sabato 10 settembre 2022

Non c’è bisogno di provocarla

 


Mentre trepidiamo nell’incertezza di sapere se Camilla Parker Bowles diventerà regina, strani personaggi, chiamati banchieri centrali, hanno deciso di mettere sott’acqua l’inflazione. Su questa linea, Sir Elton John ha fatto sapere che per cantare ai funerali della vecchia farà lo stesso prezzo di Diana, e Carlo III metterà in vendita a una sterlina ciascuno i cappellini della madre.

Dunque quest’inverno non soffriremo “solo” per il razionamento, le carenze e l’aumento del costo dell’energia e del riscaldamento domestico, ma anche per l’ascesa mediatica di personaggi decisamente fané come Camilla e Peppa Pig. Ieri sera, Lilli Gruber ha chiesto a quest’ultima se sia il caso di portare anche in Italia la guida a sinistra per compensare il voto a destra.

Vedere e sentire di queste cose mi scava lo stomaco. Parliamo allora di follie serie.

Il programma d’inasprimento quantitativo (quantitative tightening) della Federal Reserve aumenterà a settembre, passando da 47,5 miliardi a 95 miliardi al mese. Pare che il QT, che è l’esatto opposto del QE (quantitative easing) praticato per anni, non provocherà alcun cambiamento per l’economia finanziaria e reale, posto che la Fed può manovrare con operazioni di pronti contro termine inverso (reverse repo) tramite il Conto Generale del Tesoro (Treasury General Account), che è il conto corrente generale utilizzato dal Dipartimento del Tesoro e dal quale il governo degli Stati Uniti effettua tutti i pagamenti ufficiali.

Sarà anche così, ma a me pare un modo anche questo per congelare liquidità. Tuttavia non facciamoci venire il mal di testa con questi tecnicismi, poiché la Fed e le altre banche centrali, segnatamente la Bce, hanno un altro modo per tenere a freno l’inflazione: aumentare il tasso d’interesse. Quando il credito è più costoso, le famiglie e le imprese investono e consumano meno. Meno produzione, vale a dire recessione. Seguono disoccupazione, povertà, crescenti deficit pubblici, ma chi se ne frega? Meno le aziende producono e vendono, più abbassano i prezzi: l’inflazione è sconfitta, evviva!

La cosa folle (cosa non è folle oggi?) è che la deliberata creazione di una recessione è un fatto così pacifico e accettato all’interno dell’establishment finanziario che hanno persino dato un nome all’aumento della disoccupazione programmata: “rapporto di sacrificio” (sacrifice ratio).

Jerome Powell, il capo della Federal Reserve, ha calcolato che ci vorrà molta disoccupazione per portare l’inflazione dall’8% negli Stati Uniti al 2%. E quindi aumenti molto consistenti dei tassi d’interesse, che saranno attuati fino al ritorno alla stabilità dei prezzi, dunque “ci vorrà tempo” e “farà soffrire le famiglie e le imprese americane”.

La cosa interessante è che Isabel Schnabel, un’ex professoressa tedesca di economia e ora voce molto influente nella Bce, ha detto la stessa cosa: sarà necessario un aumento della disoccupazione più alto del previsto all’interno dell’area dell’euro. La sua argomentazione è la stessa: l’inflazione è un’idra dalle mille teste e, se non la abbattiamo ora, crescerà e sfuggirà al controllo.

I prezzi salgono a causa di situazioni reali che non hanno nulla a che vedere con il livello dei tassi d’interesse, tantomeno con il livello attuale dei salari. La loro ascesa non renderà più disponibili le materie prime a buon mercato, né spingerà Mosca a fornirci gas ai prezzi di prima, ammesso che il gas lo fornisca. Certo, la Bce, in quanto tale, non può fare molto per questi fenomeni, ma non aggiunga sangue alle lacrime.

La recessione non c’è bisogno di provocarla, è già in arrivo. In Europa, il “gas shock” sta svuotando i portafogli dei consumatori. Senza clienti, le aziende producono meno. In Cina la folle politica “zero Covid” sta portando al confinamento d’intere megalopoli, impedendo a decine di milioni di persone di andare al lavoro. E minaccia un gigacrack immobiliare: ovunque nel Paese vi sono nuovi edifici privi di qualsiasi abitante, fallimenti di promotori immobiliari e cantieri abbandonati.

Tutto ciò che mancava era il giro di vite di Jerome Powell e ora della Lagarde, che dovrebbero far sussultare l’economia americana ed europea. Insomma, né un pianeta in fiamme né le file alle mense dei poveri stanno svegliando i sonnambuli a capo delle banche centrali e i responsabili politici, che ancora usano contro di noi ragionamenti che sono sempre stati falsi.

4 commenti:

  1. Il ricavato dei "cappellini" venduti sara' portato nelle famose, Virgin islands direttamente da charles, God save the king, il nuovo capo di stato inglese.
    Non sono certo un paese moderno.
    Ho letto The Anarchy di William Darlymple. Straordinario. Grazie per averlo consigliato.

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  2. Oggi pomeriggio ho visto un po' di Presa Diretta e se non ho capito male la causa della crisi attuale sarebbe questa: Putin, volendo finanziare il riarmo della Russia allo scopo di impadronirsi della Terra, ha artificiosamente fatto alzare il prezzo dei combustibili fossili con l'involontaria collaborazione degli ignari Paesi dell'UE che nulla sapevano delle sue mire.
    Attendo il sequel.
    Ps I Windsor viaggiano in carrozza a cavalli, sono sempre stati avanti.

    Pietro

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  3. Il capitalismo esige le sue vittime nel nome del benessere. I giacobini ugualmente promettevano le bonheur ma almeno tagliavano solo le teste degli aristocratici.
    (Peppe)

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    1. Purtroppo non solo degli aristocratici: solo circa il 20 percento

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