giovedì 11 febbraio 2021

La farsa di Buccari


Erano forsennatamente contrari alla T.A.P., al T.A.V. e a tutto il C.A.Z. d’insieme. In attesa che i postulatori della Grande Svolta precisino che cosa intendono per Transizione ecologica, e soprattutto chi, come e quando realizzarla, volgo l’attenzione a un altro mito, a conferma della tendenza storica di gran parte di questo paese di farsi coglionare, neanche tanto gratuitamente.

La prima volta che ho sentito menzionare la cosiddetta “beffa di Buccari” è stato quando frequentavo le elementari. C’era ancora chi – pensate che anacronismo – si occupava di inculcarci dei rudimenti di storia (e, horribile dictu, di geografia!). Sul momento, istintivamente, ricordo di aver pensato che con quella locuzione ci si riferisse a uno scherzo combinato da tal signor Buccari alle spalle di un ignaro babbeo. Sbagliavo, ma la verità non era lontana dalla mia supposizione.

Veniamo ai fatti consolidati. Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, venne a compimento “una tra le imprese più audaci” della Prima Guerra Mondiale, così come strombazzano le Scritture patrie (motivo per stare all’erta).

L’impresa nautica aveva come obiettivo il naviglio austriaco ancorato nel porto di Bakar (in italiano Buccari), in Croazia, vicino a Rijeka (Fiume). Si trattava di un porto poco difeso e senza la presenza di unità militari nemiche, come aveva rilevato un ricognitore tricolore. Vi erano ancorate alcune vecchie carrette commerciali in disarmo. La scelta del luogo non fu casuale, poiché lo scopo della missione fu fin da principio squisitamente propagandistico.

L’operazione fu condotta da pochi uomini al comando di Costanzo Ciano, detto “ganascia”, padre del futuro “generone”. Parteciparono il Mas 96 (guidato dal capitano di corvetta Luigi Rizzo), il Mas 95 (tenente di vascello Profeta De Santis) e il Mas 94 (sottotenente di vascello Andrea Ferrarini). Con il termine Mas ci si riferisce a un motoscafo armato. A bordo di uno di essi, trovò posto l’ospite, vale a dire Gabriele D’Annunzio, chiamato a celebrare quanto sarebbe avvenuto come una missione militare audace e importante.

Dei sei siluri lanciati dai Mas nessuno esplose, o forse uno, ma senza recar alcun danno alle carrette del mare. Un insuccesso militare totale, date anche le premesse, ma che il D’Annunzio fece passare per una missione pienamente riuscita.

Nella sostanza in che cosa consisté l’impresa? Nel fatto che D’Annunzio gettò in mare tre bottiglie con dentro un biglietto in cui era scritta la seguente scempiaggine:

«In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d’ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l’inosabile.

E un buon compagno, ben noto – il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro – è venuto con loro a beffarsi della taglia».

Tutto qui? E vi pare poco un simile sarcasmo lanciato con sprezzo del ridicolo dal “nimicissimo” contro la cautissima flotta austriaca?

Sempre rincorso dai creditori (riparò per anni in Francia) e bisognoso del vile denaro, il “nimicissimo”, onusto di gloria e di medaglie, vendette il racconto dell’eroico lancio di bottiglie al Corriere della Sera, ripreso poi con adeguata enfasi dagli altri giornali; quindi fece stampare “un libriccino” edito dai Fratelli Treves, dal titolo: La Beffa di Buccari.

Per raccattare soldi faceva, a tempo perso, anche il pubblicitario per note marche di mercanzia, per cui coniava nomi e slogan per qualsiasi cosa gli capitasse a tiro. Per ricordare la storica impresa, coniò l’espressione “memento audere semper” (l’acronimo richiama la sigla Mas).

Insomma, D’Annunzio fu uno così, come tanti altri “illustratori” della Patria. Di ieri, di oggi, di sempre. 

4 commenti:

  1. Da oggi in poi andare in bagno è “transizione ecologica”
    Così...di botto
    Marco

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  2. Se uno legge solo quanto scritto su Wiki si rende conto della correttezza di quanto sopra ( leggasi le fonti ,sic!)
    Beh..era necessario risollevare il morale di Noi italiani,dopo Caporetto...
    Sembra che anche oggi se ne senta il bisogno..peccato manchi il Vate,mentre di ganasce pare ce ne siano sempre..

    amen

    Caino

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