sabato 6 marzo 2021

E siamo all'oggi

 


Aggravante, non attenuante


Con la caduta del Muro, i molti che erano avversi all’irrazionalità delle guerre e alle cortine di ferro videro finalmente la possibilità di un mondo modernamente civile, aperto e demistificato. In nome di questo cambiamento furono bandite le ideologie, ritenendo che il capitalismo avesse dimostrato le sue ragioni e che l’imperialismo potesse cambiare pelle in meglio.

E invece riemersero prepotenti non solo le vocazioni tradizionalmente conservatrici e moderate, che del resto non si erano mai estinte, ma atteggiamenti elitari che, in nome dall’esigenza di razionalizzare il sistema economico e di dare concretezza ai mutamenti in corso, imposero senza sfumature e anzi con semplicistica rozzezza la più dura dottrina liberista dello sfruttamento economico e di tagli al welfare.

In pochi non furono conquistati dal nuovo corso, che accolsero con immenso fastidio, restando isolati, disillusi e stanchi.

I più entusiasti portabandiera del cambio d’epoca furono invece gli ex comunisti, i quali, finalmente caduta la famigerata conventio ad excludendum, da partito di lotta e di governo diventarono, sempre ricchi di promesse retoriche, esclusivamente partito delle poltrone e di vivaci ambizioni personali.

E siamo all’oggi, a una paralisi intellettuale persino imbarazzante, con la società sempre più vigilata e avvolta da un clima generale di dissoluzione, dove prendono sempre più piede nostalgie illiberali senza trovare il benché minimo barlume di significativo contrasto. Il primo impedimento a costruire una seria opposizione e alternativa politica è nell’aver smarrito le coordinate ideologiche essenziali della diruta sinistra e della sua tradizione storica e morale.


9 commenti:

  1. Negli sconfinati prati irlandesi c'è un pastore con un grandissimo gregge. Sulla strada sterrata arriva un SUV, si ferma in prossimità, e ne scende un giovane con gli occhiali e l'aria sicura di sé. Si avvicina al pastore, e gli dice: "Se indovino il numero esatto delle tue pecore, me ne dai una?" Il pastore lo guarda con commiserazione, e gli riponde: OK. Il giovane con gli occhiali estrae il telefonino, inizia a smanettare e di lì a poco dice: "1233". Il pastore trasecola, ma deve ammettere che il giovane sconosciuto ha indovinato il numero esatto. Perciò gli dice sportivamente: "Prendi una pecora", cosa che il giovane prontamente fa. Mentre il giovane sta tornando all'auto con l'animale in braccio, il pastore lo richiama: "Senti un po', se io indovino il tuo mestiere, me la ridai indietro?" Il giovane occhialuto, con un sorrisino di sufficienza, accetta. Subito il pastore dice: "Tu sei un consulente McKinsey". Il giovane è esterrefatto, perché è vero. Chiede al pastore: "Ma come fai a saperlo?". Il pastore: "Non ti preoccupare. Ridammi subito il mio cane".

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  2. Sanno benissimo cosa fare, senza il bisogno di McKinsey. Per esempio, è in cantiere Pedemontana Lombarda, un altro duro colpo ad un territorio già oltremodo violentato ... GS

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  3. La storiella come la ricordo io è leggermente diversa. Il pastore dice: "Il tuo mestiere è fare il consulente".
    "Come hai fatto a indovinare?" chiede il consulente. "Semplice", dice il pastore, "sei apparso dal nulla senza che nessuno ti avesse chiamato, guidi un auto di lusso e porti un vestito elegante, mi hai detto qualcosa che già sapevo e non sai niente del mio lavoro. E adesso ridammi il cane".

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    1. La mia è la versione McKinsey.

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    2. anch'io la sapevo diversa. senza rivelarlo ho apprezzato il creativo adattamento al tema con godimento.

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  4. Quando si è incominciato a invocare Draghi m'è ritornata in mente la favola del re travicello. Poi l'atteggiamento della stampa, prona come un red-carpet, mi fa sovvenire un'altra storiella brevissima: quando un'ascia entra in un bosco gli alberi si rassicurano osservando che il manico "è dei loro".
    (Peppe)

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