L’idea
più superficiale vede il mondo antico in bianco e ocra: quello dei marmi e delle
pietre. Sappiamo invece come quel mondo fosse coloratissimo e decoratissimo.
Anche i manufatti di uso più comune furono realizzati da abili artigiani e non
di rado da veri artisti. Il confronto con l’oggi è impietoso, e sui motivi si
può ragionare a lungo. Un motivo sta nell’unilateralità del lavoro industriale,
in cui trova posto l’operaio senza alcuna abilità, ridotto al virtuosismo di una
o poche funzioni. Non è un caso che come ammiriamo i prodotti di artigiani
sopravvissuti al trionfo della produzione su grande scala, allo stesso modo tra
le poche attività artistiche oggi meritevoli d’attenzione vi siano le opere
degli artisti di strada.
Con
il lavoro sociale di massa c’è stata la scissione netta fra le potenze mentali
del processo di produzione e il lavoro manuale. Cosa ben nota, così come il
fatto che nella dinamica capitalistica ciò che conta è il profitto, e il lavoro
umano, quale fonte del profitto, merce esso stesso, deve essere razionalizzato
ed economizzato al massimo grado. Non c’è più spazio per attività secondo
criteri di attitudine e creatività, estetici e di bellezza, e alla stessa
legge economica soggiace in generale la qualità dei materiali coi quali
fabbrichiamo il mondo.
E
tuttavia non basta il sorgere dalle ceneri del passato di rapporti sociali d’impronta
capitalistica, dunque declinati totalmente al profitto, a spiegare la deriva generale
subita dal gusto estetico, fino a toccare il parossismo. Ci dev’essere dell’altro,
qualcosa che ha a che fare con la schizofrenia, con qualche forma di follia, insomma
non può essere addossata tutta la responsabilità alla “struttura”. Ci sarà pure
un motivo di fondo per cui quasi tutto ciò che di più alto e di più bello è
stato pensato e realizzato appartiene al passato?
Come
accade spesso, questo blog non offre risposte, a sua volta le cerca.
Ma come, Olympe?
RispondiEliminaGli artisti odierni le danno la possibilità di farsi qualche ora di coda sotto il solleone per passeggiare sull'acqua ed ammirare l'isola della famiglia Beretta, e si lamenta?
Che ingratitudine! :-)
Sarebbe interessante anche conoscere che tipo di attività facessero i centomila passeggiatori giornalieri sull'acqua: tutti turisti, esodati,lavoratori in ferie?
RispondiEliminaIl tema estetico è molto vasto.L'apprezzamento p.e. delle ville venete palladiane potremmo definirlo quasi patrimonio comune del gusto, ma lo è altrettanto per la raffinata architettura di Carlo Scarpa? Il patrimonio edilizio creato dai copiatori del passato rimane generalmente in una omogeneità definita apprezzabile, mentre cultura e gusto nei'copiatori'd’oggi non sono molto diffusi.
(Tra l'altro le murature d'ambito in pietra a vista così tanto apprezzate oggi dalla massa, all'origine erano completamente intonacate e scialbate, piacerebbero ancora così tanto?).
Apprezzare Michelangelo è cosa facile, capire 'forse', perché così non Henry Moore?
A parte gli scarabocchi, la street art fa il paio con alcuni affrescatori medioevali.
Il denaro, Grande Corruttore, ha condizionato anche il tempo. Marx ce ne ha rivelato le dinamiche, altri immensi pensatori prima di lui ci avevano già messo in guardia.
Tout ce tient.
gg
io,a volte con un certo sforzo, cerco di non perdere uno sguardo di meraviglia verso ciò che anche questo tempo infame offre. la via dell' individualità è addirittura più sorvegliata oggi di ieri, manca l'arte perchè è stata sostituita dall'artista che, manichino impagliato -nonostante si creda "l' Individuo per eccellenza" con tutte le sue bizze e capricci-, è solo una delle prede predilette, perchè monito per tutti, della potenza sociale vigente. Eppure la oramai lunga abitudine alla mancanza di originalità (che non è intesa qui come una categoria solo estetica) rischia di non farcela mai più riconoscere.
RispondiEliminaciao