mercoledì 10 febbraio 2021

Piccole isole pacifiche

 

Il 10 febbraio 1785, Wolfgang Amadeus Mozart terminava a Vienna la partitura del concerto per pianoforte e orchestra n. 20, K 466, il preferito di Beethoven. Tra l’altro è l’anniversario della morte di Puskin (1837). Queste ricorrenze immagino interessino ancor meno di ciò che accadde lo stesso giorno di 161 anni dopo. Pertanto passo al dopo, che richiede un paio di minuti di lettura, per alcuni già troppi (non è per loro che scrivo, per per gli altri cinque).

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Il 10 febbraio 1946, il governatore statunitense delle Isole Marshall, nell’Oceano Pacifico centrale, informò tutti i 167 residenti dell’atollo di Bikini che sarebbero stati trasferiti in modo permanente poiché le loro isole (le principali sono Aomen e Bikini) sarebbero diventate, con la relativa laguna, la scena dei test militari americani sulle armi nucleari. Poco tempo dopo stessa sorte subirono le popolazioni dell’atollo di Enewetak.

Nelle settimane successive, tutte le strutture civili furono smantellate e gli abitanti del villaggio definitivamente trasferiti nell’atollo di Rongerik, a circa 200 chilometri di distanza. Rongerik era stata a lungo disabitata per la difficoltà di procurarsi acqua e cibo. I residenti dell’atollo di Bikini sono stati inizialmente lasciati lì con solo poche settimane di rifornimenti.

Uno studio pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, rileva che la più potente arma termonucleare testata dagli Stati Uniti, Castle Bravo bomb (1954), con una resa imprevista di potenza, insieme a un vento inaspettato da est (il fallout si diffuse in tutto il mondo), provocò una forte ricaduta radioattiva sugli atolli di Rongelap e Utirik, dove non era stata attuata alcuna evacuazione. Gli abitanti di queste isole hanno sofferto di gravi complicazioni alla salute, con conseguente morte e malattia di adulti e bambini, e anche numerosi aborti di donne incinte. Molti di questi effetti sono ancora avvertiti dai discendenti delle popolazioni esposte.

Il sequestro dell’Atollo di Bikini e la deportazione della popolazione da parte degli Stati Uniti, non è avvenuto nel contesto della corsa agli armamenti nucleari, poiché l’arma atomica era in possesso solo degli Usa che l’avevano già sperimentata, il 16 luglio 1945 nel New Mexico (Trinity test: i residenti delle fattorie e ranch sottovento rispetto al sito di detonazione del poligono di White Sands Gunnery, non furono avvertiti prima del test o informati di adottare misure protettive e non vi furono evacuazioni) e poi annientando due città giapponesi. L’impiego dell’arma atomica aveva due scopi, il primo fu di terrorizzare la popolazione giapponese.

Hiroshima fu scelta come obiettivo proprio perché la sua popolazione non era stata sottoposta a bombardamenti convenzionali e poteva quindi fungere da cavia nel dimostrare gli effetti spaventosi della nuova arma. Il verbale del comitato interinale fu chiaro a tale riguardo: si concordava che l’impiego della bomba aveva lo scopo di produrre “una profonda impressione psicologica” e che “l’obiettivo più desiderabile sarebbe stato un impianto di guerra vitale che impiegasse un gran numero di lavoratori e strettamente circondato da case di lavoratori “.

L’altro scopo che si prefissava il governo americano ha bisogno di essere riassunto con quanto accadde alla conferenza di Yalta e in seguito.

Alla conferenza, nel febbraio 1945, alla presenza del presidente degli Stati Uniti, Franklin D. Roosevelt, del primo ministro britannico, Winston Churchill, e del premier sovietico, Joseph Stalin, quest’ultimo accettò di rompere il patto di neutralità fino allora mantenuto col Giappone (che aveva consentito di spostare le divisioni sovietiche dalla Siberia sul fronte occidentale) e dichiarare guerra contro di esso entro tre mesi dalla sconfitta della Germania nazista.

In quel momento l’intervento sovietico fu considerato decisivo nel garantire una rapida sconfitta del Giappone. Stalin premette per il riconoscimento di una sfera d’influenza sovietica in Oriente, con il controllo della Mongolia e dei territori asiatici persi da Mosca nella guerra russo-giapponese del 1905.

Nell’aprile 1945, Mosca informò Tokyo che stava per aver termine il suo accordo di neutralità e fissò l’8 agosto come data per la sua entrata in guerra contro il Giappone.

