È in corso una manovra di recupero mediatico da parte del Vaticano. Il crimine è stato derubricato a peccato e per “battere” quest’ultimo basterebbe la “preghiera collettiva guidata da Bagnasco”. Rinfreschiamoci la memoria.
All’inizio del Novecento scoppiarono in Italia e Germania degli scandali che coinvolsero istituti cattolici in cui operavano su larga scala preti pederasti. Basterebbe citare lo scandalo del collegio salesiano di Varazze (1907) o quello ancor più celebre di Pallanza. La famosa rivista l’Asino dedicò ampio spazio agli eventi pubblicando, tra l’altro, feroci vignette tra cui questa:
Scrive un quotidiano:
La preoccupazione della chiesa canadese per la scoperta di un rilevante numero di sacerdoti pedofili.
È un articolo del 4 ottobre 1990.
Altro giornale, altro articolo:
Bufera sulla chiesa irlandese: annuncia le dimissioni Brendan Comiskey, vescovo di Fers, accusato di collusione con un sacerdote coinvolo in un caso di pedofilia.
È il 2 aprile 2002.
Sempre sulla stampa, il 23 aprile 2002:
Pedofilia, crisi senza precedenti nelle gerarchie cattoliche degli Stati uniti. Convocati per un summit straordinario in Vaticano, ieri sono arrivati a Roma i tredici cardinali degli Usa.
Il resto è cronaca recente, quotidiana. Un’organizzazione di stampo religioso al cui interno i crimini sessuali e finanziari sono all’ordine del giorno da secoli. Gli Stati, a loro volta assai screditati, non intervengono, non provvedono a sciogliere le organizzazioni cattoliche per l’infinita serie di crimini di cui sono attrici e complici. Temono per il consenso, per il venir meno dell’instupidimento religioso che offre stabilità al sistema di sfruttamento e rapina.
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Roma: gli immobili del Vaticano
Il centro storico della Capitale - al di là delle sedi extraterritoriali - vanta vaste proprietà immobiliari proprietà del Vaticano detenuti in particolare attraverso la Congregazione di Propaganda Fide (per un valore a prezzi nominali stimati in circa nove miliardi di euro) o dell'Apsa, il patrimonio della Sede Apostolica.
Numerosi palazzi della Santa Sede punteggiano piazza di Spagna, via di Propaganda, via della Vite, via Sistina,via Condotti, la salita di San Sebastianello, via Sant'Andrea delle Fratte, via della Mercede.
Poi c'è l'isola intorno all'Università Gregoriana , piazza della Pilotta, SS. Apostoli.
Intorno al Pantheon ci sono gli immobili di piazza della Pigna, via del Gesù, Santo Stefano del Cacco.
Tutta la zona che parte dal fondo di via Nazionale e si estende verso il Colosseo è patrimonio della Santa Sede.
C'è poi un'altra zona che comprende via Giulia, via del Gonfalone, via Monserratto, via del Governo Vecchio, Campo de Fiori.
Passato il fiume, le proprietà ecclesiastiche si ramificano: da una parte, vanno a lambire la città del Vaticano (via di Porta Cavalleggeri, via di Porta Pertusa, via Benedetto XIV su fino al colle del Gianicolo), dall'altra si estendono in giù verso Trastevere (piazza Trilussa), per risalire verso la via Aurelia Antica, dove, attorno ai più antichi collegi ed alle case generalizie, sono stati acquistati o ricevuti in donazione rustici e terreni; dall'altra, entrano nel quartiere Prati (fino a quasi piazza Risorgimento).
Dove finisce la zona della stazione Termini comincia un'altra grossa fetta di proprietà della Chiesa, da via Merulana a viale Manzoni, da piazza Dante a viale Emanuele Filiberto, da Santa Croce in Gerusalemme, fino alla piazza di San Giovanni in Laterano.
Proprietà sparse si trovano ancora lungo le strade consolari verso la periferia e, qua e là, nel cuore del quartiere della Roma bene, i Parioli.
Corriere della sera, 16-5-2010
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