Vi sono giorni in cui mi assale un sentimento nero più della nera malinconia - il disprezzo per l'uomo. E per non lasciare alcun dubbio su che cosa, su chi io disprezzi: è l'uomo d'oggi, l'uomo del quale io sono per fatalità contemporaneo. L'uomo di oggi – il suo alito immondo mi mozza il fiato....Verso il passato sono, al pari d'ogni soggetto conoscente, estremamente tollerante, il che significa magnanimo nel dominio di me stesso. Si chiami esso "cristianesimo", "fede cristiana", "chiesa cristiana", passo attraverso il mondo manicomiale d’interi millenni con tetra circospezione – mi guardo bene dal ritenere l'umanità responsabile per le proprie malattie mentali. Ma il mio sentimento si ribalta, prorompe appena metto piede nell'epoca moderna, nel nostro tempo. Il nostro tempo sa ... Ciò che prima era solo patologico, oggi è divenuto indecente – esser cristiani oggi è indecente. E qui comincia il mio disdegno. Mi guardo in giro: non una sola parola è rimasta di ciò che una volta aveva nome verità, nemmeno più sopportiamo che un prete anche solo pronunci la parola "verità". Anche se modestissima è la nostra aspirazione alla rettitudine, oggi dobbiamo sapere che un teologo, un prete, un papa ad ogni frase che dice, non solo sbaglia, ma mente – che non è loro più consentito di mentire per innocenza, per ignoranza. Anche il prete sa, bene quanto chiunque altro, che non vi è più alcun Dio, alcun peccatore, alcun redentore – che libero arbitrio, ordine morale del mondo sono menzogne: la serietà, il profondo autosuperamento dello spirito non consentono più a nessuno di non sapere a questo riguardo. Tutti i concettidella chiesa sono riconosciuti per quello che sono, la più malvagia falsificazione di moneta che esista, intesa a svilire la natura, i valori di natura; il prete stesso è riconosciuto per quello che è la più malvagia specie di parassita, l'autentico ragno velenoso della vita.
Frederich Nietzsche, L’Anticristo, XXXVIII, Newton, p. 58..
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