domenica 28 marzo 2021

... e millenni sono passati

 

Un imperatore romano, se avesse voluto, con un motu proprio, avrebbe potuto abolire la schiavitù? Se Caligola, a quanto si dice, conferì il laticlavio al proprio cavallo, avrebbe potuto benissimo abolire la schiavitù per decreto. Il provvedimento non avrebbe avuto alcun effetto pratico se non quello di far ridere, ancora, tutto l’Impero.

Ormai anche i sassi sanno che i rapporti sociali sono il risultato della condizione economica della società in un dato tempo.

Abraham Lincoln, con il Proclama di emancipazione del settembre 1862, decretò la liberazione di tutti gli schiavi dai territori degli Stati Confederati d’America. Cinquant’anni prima non sarebbe stato possibile.

Anche la manumissio in ecclesia nel IV e V secolo fu un fatto foriero di conseguenze reali. Alcuni secoli prima non sarebbe stato pensabile.

Questi due fatti non hanno uno sfondo storico comune, tuttavia sono entrambi il risultato del mutamento della condizione economica della società e dei relativi comandamenti morali, in un rapporto dialettico ove in ultima analisi l’aspetto economico funge da traino e quello morale da giustificazione.

Per contro, quando le situazioni storiche non sono ancora mature per un cambiamento sociale radicale, per l’affermarsi di certe idee, si riderebbe di predicatori che proclamassero solennemente l’immoralità di certi istituti e comportamenti sociali, per quanto singolarmente un siffatto predicatore possa sempre manifestarsi in anticipo sui tempi.

Sappiamo bene che al tramonto di una data forma storica di sfruttamento del lavoro ne segue un’altra, più evoluta sotto determinati aspetti. Un giorno si guarderà al lavoro salariato come a un anacronismo, a una forma di sfruttamento incompatibile rispetto al sorgere di nuovi precetti etici e morali.

Noi oggi leggiamo quotidianamente di varie forme di schiavitù cui sono soggette alcune categorie di lavoratori più di altre. Alziamo il sopracciglio, poi, ancora indignati per queste notizie che ci piovono in casa, riceviamo sulla porta la merce che ci consegna il rider al quale elargiamo due euro per mettere in salvo la nostra anima.

Ecco dimostrato che fino a quando la società si muoverà sul piano degli antagonismi di classe, anche la morale sarà inevitabilmente una morale di classe, e non deve sembrare strano che la borghesia pretenda che la sua dottrina morale e giuridica sia valida per tutti i mondi e per tutti i tempi.

Senza peraltro considerare che entro il conflitto sociale persiste una morale maschile e una femminile, ossia una condizione della donna che è persino offensivo credere di poter cambiare elargendo quote rosa o travolgendo le parole mutandone la desinenza.

È tutto da buttare via oppure la morale borghese, pur con i suoi retaggi storici, le sue reticenze e ipocrisie, resta una base da cui partire?

Rilevato che la nostra morale presso la gerarchia sociale e politica degli antichi sarebbe parsa pazzesca, dunque che non tutte le morali sono uguali e che ognuna di esse rappresenta gradi diversi dello sviluppo storico, va però tenuto conto che prima ancora che la nostra morale sia potuta apparire come qualche cosa di naturale e ovvio, dovevano passare millenni, e millenni sono passati.

Perciò non si butta via nulla, e del resto non sono cose che si decidono a tavolino con Saloth Sâr o con Arouet.

Non conoscendo la struttura della società dell’avvenire, dobbiamo fermarci a un auspicio di carattere generale: una morale conseguente, ossia che superi gli antagonismi delle classi e le loro sopravvivenze nella prassi della vita e nel pensiero.

Allora non resta che “abolire le classi sociali”! Arridaje con ‘sta stronzata della “abolizione”. Torniamo all’esempio di Caligola?

Marx ed Engels avrebbero riso per tanta superficialità in materia di morale, ma quanto a certe reiterate proposizioni “abolizioniste” non avrebbero gradito nel vedere la loro critica sociale vestita con i prêt-à-porter della vulgata.

2 commenti:

  1. A volte mi domando che fine abbia fatto il verbo "mistificare" e derivati (mistificazione, mistificante, mistificatorio). Mi sembra che potrebbe a buon diritto tornare in auge quando osserviamo gli aggiornamenti alla morale comune apportati dalla nuova classe dominante. Il problema non è il prosciugamento dell'economia reale a vantaggio del capitalismo finanziario e di una burocrazia parassitaria. Il problema è il genere, la razza, il CO2, le parole che usiamo.

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