lunedì 18 luglio 2016

Dio non si mostrerà misericordioso


Mai come negli ultimi decenni il mondo è cambiato tanto rapidamente e profondamente e ciò non può restare senza dirompenti conseguenze sul piano dell’ordine vigente. Tutti noi abbiamo delle risposte sui motivi di tale sconquasso, poiché l’incalzare dei fatti ci costringe a fare i conti con essi. Altro paio di maniche è la verifica di queste risposte in rapporto alla realtà stessa.

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La prima questione in rapporto ai noti e tragici fatti riguarda il formarsi nelle nostre società di vere e proprie enclavi etnico-culturali refrattarie non solo ad integrarsi ma anche ad assimilarsi alle norme di convivenza delle nazioni in cui si sono stabilite. Esse denotano uno statuto non solo diverso ma opposto a quei nostri valori e principi che sono il portato di una dura e secolare conquista, a cominciare dalle libertà individuali che riteniamo non negoziabili: quella di coscienza, di opinione ed espressione, la parità tra uomini e donne, la laicità delle istituzioni, ecc..



Se è vero, come ho sostenuto, che la religione è una maschera ideologica dietro la quale si nascondono i motivi reali, contingenti e storici, di comportamenti che sfociano anche nella violenza di gruppi e movimenti estremisti, è altrettanto vero che ci dobbiamo misurare con questa realtà, per quanto sgradevole. Il non farlo ci ha portato, finora, in una situazione paradossale dove prevale un multiculturalismo ideologico che è a suo volta dogmatico.

Per altri versi è opportuno richiamare l’analisi storica del fenomeno che ha svolto Engels, ma essa si rivela insufficiente a spiegare la situazione odierna, laddove non si tratta più solamente di tener conto di movimenti di massa in lotta per la conquista del potere e del bottino, per quanto tale fenomeno non scompaia mai del tutto essendo connaturato a una società di classe. E difatti Engels precisa che si tratta di “movimenti di massa del medioevo”!

Richiamo, a mia volta e a tale proposito, quanto ho scritto nei giorni scorsi, e cioè che il fondamentalismo islamico riassume una storia lunga secoli, il miraggio della grande rivincita sull’Occidente che ha soggiogato e poi emarginato i paesi arabi e l’islam, una suggestione in grado di produrre un consenso istintivo. E però gli aspetti economici e geopolitici della contesa hanno un ruolo ben più decisivo nella nuova fase storica che si è aperta con la fine dei due blocchi.  


Su questa base, secondo me, andrebbe portato l’approfondimento, non trascurando un fatto essenziale, ossia che tali mutamenti avvengono nell’ambito di rapporti sociali fondamentalmente vecchi di secoli e che non reggono più le nuove situazioni. Tuttavia non scorgo un interesse, se non effimero ed emotivo, attorno a questi temi. Del resto a Nizza si segnalano spiagge già affollate. La parte opulenta della nostra società si rivela incapace dall’esimersi anche solo per qualche giorno e in segno di lutto da manifestazioni di mondanità. Dio non si mostrerà misericordioso con noi.

4 commenti:

  1. Non le sembra di essere in contraddizione, quando afferma che " enclavi etnico-culturali refrattarie non solo ad integrarsi ma anche ad assimilarsi alle norme di convivenza etc.." che le nostre conquiste (riassumo) sono non negoziabili e poi chiudere, dicendo a Nizza si segnalano già spiagge affollate etc...?
    A parte che non è così...per quanto i turisti ( e non ) scampati, per lo più girovagano alla ricerca dell' ultimo selfie, è la cosa è molto più inquietante al limite, di ritrovare il filo della propria esistenza, anche nel riprendersi lo spazio di una piccola serenità, magari di una vacanza agognata da tempo.
    Quello che penso però, faccia più male a questi spregevoli esseri, posto che sia stato davvero un atto terroristico, che a tutt'oggi non ha conferme solide, sia proprio il ritorno ad una quotidianità, molto occidentale ed anche sprezzante se vogliamo, che più che altro serva a rimarcare la nostra consapevolezza " del pericolo" ma l' indifferenza ad uno " stato del terrore".

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    1. è la realtà ad essere contraddittoria
      grazie per il commento

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  2. vedo che molti dicono siamo in guerra; ma secondo Lei, Olympe, è possibile parlare di guerra civile in Francia?

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