Ieri leggevo sul Sole 24Ore che i colossi farmaceutici e le aziende che hanno le mani in pasta con la faccenda dei vaccini anti-Covid, hanno già registrato una rivalutazione, nel circuito ufficiale della speculazione finanziaria, di oltre 160 miliardi. Secondo elaborazioni specializzate, i vaccini e le cure anti-Covid garantiranno oltre 71 miliardi di dollari di utili netti per le case farmaceutiche produttrici, vale a dire il raddoppio dell’utile netto aggregato rispetto al 2020 (36 miliardi di dollari) e una crescita di quasi il 40% del giro d’affari complessivo che dovrebbe attestarsi a 257,9 miliardi di dollari.
Furoreggia la leggenda secondo cui è grazie agli investimenti di queste società farmaceutiche che si sono ottenuti dei vaccini anti-Covid in circa 10 mesi, cioè in un tempo record. Sembra che senza l’iniziativa e gli investimenti dell’industria privata non si possano raggiungere obiettivi di questo tipo. Nulla di più fuorviante.
Per fare un esempio, la rete di telecomunicazioni, internet, con la quale stiamo interagendo in questo momento, non è solo frutto dell’industria privata.
In un post del 22 febbraio, scrivevo a proposito delle missioni su Marte:
I risultati scientifici e tecnologici della missione non possono essere rivendicati da una sola entità, nazionale o comunità scientifica, poiché essi sono invece l’espressione dell’accumulo delle acquisizioni scientifiche e tecniche cui è giunta l’umanità in un lungo e travagliato processo storico. Segnatamente il frutto della cooperazione internazionale che permette alla Nasa di operare con risultati straordinari nel regno delle possibilità.
Lo stesso discorso vale per il risultato raggiunto con i vaccini antiCovid, anch’essi non piovuti dal cielo o sortiti per magia di un pool di ricercatori. A fronte dei rapidi risultati ottenuti per la loro messa a punto, nel renderli disponibili alla popolazione ha fatto seguito l’assenza di un’effettiva collaborazione verso un obiettivo internazionale comune, di modo che i vaccini, nel pieno di una pandemia, sono trattati alla stregua di una qualsiasi altra merce, prodotti e distribuiti secondo criteri mercatistici.
Inoltre, non bisogna dimenticare qual è l’input del “mercato”: esso adotta nei confronti del mondo la saggezza pratica del promotore immobiliare che guadagna di più lasciando andare in rovina uno stabile il cui suolo ha un prezzo sul mercato, mentre gli affitti dei locatari viventi e turbolenti risulterebbero inferiori al valore speculativo dell’edificio, realizzabile in qualsiasi momento.
È tutto interesse dell’oligarchia mercantile e finanziaria dimostrare che nel “pubblico” niente funziona e tutto è corruzione, che le cose vanno molto meglio quando a comandare sono i consigli di amministrazione delle società private, in un delirio di potenza totalitaria. I commenti sul social è tutto ciò che resta agli esponenti politici diventati i servi obbedienti dalla stessa oligarchia che governa i social. L’interesse immediato, fosse pure solo quello della propria rielezione, li ha spogliati delle illusioni necessarie (è rimasta solo l’effervescenza “ecologica”) di cui nutrivano la credulità popolare e che davano loro l’impressione di esercitare un potere e persino un certo fascino.
Ognuno di noi nega di essere un burattino manipolato dalla comunicazione e dal marketing, ma continuiamo ad essere la parodia degli esseri umani vivendo una emancipazione fittizia. Nemmeno la pandemia e le sue conseguenze ci ha aperto realmente gli occhi su questa situazione, avvolgendo la nostra amarezza e i sensi di colpa indotti con il comfort consumistico (chi se lo può permettere).
È il modo di produzione che fa la società e la comanda.
interesse dell'oligarchia è dimostrare che il "pubblico" sia riformabile, funzioni o no.
RispondiElimina"Sembra che senza l’iniziativa e gli investimenti dell’industria privata non si possano raggiungere obiettivi di questo tipo. Nulla di più fuorviante."
RispondiEliminaA dimostrazione di questa sua affermazione (io sono fissato lì) dello sviluppo autonomo - quasi terminato - di un vaccino da parte di una nazione dove queste grandi aziende non osano impegnare nemmeno un cent.
Sembra una bestemmia un simile sforzo portato a termine da una nazione per di più sotto un blocco commerciale criminale.