La scorsa settimana, i media statunitensi hanno fatto propria la tesi sostenuta dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e dai suoi alleati politici, secondo cui il Covid-19 avrebbe a che fare con il Wuhan Institute of Virology.
Il 25 maggio, il Washington Post ha pubblicato un articolo di Glenn Kessler sulla “verifica dei fatti”, intitolato A timeline for how the Wuhan lab-leak theory suddenly became credible (si può leggere anche qui), volto a presentare la campagna mediatica statunitense della “teoria” come ragionevole e logica.
Kessler e il Post, sotto la parvenza di un sobrio esame dei fatti, cercano di cancellare un’ampia e puntuale ricerca condotta dal New York Times, dalla CNN e da altri media sulle origini della teoria della cospirazione del Wuhan Lab. Più di sei mesi fa, i loro dettagliati articoli dimostravano che questa “teoria” era stata completamente fabbricata dagli amici e alleati politici di Trump, guidati dal suo capo stratega della campagna elettorale Stephen K. Bannon (personaggio noto anche in Italia), dall’associato di Bannon, Miles Guo, e dall’estrema destra The Epoch Times, con sede a Hong Kong .
Quello che segue è una cronologia redatta esclusivamente sulla base dei servizi della CNN e del NY Times.
Metà gennaio 2020: il “dissidente” cinese, negli Stati Uniti, Wang Dinggang, che scrive in mandarino come Lude, diffonde la “tesi” secondo cui il Covid-19 “era stato deliberatamente rilasciato dal Partito comunista cinese”, scrive il New York Times. Wang Dinggang è un socio di Steve Bannon, Miles Guo e dell’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani.
25 gennaio 2020: G News, il sito di notizie gestito da Miles Guo, partner commerciale di Bannon, pubblica un articolo in cui afferma che “la vera fonte del coronavirus proviene da un laboratorio a Wuhan collegato ai programmi segreti di armi biologiche”. Secondo tutte le indicazioni, questo post è la prima affermazione categorica di questa tesi disponibile in inglese.
25 gennaio 2020: Steve Bannon lancia il podcast War Room Pandemic, pietra angolare del movimento reazionario attorno l’ex presidente Trump (Twitter ha sospeso l’account di Bannon a novembre scorso dopo l’affermazione che il dottor Anthony Fauci dovrebbe essere decapitato e che la sua testa doveva essere messa su una picca fuori dalla Casa Bianca.)
Il 25 gennaio, Bannon invita l’editorialista del Washington Times, Bill Gertz, a parlare della teoria del Wuhan Lab. Bannon gli chiede: “Bill, potresti riassumere brevemente l’articolo che hai scritto ieri”, sottintendendo che Bannon conosceva in anticipo l’articolo di Gertz prima che fosse pubblicato.
26 gennaio 2020: Bill Gertz pubblica sul Washington Times l’articolo che aveva descritto a Bannon, citando esclusivamente Dany Shoham, un ufficiale dell’intelligence israeliana. È meno categorico di G News, dichiarando: “Il coronavirus potrebbe aver avuto origine in un laboratorio collegato al programma di guerra biologica cinese”.
31 gennaio 2020: Epoch Times , associato al nuovo movimento religioso del Falun Gong, pubblica un articolo intitolato: Il piano della Cina per distruggere il ritorno di fiamma degli Stati Uniti? L’articolo dichiara che il Partito comunista cinese considera le armi biologiche le armi più importanti per raggiungere l’obiettivo di “ripulire l’America”. Conclude: “È altamente probabile che l’organismo 2019-nCoV sia una versione del NCoV scoperto dai medici sauditi nel 2012”.
14 aprile 2020: Il Washington Post pubblica un articolo di Josh Rogin intitolato: “Fonti del Dipartimento di Stato hanno rilevato problemi di sicurezza nel laboratorio di Wuhan dove si studiano i coronavirus dei pipistrelli”. L’articolo di Rogin afferma: “Un alto funzionario dell’amministrazione mi ha rivelato che i cablogrammi forniscono un’ulteriore prova a sostegno della possibilità che la pandemia sia il risultato di un incidente di laboratorio a Wuhan”.
