venerdì 12 febbraio 2021

Gli smemorati

 

Riguardo al post precedente, relativo alla farsa di Buccari, proprio ieri, in occasione dell’anniversario, Rai Storia nella sua rubrica quotidiana “i giorni e la storia”, oltre ad esaltare l’impresa, diceva testualmente, mentre scorrevano le immagini di un grande vascello da guerra che affondava, che durante quella missione fu affondato un piroscafo. La qual cosa è falsa. Non solo non fu affondata una nave da guerra (non erano presenti nel porto), ma nessun naviglio ebbe a subire danni. La cosa è nota, non serve aver letto il libro, per esempio, di Giacomo Scotti, basta dare una scorsa a Wikipedia. Sulla figura e le “gesta” di D’Annunzio continuano vergognose leggende.

Del resto della strumentalizzazione a scopo politico della storia, che ormai da anni ha preso piede in modo sistematico, ne è palese esempio il cosiddetto “giorno del ricordo” relativamente alle Foibe. Basti ricordare a tale riguardo da chi fu sponsorizzata e introdotto ufficialmente il “ricordo”.

Solo la memoria corta degli italiani e l’ipocrisia di buona parte della classe dirigente hanno espulso dalla memoria collettiva una tragedia di tal genere, lasciando alla destra in generale e ai fascisti in particolare di impossessarsi di una questione di forte impatto emotivo per alterare la storia e la memoria e sfruttare la credulità di un’opinione pubblica anestetizzata dalla retorica patriottarda.

La prassi tutta italiana di coprire con l’oblio passaggi storici che avrebbero meritato un forte impegno di autocritica e di verità in questo come in tanti altri casi, si è alleata alla rimozione di memorie scomode e allo loro banalizzazione.

In tal modo si coprono e dimenticano le responsabilità del regime fascista nella snazionalizzazione degli sloveni e dei croati dopo il 1918 e il 1924, i quali vennero a trovarsi entro i confini dello stato italiano. Il regime fascista si mosse nel presupposto che le popolazioni slave rappresentassero, come ebbe a dire Mussolini, una razza inferiore e barbara nei cui confronti fosse possibile e lecito imporre il pugno duro e purificatore dei dominatori.

Si dimentica che nel 1941 l’aggressione dell’Italia alla Jugoslavia e l’annessione violenta della provincia di Lubiana al Regno d’Italia contribuirono in modo decisivo alla dissoluzione dello stato Jugoslavo e alla apertura della fase storica che sfociò nella Jugoslavia di Tito.

Le foibe s’inseriscono in questo contesto e nella spirale di violenze che fecero seguito. Al di fuori di questo quadro non c’è la possibilità di comprendere le ragioni degli orrori dei quali parliamo e dei quali rischiamo di tornare a rimanere vittime.

Porre al centro dell’attenzione pubblica le foibe, serve a taluni solo per sottolineare le offese subite e per perpetuare uno sterile vittimismo, che però non contribuisce a fare i conti mancati con il passato. Oltretutto la questione delle foibe serve a coprire il vuoto di consapevolezza dei veri motivi della sconfitta dell’Italia. È la negazione della verità che mistifica e alimenta l’ipocrisia.

L’enfatizzazione delle foibe ha ritardato la riconciliazione con le vicine popolazioni slave, ha reso più difficile la cicatrizzazione delle ferite della guerra, ha oscurato i drammi veri delle popolazioni costrette a lasciare le loro case e la loro terra, le uniche che abbiano pagato per tutti gli italiani le malefatte di un regime criminale.

Giusto quindi ricordare le vittime innocenti e meno innocenti delle foibe, ma senza dimenticare il complesso di circostanze criminali che stanno a premessa di quei fatti. Invece i fascisti e i loro eredi politici (di fatto trasversali ai partiti) non hanno però alcun interesse a ricordare quali furono le circostanze che hanno innescato quella tragedia. È grave colpa anche di chi, insieme a loro, dimentica e tende a cancellare.

4 commenti:

  1. La ringrazio per l'articolo e le chiedo scusa per l'irruente richiesta di fonti sul pezzo di ieri, ugualmente interessante.
    Le nefandezze compiute contro altre popolazioni sono tante e tali che si preferisce rifugiarsi nel ricordo dell'esercito dagli stivali di cartone guidato da retti ufficiali (qui tutta la retorica di Rigoni-Stern, mi pare).
    Credo sia significativo citare la riluttanza di Aimone di Savoia nell'accettare nel 1941 il titolo di re del nuovo Stato ustascia croato per la sanguinarietà delle forze occupanti nazifasciste italo-germaniche e nazionaliste croate. La violenza sterminatrice fu, è e sarà un tratto caratteristico dei fascismi.
    (Peppe)

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  2. Per non parlare della rimozione del famigerato Yekatit 12. Siamo stati antesignani anche in questo, temo.
    Giovanni

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    1. sono gli stessi che hanno fatto graziani presidente onorario

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