Aggiornamento del post precedente.
Il Sole 24ore on-line pubblica in mattinata [qui] un articolo in cui si sottolinea:
La "turbolenza" ha visto il venerabile indice Dow Jones sballottato senza pietà, in pochi minuti cadere in picchiata di mille punti per poi recuperarne circa 700. Titoli storici e tranquilli quali Procter & Gamble e 3M oscillare furiosamente e altri cadere momentaneamente addirittura a zero. Oppure nel caso di Sotheby's impennarsi a centomila dollari, neanche fosse la Berkhshire Hathaway di Warren Buffett. E ha visto il rincorrersi di ipotesi sulle cause, forse tutte vere: nel mirino sono clamorosi errori di trading ma anche possibili manipolazioni del mercato. Programmi computerizzati di compravendita ad altissima velocità e frammentazione dei mercati che rendono ardui controlli e coordinamento.
Quindi prosegue:
Ma, accanto a timori di speculazioni, sotto i riflettori sono le nuove sfide high tech nella gestione dei mercati. Il ruolo di ultra-sofisticati sistemi di compravendita, l’high frequency trading da millesimi di secondo, e di programmi fondati su algoritmi che fanno scattare, a determinate condizioni, vaste operazioni automatiche. Dopo una crescita esponenziale l’high frequency rappresenta due terzi degli scambi americani. E tra le 2.40 e le 2.47, poco più di cinque minuti che valgono un'eternità in millesimi, avrebbero soffiato sul fuoco delle vendite, bruciando quasi mille miliardi di capitalizzazione di mercato.
Ci sono voluti due giorni, ma alla fine anche i lettori on-line del Sole 24ore hanno potuto apprezzare che la causa di quanto è capitato non è a carico del maldestro input di un singolo impiegato.
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