mercoledì 12 agosto 2020

Secondo studi scientifici un piatto di ...



Pozzanghera adriatica, ieri mattina.

Nell’Alto Adriatico sfociano una decina di fiumi, dei primi tre ordini: l’Isonzo, il Livenza, il Timavo, il Po, la Piave, il Sile, l’Adige, la Brenta, il Tagliamento. È quasi un miracolo che quel mare non sia ridotto a morta gora.

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Nel film I tartassati, interpretato dal Principe e da Aldo Fabrizi, quest’ultimo, seduto a tavola con moglie e figlia, a fronte delle rimostranze di quest’ultima per la ripetitività del menù, pontifica solennemente: “Secondo studi scientifici un piatto di minestrone equivale” a non so più quante bistecche. La figlia abbozza di fronte al paterno cipiglio e all’invocata autorevolezza della nuova religione (la Scienza!), mentre la moglie si concede la libertà di una tiepida e concisa replica.

Gli italiani d’allora e di prima ancora, salvo eccezioni, erano fisicamente asciutti, non di rado denutriti. Erano ammirate le “maggiorate”, cioè donne robuste e in sovrappeso. Si mangiava quanto c’era e quando c’era, la bistecca sarebbe stata dipoi una conquista. Per molto tempo consumare carne fu un tratto distintivo di benessere raggiunto. Oggi si predilige il petto di tacchino o di pollo, soprattutto perché non s’è mai sentito l’odore insopportabile delle farine con le quali quelle povere bestiole vengono nutrite.

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Abbigliamento da running, stravaganze fai da te, aggeggio al braccio e cuffiette. Chiedono strada, guai se pensi di sfogliare il tuo giornale mentre cammini. Scansati, che stai intralciando degli atleti che sognano un’olimpiade, o almeno una vittoria rionale. Sono molti gli anziani, non molti gli obesi, ma quelli che lo sono superano abbondantemente il quintale. Comunque tutti trafelati, sudatissimi, col cuore in gola, sospinti dall’inerzia, convinti che uno sforzo così intenso e molto prolungato possa far bene alla loro salute. Certe scene che a raccontarle non ci si crede.


Correre, e correre in quel modo, è di moda. Dico che fa male, a tutti, ma sono come Cassandra. Quando vi viene voglia di correre, sedetevi su una panchina, con un libro (ma non necessariamente), o con una persona interessante (sempre più rare), oppure ascoltate gli uccellini, vedrete che la voglia di correre passa e può venirvi quella di vivere quietamente.

Poi gli atleti li ritrovi a colazione, strafogati in piattoni ricolmi, anche di pancetta abbrustolita, bacon (per via del filosofo che ne era ghiotto). E tazzoni di quella roba che osano chiamare caffè. Un mese negli Stati Uniti, ma anche solo una settimana, e questi epigoni di Albertone cambierebbero idea su tutto ciò che riguarda quel postaccio. E su questo mi gioco quel che volete.

A domani, in diretta dal Sahara, monopattini permettendo.

2 commenti:

  1. Io proprio non li capisco. Si devastano le articolazioni, respirano spesso smog in quantità notevoli visto il volume d'aria richiesto dalla corsa, e poi mangiano ben peggio di quello che dici.
    Hai ragione sulla Scienza nuova religione... La Scienza, quella vera, si pratica ad occhi aperti, a bocca spalancata, consapevoli dell'abisso d'ignoranza che inevitabilmente abbiamo di fronte. Stupore, domande, meraviglia, curiosità, dubbio. Una grande avventura.

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  2. E' morta gora.
    L'ultima volta nuotando un cane morto, ciao

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