Mai
come negli ultimi decenni il mondo è cambiato tanto rapidamente e profondamente
e ciò non può restare senza dirompenti conseguenze sul piano dell’ordine
vigente. Tutti noi abbiamo delle risposte sui motivi di tale sconquasso, poiché
l’incalzare dei fatti ci costringe a fare i conti con essi. Altro paio di maniche
è la verifica di queste risposte in rapporto alla realtà stessa.
*
La
prima questione in rapporto ai noti e tragici fatti riguarda il formarsi nelle
nostre società di vere e proprie enclavi etnico-culturali refrattarie non solo
ad integrarsi ma anche ad assimilarsi alle norme di convivenza delle nazioni in
cui si sono stabilite. Esse denotano uno statuto non solo diverso ma opposto a
quei nostri valori e principi che sono il portato di una dura e secolare
conquista, a cominciare dalle libertà individuali che riteniamo non
negoziabili: quella di coscienza, di opinione ed espressione, la parità tra
uomini e donne, la laicità delle istituzioni, ecc..
Se
è vero, come ho sostenuto, che la religione è una maschera ideologica dietro la
quale si nascondono i motivi reali, contingenti e storici, di comportamenti che
sfociano anche nella violenza di gruppi e movimenti estremisti, è altrettanto
vero che ci dobbiamo misurare con questa realtà, per quanto sgradevole. Il non
farlo ci ha portato, finora, in una situazione paradossale dove prevale un
multiculturalismo ideologico che è a suo volta dogmatico.
Per
altri versi è opportuno richiamare l’analisi storica del fenomeno che ha
svolto Engels, ma essa si rivela insufficiente a spiegare la situazione odierna,
laddove non si tratta più solamente di tener conto di movimenti di massa in
lotta per la conquista del potere e del bottino, per quanto tale fenomeno non
scompaia mai del tutto essendo connaturato a una società di classe. E difatti Engels
precisa che si tratta di “movimenti di
massa del medioevo”!
Richiamo,
a mia volta e a tale proposito, quanto ho scritto nei giorni scorsi, e cioè che
il fondamentalismo islamico riassume una storia lunga secoli, il miraggio della
grande rivincita sull’Occidente che ha soggiogato e poi emarginato i paesi
arabi e l’islam, una suggestione in grado di produrre un consenso istintivo. E
però gli aspetti economici e geopolitici della contesa hanno un ruolo ben più
decisivo nella nuova fase storica che si è aperta con la fine dei due blocchi.
Su
questa base, secondo me, andrebbe portato l’approfondimento, non trascurando un
fatto essenziale, ossia che tali
mutamenti avvengono nell’ambito di rapporti sociali fondamentalmente vecchi di
secoli e che non reggono più le nuove situazioni. Tuttavia non scorgo un
interesse, se non effimero ed emotivo, attorno a questi temi. Del resto a Nizza
si segnalano spiagge già affollate. La parte opulenta della nostra società si
rivela incapace dall’esimersi anche solo per qualche giorno e in segno di lutto
da manifestazioni di mondanità. Dio non si mostrerà misericordioso con noi.
Non le sembra di essere in contraddizione, quando afferma che " enclavi etnico-culturali refrattarie non solo ad integrarsi ma anche ad assimilarsi alle norme di convivenza etc.." che le nostre conquiste (riassumo) sono non negoziabili e poi chiudere, dicendo a Nizza si segnalano già spiagge affollate etc...?
RispondiEliminaA parte che non è così...per quanto i turisti ( e non ) scampati, per lo più girovagano alla ricerca dell' ultimo selfie, è la cosa è molto più inquietante al limite, di ritrovare il filo della propria esistenza, anche nel riprendersi lo spazio di una piccola serenità, magari di una vacanza agognata da tempo.
Quello che penso però, faccia più male a questi spregevoli esseri, posto che sia stato davvero un atto terroristico, che a tutt'oggi non ha conferme solide, sia proprio il ritorno ad una quotidianità, molto occidentale ed anche sprezzante se vogliamo, che più che altro serva a rimarcare la nostra consapevolezza " del pericolo" ma l' indifferenza ad uno " stato del terrore".
è la realtà ad essere contraddittoria
Eliminagrazie per il commento
vedo che molti dicono siamo in guerra; ma secondo Lei, Olympe, è possibile parlare di guerra civile in Francia?
RispondiEliminaattualmente no, nel modo più assoluto
Elimina