Terminato il conflitto in Europa, nel luglio del 1945 i leader degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e dell’Unione Sovietica si incontrarono a Potsdam, in Germania (17 luglio-2 agosto). La conferenza era stata rinviata su istigazione di Truman che aveva assunto la presidenza degli Stati Uniti dopo la morte di Roosevelt nell’aprile 1945. Truman stava giocando con il tempo, attendeva un test della bomba atomica prima di trattare con Stalin.

Il tono del nuovo presidente americano a Potsdam cambiò totalmente rispetto a quello di Roosevelt a Yalta. La bomba atomica fu testata con successo ad Alamogordo, New Mexico, il 16 luglio 1945. La notizia dava a Truman “un martello su quei ragazzi” (espressione riferita ai sovietici), e il neo presidente divenne più aggressivo e arrogante nei suoi rapporti con Stalin (18 luglio), che era a conoscenza della nuova arma statunitense per notizie ricevute dagli informatori sovietici che lavoravano al Progetto Manhattan.

La conferenza di Potsdam fu conclusa con un ultimatum, dettato dagli Stati Uniti e firmato dal Regno Unito, dalla Cina di Chiang Kai-shek ma non dall’Unione Sovietica. Esso chiedeva al Giappone di arrendersi immediatamente e incondizionatamente o affrontare “la distruzione rapida e totale”. Era formulato in modo tale da garantire che non sarebbe stato accettato da Tokyo.

Quello che seguì fu una corsa per schierare e sganciare le bombe. Le date obiettivo non furono scelte per necessità militari e in termini di sconfitta del Giappone, ma per prevenire l’entrata dell’Unione Sovietica nella guerra del Pacifico, impedendo in tal modo l’espansione e l’influenza sovietica in Asia. La prima bomba fu sganciata il 6 agosto, due giorni prima che i sovietici avviassero le loro operazioni militari.

Quella che sarà poi nota col nome di “Guerra Fredda” era già stata dichiarata unilateralmente dagli Stati Uniti d’America.

Seguì l’elaborazione rapida dei piani per estendere i test delle armi nucleari. Gli esperimenti nel Pacifico si sono concentrati in particolare su come i dispositivi nucleari potevano essere impiegati in aggiunta alla guerra navale.

Tra il 1946 e il 1958, le forze armate statunitensi hanno usato Enewetak e Bikini Atolls, così gli atolli vicini di Rongelap e Utirik, per complessivi 67 test nucleari. Le esplosioni hanno interessato anche la barriera corallina, sono avvenuti sott’acqua, a terra e in aria. Uno dei primi test, nel luglio 1946, coinvolse la detonazione di una massiccia bomba nucleare a 95 piedi sott’acqua. Soprannominata “Baker”, l’operazione è stata descritta da un funzionario della Commissione per l'energia atomica come il “primo disastro nucleare del mondo”, dopo che ha provocato una diffusa contaminazione radioattiva.

A causa di questi test anche i vicini atolli Rongelap e Utirik, che erano abitati, sono stati contaminati. Gli sfollati hanno provato a tornare a Rongelap in 1957 e a Bikini nel 1968, ma la radioattività era troppo alta. Nell’isola di Runit, nell’atollo di Enewetak, è stato costruito un deposito di scorie.


5 commenti:

  1. Per sopperire al generale disinteresse, metterò qui un contributo sul concerto per piano in re minore, K466.
    Alfred Einstein, nella sua eccellente monografia mozartiana, dice che questo concerto contrasta moltissimo con il precedente in fa maggiore; e questo lo può percepire qualunque ascoltatore. Ma Einstein prosegue osservando che il concerto K466 era l'unico apprezzato nel secolo XIX. "Questo fatto la dice lunga sul secolo XIX, che non capiva il sublime umorismo del concerto in FA, ma capiva bene ciò che distingue il concerto in re, ossia passione, pathos, dramma. Questo concerto rese possibile etichettare Mozart come precursore di Beethoben, e non a caso fu proprio per questo concerto che Beethoven scrisse due cadenze (...) Questo è il primo lavoro nel quale i tutti e gli assolo dell'Allegro sono in forte contrasto, in un dualismo che l'autore non cerca in nessun modo di smorzare. L'orchestra rappresenta una misteriosa minaccia, mentre lo strumento solista dà voce a un lamento eloquente." (mia traduzione)
    I due secoli erano davvero l'un contro l'altro armato.

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    1. Alfred Einstein ha scritto più di un libro su Mozart.
      Mi interessa. A quale ti riferisci? Grazie.

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    2. Mozart - His Character His Work. Non conosco altri suoi libri su Mozart.

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  2. Un'altra coincidenza: sempre il 10 febbraio, ma del 1991. il quotidiano britannico The Independent definiva l'isola Diego Garcia disabitata, naturalmente senza spiegare perché.

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