. g
Il refuso non è salutare: è splendido. :-))
Elimina"dovrebbe",il condizionale è d'obbligo.
Per quanto mi riguarda un modo semplice, certamente semplicistico di eludere solo parzialmente tutto il bagaglio psicologico,motivazionale,di marketing e chi ne ha più ne mette, è quello di non acquistare di proposito nulla di ciò che viene pubblicizzato (mentre il messaggio indiretto è molto difficile da evitare), ove questo sia possibile e per i generi commerciali che lo consentano.L'alternativa è tutt'altro che semplice, e per molti generi ci si deve arrendere.
Il boicottaggio commerciale per ciò che riguarda i generi alimentari richiede pazienza e soprattutto tempo,peraltro per quel poco che mi capita di osservare, non vedo molti consumatori che leggano meticolosamente le etichette di ciò che stanno acquistando, sia per le aziende che lo producono sia per i contenuti in esso.
Tutto il resto di analisi teorica lo lascio a coloro che ne sanno e che meglio sono in grado di esprimersi.
Peraltro trovo arduo il controllo di me stesso,
figuriamoci tutto ciò che mi circonda.
Chi ha raggiunto una certa età, ammesso e non concesso che abbia conseguito un certo grado di consapevolezza, 'dovrebbe' aver chiaro il processo che è alla base dei rapporti di forza tra le classi.
Sì, forse è meglio "sudditi".Categoria a cui appartengo a pieno titolo.
E adesso che hanno " more solito" ( cioe' a chiacchiere) "morigerato gli "stipendi d'oro", Lorsignori non solo hanno la giustificazione ma addirittura "L' IMPERATIVO MORALE di "morigerare" PER DAVVERO anche gli "stipendi d'argento" ( quelli da 2000 euro LORDI in su per intendersi .. :-) )
RispondiEliminaws