Perché aumentare l’imposta solo all’1 per cento ai più ricchi? Perché non tassare le successioni secondo progressione? Con quali aliquote? Qui sta il punto vero della questione. E senza tetti massimi.
Ora vige un’aliquota fissa del 4% sulle successioni (e donazioni !!), con una franchigia di un milione di euro. Non è una seria elusione fiscale vidimata dalla legge?
L’imposta al 4% è meramente simbolica. In Giappone è al 55%, ma lì hanno gli occhi a mandorla e perciò vedono le cose diversamente. Nel paese più capitalista del mondo, gli Stati Uniti d’America, secondo Roger Abravanel, che scriveva di questo tema sul Corriere della sera nel 2017, si tratterebbe del 40% sui beni del defunto.
Nell’articolo, non a caso, Abravanel taceva sulla tassazione vigente negli altri paesi della UE (accenna alla Svezia quale “paese socialista”). Sosteneva Abravanel che alzare l’imposta di successione nel nostro paese “sarebbe l’ennesima proposta populista di tassare il patrimonio dei più ricchi che porterebbe molto meno risorse di una seria lotta all’evasione dell’imposta sul reddito che vale 150 miliardi l’anno”.
Ah già, la seria lotta all’evasione. In Italia è come la lotta alla grandine.
Se l’esempio di tassazione americano può sembrare esoso, adottiamo allora, parola per parola, la legislazione tedesca. Oppure quella francese. Piace di più quella inglese? Ok. Come detto, Roger Shylock non ne faceva menzione nel suo articolo. Né altri lupi mannari del liberalismo ne fanno menzione ora.
Sosteneva Abravanel che nessun aumento dell’imposta sulle successioni in Italia avrebbe effetto, perché “se la elusione nei Paesi dove la tassa esiste è massiccia, da noi arriverebbe a livelli record”. E come avverrebbe? Risponde Abravanel: con “donazioni e fondazioni”. Bravo.
È ovvio che l’imposta dev’essere comune alle donazioni, alle polizze vita e a tutte le altre forme equivalenti e legali di trasferimento di beni agli eredi con le quali normalmente viene occultato sia il grosso che l’argent de poche. In tal modo l’evasione e l’elusione di questo tipo d’imposta diventerebbe molto più complicata. E non è assolutamente vero che il gettito per l’erario sarebbe minimo, tutt’altro. Quella sulle donazioni, successioni ed affini, e stata storicamente l’imposta più temuta dai proprietari.
Ad ogni modo: il gettito sarebbe poco? Eleviamo, come detto, le aliquote. Imitiamo l’Europa, signori europeisti a chiacchiere, liberali col culo degli altri.
Che il buon Letta segua il tuo blog ? Tu lo dici da almeno dieci anni
RispondiEliminala sera non si addormenta prima di averlo letto
Eliminaeh beh , Mme Olympe, si imparano sempre un sacco di cose da lei:
RispondiEliminaho fatto la simulazione sul sito francese e si resta sbalorditi.....
anche se immagino che all'estero avranno i propri modi per eludere.
Mi viene onestamente per una considerazione sui nostri padroni del vapore:
pur pagando una sciocchezza per il trasferimeto della ricchezza generazionale, non son riusciti a creare imprese grandi abbastanza da competere in ambito internazionale.....immagino ci saranno dei buoni motivi
quando si parla dell'enorme risparmio delle "famiglie" depositato nelle banche, del "risparmio" investito nella speculazione, in non piccola misura si tratta di evasione ed elusione fiscale, quest'ultima trova forma legale anche con simili ridicole aliquote. è il segreto di pulcinella, simbolo tangibile del potere del denaro sulle decisioni di politica fiscale ed economica.
Elimina....eh si.
EliminaQuando si parla del potere del denaro sulle politiche fiscali, immagino si debba anche considerare che il potere Stato Italiano risulta molto debole , se confrontato con altre nazioni....soprattutto in questo momento.
vedremo
L'eredità non ha oggi un fondamento giuridico ammissibile, lo avrebbe forse solo nel caso di piccole proprietà di terra, ma anche questo sarebbe discutibile.
RispondiEliminaPerché dunque non dare un tetto massimo oltre al quale l'erede comunque non potrà accedere.
Far fuori gli zar e i re non è servito a niente.
Stefano
Gli zar sono dei simboli, ciò che conta sono i rapporti di forza tra le classi sociali.
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