Vi sono nomi di località ricordati come “luoghi della storia”, quelli il cui toponimo diventa sinonimo di un fatto storico importante e universalmente riconosciuto. A volte, però, si tratta di una convenzione fittizia, nel senso che quel luogo c’entra poco o nulla con l’evento famoso.
Se dico Waterloo, per esempio, tutti sanno a cosa mi riferisco. Tranne Luca Luciani, già guida di Tim Brasil, la controllata carioca di Telecom Italia. A Waterloo, però, non successe molto in relazione a quell’epico scontro tra eserciti. Il centro della battaglia fu su Mont St. Jean, che monte vero e proprio non è.
I soldati francesi, reduci di quella battaglia, e poi Viktor Hugo, si riferivano ad essa col nome di Mont St. Jean, sparuto borgo situato tra i comuni di Braine-l’Alleud e di Waterloo, all’incrocio delle strade Nivelles-La Hulpe e Charleroi-Bruxelles.
Noi ci riferiamo a quella battaglia col nome di Waterloo perché così decise Arthur Wellesley, il quale aveva posto il suo quartier generale in quel paesino per la battaglia, e perché più orecchiabile per gli anglofoni. La storia la fanno i vincitori, è noto.
Altro esempio: se dico Campoformio, tutti sanno che ci si riferisce alla località, in Friuli, in cui fu firmato un celebre trattato, quello tra Napoleone e l’Austria. Campoformio è corruzione di Campoformido, un borgo non lontano da Udine. C’è pure una trattoria, “al Trattato”, dove sarebbe stato firmato il documento. In internet troverete: “Antica Trattoria al Trattato, Mangiare con Napoleone”.
Alla specifica voce su Wikipedia: “Il trattato di Campoformio fu un trattato firmato il 17 ottobre 1797 (26 vendemmiaio dell’anno VI) dal generale Napoleone Bonaparte, comandante in capo dell’Armata d’Italia, e dal conte Johann Ludwig Josef von Cobenzl, in rappresentanza dell’Austria, a Campoformido, comune del Friuli alle porte di Udine”.
Quei due non furono gli unici firmatari e peccato che a Campoformido non fu firmato nessun trattato. Napoleone non solo non ha mai pranzato in quel luogo, ma forse non s’è mai fermato un instante, semmai sia transitato di lì. Eppure il documento è effettivamente datato da Campoformido, località scelta perché si trovava a metà strada tra Udine e Passariano, cioè tra le residenze delle delegazioni.
Wikipedia riporta la traduzione del testo del documento, ove si legge chi furono i firmatari dell’atto, e tra gli altri:
“[...] il signor D. Martius Mastrilly, nobile patrizio napoletano, marchese di Gallo, cavaliere dell’Ordine di San Gennaro, gentiluomo di camera di Sua Maestà il Re delle Due Sicilie, e suo ambasciatore straordinario alla corte di Vienna”.
Poteva mancare san Gennarino? Sempre Wikipedia precisa: “Secondo alcuni storici – tra cui gli autorevoli F. Furet e D. Richet – il trattato fu firmato in realtà a villa Manin (Passariano di Codroipo)”.
Perché questa indeterminatezza? Lo storico Roberto Cessi, un’autorità assoluta in materia, nel suo saggio Campoformido, in part. alle pp. 265-66, precisa in lungo e in largo i motivi che indussero le delegazioni a firmare il documento a Passariano, e poi conclude: “Gallo giudicò che ogni ritardo poteva essere fatale, ed era necessario affrettare la cerimonia della firma, superando le formalità di etichetta. Il documento era ormai datato da Campoformido, anche se la sottoscrizione era materialmente apposta a Passariano. Non bisognava dar tempo ai plenipotenziari francesi di ricredersi. Quando infatti essi videro radunati intorno a sé tutti i delegati, non fu più loro possibile disdirsi. E la firma fu apposta in un’atmosfera di grande cordialità, quando seri imbarazzi, se appena fosse stata ritardata di qualche ora, avrebbero potuto oscurarla”.
Wikipedia è utilissima, ma ancor più utile è leggere i libri, quelli “giusti”, andare alle fonti più prossime.
Interessanti precisazioni. Wikipedia è un progetto aperto a chiunque abbia voglia di parteciparvi, per ciò le sue voci possono essere facilmente arricchite o emendate; sono certo che lo sa già. Potrebbe mettere la sua erudizione e qualche minuto del suo tempo a disposizione dei futuri lettori delle voci che preferisce dell'Enciclopedia elettronica; io lo faccio ogni tanto pur non essendo uno smanettone. Certo le fonti sono imprescindibili ma anche una voce enciclopedica ben scritta, ricca di note e con un'ampia bibliografia, è un'utile occasione di conoscenza.
RispondiElimina(Peppe)
nessuna modestia, ma ci vogliono competenze molto specifiche. il mio è solo un blog, quello che scrivo va sempre preso per quello che è.
EliminaIo lo prendo per quello che è: uno spazio dove trovare opinioni ed informazioni che altrove purtroppo mancano, altrimenti non lo frequenterei; e ne esco sempre un po' diverso e, penso, migliore.
EliminaLa ringrazio per il tempo che dedica al suo blog.
(Peppe)
Parole che rinfrancano. Grazie molte
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