Mario Seminerio, un raro liberista che non teme alcune verità, scrive:
Il sistema finanziario ha un tale livello di complessità e, soprattutto, di “furtività”, da essere praticamente irriformabile. Questa è la scomoda verità con cui dovremo convivere.
Questa “furtività”, lo vediamo palesemente in questi giorni, viene usata politicamente come manganello contro i lavoratori e i disoccupati greci (e come monito per gli altri omologhi europei), mentre il Financial Times scrive:
Meno di 5000 greci dichiarano redditi annui superiori a 100.000 euro, malgrado oltre 60.000 famiglie greche abbiano investimenti in liquidità e titoli superiori a 1 milione di euro, secondo stime di una banca privata greca.
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Se si vuole un’immagine per il convergere tra le potenze politiche americana e britannica e l’azione intrusiva dei fondi speculativi e della stampa economica, si deve andare alla relazione tra la monarchia inglese e la pirateria, la concessione delle patenti di “corsa” ai tipi come Drake non coinvolgeva la responsabilità diretta della corona nella guerra contro i convogli francesi e spagnoli. Nulla di nuovo sotto il sole.
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Dichiarate morte per sempre le ideologie (salvo quella vincente) vent’anni fa gli apologeti di questo sistema economico ci hanno illusi che la nostra potesse essere finalmente un’epoca di civiltà e benessere senza fine, mistificando anzitutto un fatto che era ben presente alle generazioni che ci hanno preceduto, ovvero che sebbene nella società moderna sia stata abolita giuridicamente la schiavitù, essa però sopravvive a causa del bisogno, della condizione economica. E laddove si allenta il bisogno, viene meno l’obbligo, la sottomissione e il controllo. Questo i padroni della società, e i loro lacchè, l’hanno avuto sempre ben chiaro.
Il principale strumento per la manipolazione di tale realtà è la manipolazione delle parole, se si può controllare il significato delle parole, è possibile controllare le persone che devono usare le parole. Del resto non è una novità che chi controlla i mezzi decide anche i fini, quindi significa che il destino delle persone dipende da scelte effettuate da altri, in sedi la cui esistenza è solo vagamente percepita. Ai megafoni della cosiddetta informazione, il compito di fomentare, da un lato, forme isteriche di paura che favoriscano i partiti politici più reazionari, dall’altro, passioni e partecipazione nella gestione burocratica di un presente pavloviano. Viene quindi in luce la natura apparente dei diritti, laddove il dominio effettivo della grande mistificazione si palesa sempre più negli annunci di cambiamenti reali quando si tratta solo di mutamenti dell’illusione.
Accade per ogni illusione: una volta che ha acquistato una sua autonomia, agisce sul mondo reale, con esiti tutt’altro che confortanti.
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