È passata quasi sotto silenzio l’assoluzione di Donald Trump al processo farsa intentato contro di lui dopo i fatti del 6 gennaio scorso. A nessuno conveniva mettere davvero le mani in quel bubbone. Troppe complicità e omissioni dirette e indirette. Quei fatti, gravissimi ed inediti, così come il processo omertoso e il conseguente verdetto, costituiscono un ennesimo esempio del declino della democrazia americana, dominata da un’oligarchia divisa in due grandi fazioni che si alternano al potere.
Non va dimenticato che 147 membri repubblicani della Camera e del Senato avevano votato contro la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden, avvalorando l’accusa di elezioni truccate e con ciò fornito il quadro politico per l’assalto del 6 gennaio.
Vale la pena confrontare il modo in cui fu condotto il secondo impeachment contro Trump con le indagini sullo scandalo Watergate sotto l’amministrazione Nixon.
Le udienze al Senato, iniziate nel febbraio 1973 e presiedute dal senatore democratico Sam Ervin, portarono non solo alle dimissioni forzate di Nixon di fronte a un impeachment praticamente certo, ma anche al coinvolgimento di FBI e CIA e alla condanna penale di una ventina di persone. E tutto ciò per un furto effettuato da cinque persone, in cui nessuno rimase ferito e tantomeno ucciso.
Anche le udienze per il processo Iran-Contra nel 1987 furono ben altra cosa. Rivelarono che l’amministrazione Reagan aveva violato in modo flagrante l’emendamento Boland, approvato dal Congresso per vietare l’assistenza del governo degli Stati Uniti ai Contras nicaraguensi. Inoltre, fu portata in luce l’esistenza del piano Rex 84 per la detenzione di massa di elementi “sovversivi”.
Ciò che è accaduto il 6 gennaio scorso, tra l’altro con morti e feriti, è molto più grave sotto ogni punto di vista. Il Senato vi ha dedicato meno di una settimana. Eppure era palese che Trump aveva in molti modi cercato di intimidire i membri del Congresso e dei funzionari per bloccare l’elezione di Biden, e inoltre non fece ciò che era suo dovere e in suo potere per porre fine, e anche per prevenire, le violenze iniziate il 6 gennaio. Questi fatti sarebbero stati sufficienti per un’inchiesta approfondita e per una condanna.
Trump ne esce vincitore, come leader dei repubblicani e potenziale candidato alle elezioni del 2024 (sempre che non siano intervenuti altri accordi sottobanco).
https://www.thenation.com/article/politics/secession-constitution-elections-senate/
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