lunedì 17 maggio 2010

Le vestimenta


Oggi mi sono fatto un po’ di “cultura” sull’abbigliamento in uso presso gli ecclesiastici. Scrive a tale riguardo Gaetano Moroni (Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia 1849, vol. XCVI, p. 218):
Le vestimenta nulla certamente aggiungono al merito, alla dignità della persona; ma pure, perche l'uomo è composto d'anima e di corpo, come bisogna persuadere lo spirito, così fa d'uopo di qualche forte impressione sul sensibile; e la parte più numerosa del genere umano, la meno filosofica, o dà luogo alle sole mozioni fisiche, o almeno di queste per lo più fa uso quando la ragione tenta di vincere. Gli abiti dunque anch’eglino divenuti sono un vocabolario del genere umano. A risvegliare nel popolo idee grandiose si fa uso di materia e di colori nel vestire, di foggie anche di abbigliarsi, che secondo l’idee sociali ci portino a formare un’idea vantaggiosa e sublime di chi così si veste. Ogni ceto, ogni ordine ha le sue particolari divise, e le più abbiette indicano lo stato di chi ne usa; come le più splendide la venerazione nostra conciliano alla grandezza di chi viene distinto.

Innocenzo IV nella vigilia di Natale del 1244 concesse ai cardinali il cappello rosso (e nel 1246 in Cluny, fu loro imposto dal Papa, o nel concilio generale di Lione I del 1245) con tale concessione ebbe principio l’uso della porpora nelle vesti cardinalizie; il qual uso fu poi stabilito da Bonifacio VIII nel 1294.
Nel gergo ecclesiastico, la porpora cardinalizia è chiamata “rosso ponsò”, da distinguersi dal “paonazzo romano”, cioè dal rosso vescovile.
Nell'estate del 1848 Pio IX promise a Rosmini che l'avrebbe fatto cardinale. E gli disse di preparare per tempo il corredo. Rosmini spese quarantamila scudi e si dotò di abiti, carrozza e quattro cavalli. Senonché la Repubblica romana fece scappare il papa a Gaeta, Rosmini cadde in disgrazia e la promozione sfumò.
Gli rimase così il corredo, meno due cavalli caduti sotto il fuoco dei garibaldini. Pochi anni dopo Rosmini riuscì a rifarsi: rivendette il tutto a un neoporporato inglese, Nicholas Patrick Wiseman, convertito dall'anglicanesimo e autore in gioventù di un romanzo di successo, 'Fabiola'.
Pio V emanò la bolla Admonet nos con la quale disponeva, tra l’altro, che i papi non potessero alienare i beni della Chiesa, sulla qual cosa debbono giurare i Cardinali nel ricevere il cappello rosso, e nell' entrare in conclave.
Nel 1565, Pio IV proibì con una costituzione, poi confermata da Gregorio XIII, che i palazzi dei Cardinali potessero servire di asilo ai delinquenti e malfattori.

Nessun commento:

Posta un commento