Nel
primo trimestre 2016 le nuove pensioni liquidate dall'Inps erano calate del
34,5%. Nel secondo trimestre sono diminuite del 41,4% le richieste di
pensionamento da parte dei lavoratori (-47% per le donne, nel primo trimestre
il calo per esse era stato del -64,9%, media -56%). In compenso sono aumentati
i licenziamenti (+7,4% sul secondo trimestre 2015). Anche la strombazzata
riforma del part-time agevolato è un flop: 150 (centocinquanta) domande. Così
come lo fu l’anticipo del tfr (sempre in accordo con le banche) e così come
sarà prossimamente per la famosa Ape: “Ad esempio se uno prende 1.500 euro al
mese, se accetta di andare con 1.470 euro, può andare via prima”. Renzi dixit,
due giorni fa. Pertanto si preannuncia sarà un esodo. Ne riparleremo nella prossima
primavera, dati alla mano.
Tutto
molto scenico, tuttavia il punto di partenza è lo stesso d’arrivo dopo due anni
e mezzo di gabinetto. Renzi avrà tutta una vita per riflettere sul proprio
fallimento, ma non servirà a nulla. Lui ha rappresentato semplicemente un risucchio d'aria.
D’Alema, invece, alla modestia ha sacrificato la sua esistenza. Oggi rappresenta l'opposizione bolscevica di sinistra nel partito, laddove Stalin, se redivivo, rappresenterebbe la destra. D'Alema il Partito democratico lo conosce meglio di tanti altri, e gargarizzaa sarcastico
che “leggere è contrario alla linea del partito”. Non da oggi, compagno
Massimo.
Rossana
Rossanda, dirigente che il Pci conosceva direttamente molto bene dell’interno,
nella sua autobiografia (La ragazza del
secolo scorso) ebbe a scrivere:
«Il marxismo era, sicuro, una filosofia
[sic!] e se si vuole un umanesimo [ri-sic!!], ma non si poteva tirare in tutte le
direzioni, fin fuori dalla sua origine, nella crudele estraneazione del modo di
vivere e produrre nel capitale: né si poteva giocare allegramente Gramsci
contro Marx, o addirittura Vico contro Gramsci. Eravamo sempre là, al
crocianesimo di ritorno nella formazione del gruppo dirigente comunista» (p. 301).
Rossanda, un monumento a confronto degli attuali lacerti. E
del resto, rimarcava nella stessa pagina, Marx “nessuno lo leggeva”.
La coscienza possibile della nostra epoca resta inesorabilmente clandestina.
Che nessuno leggesse Marx ,non è proprio corretto.
RispondiEliminaMeglio, si leggeva poco ,ma soprattutto erano le "interpretazioni" del suo pensiero che hanno sempre contato.
Mi sono capitate tra le mani per esempio le bozze delle lezioni tenute da Luciano Gruppi alle Frattocchie .
Quello che poi veniva "traslato "era sostanzialmente il pensiero togliattiano dalla svolta di Salerno in poi.
Partito di massa ect,ect via italiana al socialismo, ectect...
Roba se si vuole già vista in passato,(in tutti i paesi del mondo)in sostanza, per il PCI, salvo le manifestazioni esteriori attribuibili alla base e sempre sospette ai vertici il credo fu quello Togliattiano e poi" Berlingueriano".
Per chi volesse informarsi esiste la storia del Marxismo di Einaudi in tre volumi o Il marxismo di Iring Fetscher in tre volumi Feltrinelli.
Meglio sarebbe dire la storia dei marxismi dopo Marx.
In Italia resta insuperato la Storia del PCI di Giorgio Galli.
Per chi sa "leggere" sono storie dei vari riformismi dopo Lenin..sia quelli stalinisti che quelli socialdemocratici.
Diciotto Brumaio è una buona lettura invece.
Ce ne sono anche altre.
Quelle più accademiche sono citate sopra.
caino
Lui (Renzi)gioca a fare il premier,"si spara le pose" parla parla...... si fa' le risatine, si gonfia, impone e non conclude mai niente.Anzi, affossa quel poco che ancora, in qualche modo, si regge.
RispondiElimina"ciò che è noto non è per questo conosciuto", anzi. anche l'approssimarsi ad un testo è un prodotto storico sociale
RispondiElimina