mercoledì 5 maggio 2021

Che schifo

 

Quanta ipocrisia della sinistra engagé sul caso della povera Luana. Sono cose che succedono tutti i giorni, come prova lennesimo caso qui sotto, solo che non fanno notizia sui giornaloni e tantomeno in televisione.

Nessuna pietà, vanno spremuti come limoni, dando la caccia a chi si lamenta rovistando ciò che si scrive su facebook. Un tempo si dava la caccia ai volantini negli armadietti. Già essere iscritto alla CGIL (pensa un po!) e venivi segnato a dito e a vita. Non lo dico per sentito dire.

Si sente: il governo questo, il ministro quello, il figlio di puttana quell’altro; ma resta pur sempre una politica economica e sociale invariata: il clan dei ricchi che schiaccia i poveri. Che cazzo è mai cambiato? Andate a fare in culo, stronzi del politicamente corretto.

Come pensate sia prodotto ciò che mangiamo, vestiamo, abitiamo, cazzeggiamo. Siete mai stati in una fabbrica? Non in quelle che si vedono in televisione pulite e a lustro, ma in una dove si produce tanto “valore aggiunto” senza riguardo per i sistemi di sicurezza che rallentano la produzione. Conoscereste il vero volto del capitalismo della “sicurezza” nei posti di lavoro. Vi fareste un’idea di quale materiale umano è fatta realmente la “catena del valore” di cui sproloquiate nei vostri articoli e commenti social.

Com’è andata a finire per i dirigenti della Thyssenkrupp condannati per omicidio colposo come responsabili della morte di sette operai? E gli omicidi di ogni giorno, dei mille e mille che si susseguono di anno in anno? Ah già, operai distratti, che non si attengono alle norme.

Vi ricordate degli omicidi dei padroni solo quando fanno titoli che acchiappano. Per un giorno, due, tre al massimo. Poi intervistate il figlio di quello lì, non certo le vedove dei defenestrati e degli operai assassinati, riempiendovi la bocca e il portafoglio di “anni di piombo”, come se gli anni del cloruro di vinile monomero non fossero mai esistiti.

Scrisse in chiusa di un suo libro l’ex magistrato Felice Casson, uomo di indiscussa fede (salesiani di Castello di Godego, non come certi mattacchioni):

“Se le istituzioni non rispondono, se la giustizia e l’equità sociale non hanno più alcun significato, se la tranquillità e la sicurezza personali sono divenute una chimera, se le esigenze e le necessità più comuni rimangono inascoltate, si rischia un declino pericolosissimo. Verso la negazione dei valori etici e sociali, costati lacrime e sangue, verso la distruzione di ogni forma di uguaglianza, di solidarietà, di democrazia”.

E c’è ancora chi chiede conto degli anni di piombo, da che parte stavi in quella guerra, quando allora i padroni e i loro complici assassinavano, ben coscienti di farlo, centinaia di operai di una fabbrica di Marghera così come di tante altre?

Compagni che sbagliavano, o padroni che assassinavano troppo? Basta decidersi, non si può stare eternamente in bilico appesi a sottili distinguo, porco di un Giove.

E di Michele, per esempio, chi si ricorda più? E della sua lettera censurata dal Corriere della sera?

Che schifo fate, ipocriti, riandate a fare in quel culo che vi piace tanto.

8 commenti:

  1. Scusa per la mia ignoranza, che sindacato sarebbe CIGL? Per quanto riguarda Felice Cason mi sembra natio dei lidi chioggiotti. Per tutto il resto "parole sante".
    un saluto roberto b

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    1. chiaro è un errore di battuta, come il tuo su Casson. grazie
      lo so bene dov'è nato, e anche il resto
      ciao

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    2. ah no, avevo scritto io Cason, scusa

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    3. beh in Italia siamo fortunati , con tutte le piccole imprese che abbiamo, gli accidenti li possiamo ancora mandare al padrone.
      Quando lavori nelle multinazionali, ti devi accontentare del caporale lecchino di turno (per gli amici moderni: il manager) : che poi alla fine ti fa pure pena : scelto in quanto inetto e prono a dir sempre e solo di si!.

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  2. !"Come pensate sia prodotto ciò che mangiamo, vestiamo, abitiamo, cazzeggiamo".
    Qualcosa io so.
    I nostri bambini sempre puliti, con le loro biciclettine, le loro stanze dei giochi piene di giocattoli, con le loro merendine, i loro televisorini, i loro cellulari sempre accesi, sono i divoratori e i distruttori dei bambini dei paesi poveri.
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    "C'è una cosa che non abbiamo ancora imparato e che ci viene dal terzo e quarto mondo: la lezione della miseria disperata, disumana, che sembra invincibile e che porta a risolvere il problema dei bambini che vivono allo stato selvaggio in Brasile uccidendoli, come se fossero topi e conigli. Di fronte a tutto questo, parole come Democrazia, Stato pluralistico, Diritti dell'uomo sembrano perdere qualsiasi significato" (Norberto Bobbio)

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  3. Si noti come pian piano ricominciamo a morire normalmente...
    Grazie per il sostegno concreto in questo anno.
    Con stima
    Luigi

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