Il 21 febbraio 2021, l’ex vice consigliere per la sicurezza nazionale, Matthew Pottinger, utilizzava quasi esattamente gli stessi argomenti della fonte anonima citata nell’articolo di Rogin in un’intervista al programma della CBS “Face the Nation”.
20 giugno 2020: in un discorso a Tulsa [oggi ricorre il centenario del massacro di Tulsa], in Oklahoma, Trump fa ripetutamente riferimento a Covid come “virus cinese” e ironizzando che si tratti del loro “Kung Flu”.
3 luglio 2020: il consigliere della Casa Bianca per il commercio, Peter Navarro, afferma che il “Partito comunista cinese ... ha generato il virus” e lo impiega “come arma ”.
14 settembre 2020: la dott.ssa Li-Meng Yan, ex ricercatrice post-dottorato dell’Università di Hong Kong, pubblica un articolo secondo cui il Covid-19 è un virus creato artificialmente: “SARS-CoV-2 mostra caratteristiche biologiche incompatibili con un virus zoonotico naturale”. Il frontespizio del giornale che pubblica l’articolo dichiara di essere sponsorizzato dalla Rule of Law Foundation, che è associata a Miles Guo e Steve Bannon.
3 ottobre 2020: Bannon dichiara, secondo la CNN, “Voglio ringraziare Miles Guo perché sono stati Miles Guo e la Rule of Law Society che all’inizio di gennaio ci hanno fatto iniziare a concentrarci sulla tesi che il Partito comunista cinese è responsabile della pandemia.
20 novembre 2020: il New York Times pubblica un articolo, devastante e meticolosamente documentato, nel quale si dimostra come Li-Meng Yan sia la creazione di Bannon e Guo Wengui. Il titolo: “Come Steve Bannon e un miliardario cinese hanno creato una tesi mediatica di destra per il coronavirus” (Guo Wengui è uno dei tanti alias di Miles Guo, noto anche come Guo Wen Gui, Guo Haoyun e Miles Kwok).
Mi fermo qui, invitando a leggere l’eccellente articolo del NY Times per comprendere, per contro, in quale cloaca comunicativa siamo precipitati e come molti media ci sguazzino, con i soliti babbei a ritwittare.
Una trentina di anni fa', forse meno, forse più, conobbi una famiglia nei pressi di Ala, Avio, lì, vicino a Rovereto. Rispetto a me, il ragazzo aveva qualche anno in meno, una trentina di anni, guarda caso studiava assiduamente l'arabo in quel periodo, come terza lingua, conosceva naturalmente l'inglese e il tedesco.
RispondiEliminaE fu lui, che tra le varie avventure narratemi dei suoi genitori, che presenti minimizzavano, mi fece la narrazione della fuga di Kappler dal Celio di Roma.
In realtà solo la parte che riguardava l'accompagnamento del germanico ai confini del Brennero, in forma privata, naturalmente non davanti ai genitori, partecipi di quest'ultima "avventura".
Ma la narrazione, e non solo in questo caso, non mirava a sottolineare l'aspetto avventuriero, se così si può dire, delle azioni "famigliari" ma sopratutto le responsabilità civili della cosiddetta repubblica.
Perché si dà il caso che chi si adoperò maggiormente affinché l'azione andasse a buon fine fu Flaminio Piccoli.
Bene, l'ho detto per l'ennesima volta, meglio per voi non credere a simili dicerie.
Meglio che lo creda solo io, e vi assicuro lo crederò per sempre.
Però qualcuno, tra il vaticano, la DC, i servizi, si adoperarono per far passare gli ultimi anni di un vecchio criminale tra le mura domestiche.
Certo non mettiamo a confronto i crimini di questi terroristi fuggiti in Francia, vuoi mettere? Loro meritano la pena di morte, ovvero quello che merita Brusca?
E queste sono solo briciole, tra fatti di "giustizia".
Ma questo presidente quando si deciderà a raccontare quello che a suo dire le nuove generazioni meritano di conoscere?
Gli anni di piombo? O forse verrebbe meglio iniziare dalla Gladio?
Sono fuori tema, ma non troppo, visto i babbei, comunque non me ne frega un beato c.
Stefano