«Sarebbe davvero meglio» per i sacerdoti colpevoli di abusi sessuali su minori che i loro crimini fossero «causa di morte» perchè per loro «la dannazione sarà più terribile». Lo ha detto il promotore di giustizia della Congregazione della Fede, monsignor Charles Scicluna, incaricato di seguire tutti i casi di preti abusatori, in una preghiera di riparazione a San Pietro per lo scandalo di pedofilia nella Chiesa.
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Vi sono giorni in cui sono ossessionato da un sentimento più tetro della più nera malinconia: il disprezzo per gli uomini. E per non lasciare alcun dubbio su ciò che disprezzo e su chi disprezzo, dirò che si tratta dell'uomo di oggi, del quale sono fatalmente contemporaneo. L'uomo di oggi: soffoco a causa del suo alito impuro... Come ogni uomo di cultura, nei riguardi del passato io sono assai tollerante, ossia mi controllo generosamente: attraverso millenni di un mondo di pazzi, con tetra circospezione, si chiami esso «cristianesimo», «fede cristiana», «Chiesa cristiana», mi guardo dall'attribuire al genere umano la responsabilità delle sue malattie mentali. Ma il mio sentimento d'un tratto cambia e prorompe, non appena m'addentro nell'età moderna, nella nostra epoca. Il nostro tempo è un tempo che sa... Ciò che un tempo era soltanto malato oggi è diventato indecente, essere cristiani oggi è indecente. Ed è qui che ha inizio il mio disgusto. Mi guardo attorno: non una parola è rimasta di ciò che un tempo si chiamava «verità», non sopportiamo neppure più che un sacerdote pronunci la parola «verità». Sia pure secondo le più modeste esigenze di rettitudine, oggi bisogna sapere che un teologo, un sacerdote o un papa, a ogni frase che pronuncia non è solo in errore, ma mente; che non è più libero di mentire «innocentemente», per «ignoranza».
L’Anticristo, XXXVIII.
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La prossima settimana il blog non verrà aggiornato.
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